15.4.11

Roscoe Arbuckle



Roscoe Conkling Arbuckle soprannominato Fatty (da fat, ovvero grasso in inglese) per il suo aspetto fisico imponente, 190 chilogrammi il suo peso per 1.78 metri di altezza, è stato un attore, produttore cinematografico e regista statunitense nell'epoca del film muto. Probabilmente il suo nome è meglio conosciuto per l’associazione con lo scandalo Fatty Arbuckle che lo vide coinvolto nel 1921. Roscoe, primo di nove fratelli, 9,25 chili alla nascita secondo l’anagrafe, all'età di un anno si trasferì con la famiglia in California. Ad otto debuttò sul palcoscenico nel ruolo di un grasso bambinetto di colore. Al 1904 risale il suo primo vero impegno artistico come raccontastorie, a 17,50 dollari la settimana, grazie al quale prese parte ad una tournée in Cina e Giappone. Ottenne il suo primo contatto cinematografico nel 1908, ma fu nel 1913 che la sua carriera ebbe una svolta, allorché entrò a far parte della troupe di Mack Sennett alla Keystone per 400$ la settimana, impersonando per i primi tre anni il grasso poliziotto dei Keystone Cops, per assumere, successivamente, anche ruoli da protagonista, nel ruolo di Fatty (soprannome che egli sempre odiò e adottò solo professionalmente), a fianco di Charlie Chaplin, Mabel Normand, Ford Sterling e Chester Conklin. Dal suo primo regista, Henry Lehrman, apprese i rudimenti della direzione. A dispetto della sua mole (contrattualmente il suo peso non sarebbe dovuto scendere sotto i 110 chili), Fatty era un uomo gentile e distinto anche fuori dal set, e non sfruttò mai il suo peso come mero espediente per strappare facili risate, bensì la sua sorprendente agilità.

La carriera nelle comiche

Nel 1915 diresse i suoi primi film e, nel 1917, fondò una casa di produzione propria, la Comique, grazie alla quale poté esercitare il pieno controllo sulle sue pellicole. Seppe riconoscere i segni distintivi del vero talento in un giovane attore che scritturò, per il quale scrisse i primi soggetti e sviluppò le gag per trarne commedie comiche: Buster Keaton, al quale fu sempre legato, ricambiato, da sincera amicizia anche al di fuori del set. All’apice della sua carriera, Arbuckle fu scritturato dalla Paramount Pictures con un lauto contratto di ben 1.000.000 di dollari l’anno (1919). La sua stella fu seconda solo a quella di Charlie Chaplin, ma di lì a poco si offuscò per non risplendere mai più.

Lo scandalo

Il 3 settembre 1921, approfittando di una pausa delle riprese del film a cui stava lavorando, Roscoe si recò a San Francisco in compagnia di due amici e prese alloggio al St. Francis Hotel, dove organizzò una festa invitando anche diverse ragazze. Nel mezzo del party, una delle ospiti, l’attrice Virginia Rappe (ufficialmente fidanzata del regista Henry Lehrman), fu colta da malore. Il medico dell’hotel, che la visitò, diagnosticò un’intossicazione da miscuglio alcolico e stupefacente. Tre giorni più tardi la ragazza morì di peritonite. La stampa volle fare dell’incidente uno scandalo sulla lussuriosa vita hollywoodiana. Roscoe Arbuckle fu incriminato di omicidio e di tentato stupro, nonostante il patologo che esaminò il corpo della povera ragazza non avesse rilevato segni di violenza carnale. Durante il dibattimento processuale, Arbuckle asserì di avere udito delle grida provenire dal bagno e di avervi trovato la Rappe in preda a lancinanti dolori allo stomaco, di averla aiutata a stendersi sul letto prima di chiamare il medico e di essere rimasto solo con lei per non più di dieci minuti complessivamente. Tre i processi intentati all'attore: il primo, nel dicembre del 1921, terminò con la sentenza di assoluzione per la non unanimità raggiunta dalla giuria; nel febbraio del 1922, il secondo processo dapprima giudicò Arbuckle colpevole, ma il verdetto fu immediatamente rovesciato in assoluzione per la non unanimità della giuria; il terzo e ultimo processo, due mesi più tardi, lo scagionò definitivamente, ma lo scandalo conseguente ne stroncò la carriera e lo provò gravemente dal punto di vista psicologico. Arbuckle trovò conforto nell'amicizia con Buster Keaton, uno dei pochi artisti rimastogli fedele, e l'unico ad infrangere le "direttive" dello star-system di Hollywood, che vietò ai propri membri di presentarsi a qualsiasi titolo ai processi. Durante il dibattimento, Keaton descrisse l’amico come una delle anime più candide mai conosciute, esprimendo la totale certezza della sua innocenza. Gli storici cinematografici descrivono oggi la fine della carriera di Fatty come una delle più gravi tragedie di Hollywood. Ma all'epoca lo scandalo fu tale, che gran parte dell'opinione pubblica arrivò a costituire comitati per chiedere la pena di morte. Allo scandalo Arbuckle, seguì l'anno seguente l'assassinio del direttore della Paramount, William Desmond Taylor, col coinvolgimento di Mabel Normand e Mack Sennett; sempre nel 1923 ebbe tragica eco il caso dell'attore-regista Wallace Reid, morto per droga. Hollywood, con i suoi fasti e con l'esistenza sregolata dei suoi protagonisti, fu al centro di una campagna moralizzatrice che portò all'istituzione di un codice di decenza (Codice Hays), al quale tutti gli artisti furono invitati ad attenersi. I film di Roscoe Arbuckle furono boicottati e nessun produttore gli propose più di lavorare. Il suo primo matrimonio con Minta Durfee, sposata nel 1908, si concluse con il divorzio nel 1925. Nello stesso anno si risposò con Doris Deane, dalla quale divorziò tre anni più tardi, nel 1928.

Gli ultimi film

Rifugiatosi nell’alcool, Arbuckle poté contare sull'amicizia del solo Buster Keaton, il quale continuò a sostenerlo, anche economicamente, coinvolgendolo nella propria attività. Roscoe ricorse allo pseudonimo di Will B. Goodrich per potersi presentare nuovamente in pubblico, ma le folle lo avevano ormai abbandonato: il suo carattere divenne estremamente irascibile, rendendogli alquanto difficoltoso l'autocontrollo. Nel 1932, poco prima del suo terzo matrimonio con Addie McPhail, Arbuckle firmò un contratto per la realizzazione di sei cortometraggi con la Warner Bros.

Epilogo

Il 28 giugno 1933, terminato di girare l’ultimo corto previsto, gli venne proposto un contratto da protagonista in un lungometraggio in fase di allestimento, per il quale avrebbe potuto tornare a usare il proprio nome. La notte successiva, il 29 giugno, il cuore di Fatty Arbuckle subì un infarto e cessò di battere per sempre. Aveva 46 anni. Secondo l’amico Buster Keaton, fu il crepacuore la vera causa della morte di Arbuckle. Il corpo dell'attore fu cremato, e le sue ceneri sparse nell’Oceano Pacifico dalla moglie. Per anni a Hollywood si è parlato di produrre un film sulla vita di Arbuckle, ma mai nessuno ha potuto trasformare la sceneggiatura in pellicola; John Belushi prima, John Candy e Chris Farley poi, furono indicati come possibili interpreti, ma per ironia della sorte tutti e tre morirono prima di poter intraprendere il progetto. Jerry Stahl ha recentemente pubblicato una biografia postuma dell'attore, tradotta in italia col titolo "Io, ciccione".

Nessun commento:

Posta un commento