29.4.11

Chris Benoit






« Il wrestling ha consumato la mia vita. È la mia matrigna, la mia passione e definisce molto la mia persona. »
(Chris Benoit)


Christopher Michael Benoit, è stato un wrestler canadese.
Ha combattuto in molte delle più importanti federazioni del Nord America e del Giappone come la Stampede Wrestling, la New Japan Pro Wrestling, la World Championship Wrestling e la Extreme Championship Wrestling; dal 2000 Benoit era sotto contratto con la World Wrestling Entertainment e pochi giorni prima della sua morte era stato assegnato al roster della ECW.
Chris Benoit era uno dei lottatori tecnicamente meglio preparati nel mondo del wrestling. Era un vero e proprio specialista del suplex in ogni sua forma, ma non disdegnava mosse delle migliori scuole di lotta libera del mondo. La sua finisher era la Crippler Crossface. Era inoltre uno dei "Three Amigos", da cui il nome della mossa di Eddie Guerrero ripresa proprio da Benoit dopo la morte di Latino Heat, insieme allo stesso Guerrero e a Dean Malenko.

Benoit è morto suicida, a soli 40 anni, il 24 giugno 2007, dopo aver ucciso la moglie Nancy e il figlio.

28.4.11

ascoltare e leggere







Johnny Cash










alla nascita J. R. Cash, è stato un cantautore e chitarrista statunitense, interprete di numerose canzoni folk e di celebri talking blues.

Uno dei sette figli (oltre a Johnny: Jack, della cui tragica morte Johnny soffrirà molto, Joanne, Louise, Reba, Roy, e Tommy, anche quest'ultimo artista country di successo) di una numerosa e povera famiglia contadina, Cash aiuta da bambino i genitori nella coltivazione del cotone in un piccolo appezzamento di terreno fornito dal governo in seguito al New Deal. Cash riferirà di avere sangue indiano nelle vene, fatto mai provato.
Si appassiona alla musica attraverso i canti nella chiesa e l'ascolto della musica country alla radio.
Nel 1950 si arruola in aviazione e conosce Vivian Liberto, all'epoca studentessa liceale. Compie una parte del servizio militare in Germania dove acquista una chitarra e comincia ad imparare a suonare da solo. In quel periodo terrà una fitta corrispondenza con Vivian che sposerà, dopo il congedo, il 7 agosto 1954. Il matrimonio finirà nel 1967 a causa dei problemi di dipendenza dalle droghe di Cash e del suo comportamento libertino.

Primo contratto

Ottiene il primo contratto nel 1955 con la Sun Records di Memphis (Tennessee), per cui incide i primi singoli, tra cui Cry, Cry, Cry (sua prima incisione) e Folsom Prison Blues. Nel 1957 è il primo solista dell'etichetta Sun a pubblicare un disco long playing, Johnny Cash with His Hot and Blue Guitar. Nel 1960 il passaggio alla Columbia dove incide un album gospel, Hymns by Johnny Cash. Il successo ha un impatto devastante sulla sua fragile psiche: la frenetica attività porta Cash a fare uso di stimolanti e anfetamine per reagire allo stress dei tour e di conseguenza a sonniferi per riuscire a dormire. Non capiterà di rado che il musicista debba annullare numerosi concerti a causa di questi abusi. A ciò si aggiungono problemi familiari, dipendenza da droghe e guai giudiziari (nel 1965 viene arrestato a El Paso (Texas) per introduzione illegale di pillole di anfetamina; nel 1967 viene salvato da un collasso per overdose).

Il matrimonio con June Carter

Si trasferisce a Nashville, dove tenta di cambiare vita e dove sposa nel 1968 June Carter, la quale nel 1963 scrive per lui il brano Ring of Fire, ritenuto uno dei suoi più grandi successi. Due anni più tardi la coppia avrà un figlio, John Carter Cash.
La versatilità nell'interpretare ballate, gospel, blues, country e rockabilly e l'incisività delle sue composizioni, ispirate alla vita e al lavoro quotidiano, fanno di Cash un vero e proprio punto di congiunzione tra la tradizione, il country moderno e il pop commerciale.
A quegli anni risale la collaborazione con il cantante Bob Dylan con cui incide 20 canzoni che appariranno nel bootleg Big River, The Nashville Session tra cui il brano Girl from the North Country che apparirà nell'LP Nashville Skyline.
Nel 1969 inizia un fortunato programma televisivo sul network ABC.
Nel 1971 interpreta A Gunfight, (Quattro tocchi di campana), film western con Kirk Douglas; poi partecipa a The Gospel Road, pellicola imperniata sulla figura di Gesù Cristo e compare nella serie televisiva del Tenente Colombo con Peter Falk dove impersona un cantante Country.
Anche la produzione musicale è di alto livello e mantiene Cash ai vertici delle classifiche con album come What is Truth, Man in Black e Flesh and Blood.
Pubblica un'autobiografia nel 1975, Man in Black, che ottiene una vendita di 1.300.000 copie (una seconda autobiografia compare nel 1998, Cash: The Autobiography).
Negli anni ottanta ha inizio il declino artistico, nonostante lo circondi la stima di colleghi e appassionati: resta comunque in classifica specialmente con Johnny 99 in cui interpreta canzoni di Bruce Springsteen.
Nel 1993 partecipa all'album Zooropa degli U2 dove canta il brano di chiusura del disco, The Wanderer, canzone che appare nel medesimo anno con un missaggio leggermente diverso anche sulla colonna sonora del film Così lontano, così vicino di Wim Wenders.
Nel 1994, con il nuovo contratto con la American Records di Rick Rubin, avviene la resurrezione di Johnny Cash. Il primo disco, American Recordings, è accolto trionfalmente, e così i seguenti Unchained (1998), American III: Solitary Man e American IV: The Man Comes Around, il suo ultimo CD, che esce quasi in contemporanea con un album-tributo che gli dedicano colleghi di tutte le generazioni.

La morte a breve distanza da quella di June

Il 15 maggio 2003, all'età di 74 anni, muore la moglie June. Nel settembre dello stesso anno Cash viene ricoverato nel Baptist Hospital di Nashville per complicazioni diabetiche, e vi muore il 12 settembre. Viene sepolto accanto alla moglie nel cimitero Hendersonville Memory Gardens a Hendersonville nel Tennessee.




27.4.11

Maori

















sono un popolo polinesiano, diffuso principalmente nel nord della Nuova Zelanda.
La loro lingua originale è detta Māori. Il maori è insegnato assieme all'inglese alla scuola dell'obbligo. Maori è una parola che significa "normale", in contrapposizione agli "invasori" inglesi definiti dagli autoctoni pakeha.
Sono generalmente alti, con la pelle di color bruno chiaro. Si ritiene che oggi la popolazione dei Maori si aggiri intorno alle 700.000 unità.

Cultura

L'arte dei Maori assomiglia a quella della Papuasia. Le loro abitazioni, in legno, sono spesso decorate con complessi intagli policromi. Artistica va considerata anche la pratica del tatuaggio del volto e del corpo, che rappresenta una delle tradizioni più importanti e resistenti di questo popolo. Tipica è anche la danza della Haka, resa celebre anche in Occidente dagli All Blacks, la nazionale di rugby neozelandese, che prima di ogni match intona la Ka Mate, una delle due versioni di Haka (l'altra, meno famosa, è la Peruperu, una danza di guerra).
La società maori è tradizionalmente suddivisa in caste.

I tatuaggi

Il moko è il tradizionale tatuaggio con cui i Maòri dipingono i loro volti. I guerrieri utilizzano il moko per raccontare la propria storia: ogni segno indica un diverso avvenimento della propria storia personale. Le donne riportano il tradizionale segno sul mento ad indicare che sono legate ad un guerriero Maòri.
Tra i tatuaggi, il kirituhi è la rappresentazione più decorativa (anche se comunque intrisa di significati legati alla felce "koru" come simbolo di nascita, rinascita spirituale e rigenerazione); a differenza del tatuaggio moko tutti possono tatuarsi questa tipologia di disegni, senza offendere la cultura.

Storia

I Maori furono storicamente in forte opposizione rispetto ai coloni inglesi, che non riuscendo a sottometterli stipularono con loro un trattato (il Trattato di Waitangi). Anche dopo la nascita della colonia, e poi dello stato indipendente della Nuova Zelanda, i Maori non hanno mai cercato l'integrazione con le altre etnie del Paese, pur essendo da tempo convertiti al Cristianesimo. Il governo neozelandese ha negli ultimi anni dato inizio a un programma di integrazione razziale per facilitare l'integrazione dei Maori nella società, al tempo stesso proteggendone il bagaglio culturale. I rapporti fra la comunità Maori e i neozelandesi di origine europea sono comunque molto meno conflittuali di quanto siano in Australia fra aborigeni ed inglesi.

Nello sport

I Maori si sono fatti riconoscere grazie alla famosa squadra di Rugby degli All Blacks (che rappresentano gli abitanti della Nuova Zelanda) i quali all'inizio della partita sono soliti praticare l' haka, un antico canto che rappresenta un' invocazione al dio sole spesso confusa per un canto di guerra. L' haka cantato dagli All Blacks differisce però in alcuni particolari dalla forma originale, comunemente insegnata, per quanto concerne i passi della danza e alcune parole.





26.4.11

Zucchero








nome d'arte di Adelmo Fornaciari, è un cantante, cantautore e musicista italiano.

« Il mio carattere si è forgiato sul marmo e l'anarchia »
(la Repubblica, 14 luglio 2002)

Adelmo Fornaciari nasce a Roncocesi, provincia di Reggio Emilia, il 25 settembre 1955. Il nome d'arte, Zucchero, deriva da un ricordo d'infanzia del cantante in cui la maestra delle elementari diceva che era "dolce come lo zucchero" e lo chiamava "Marmellata e zucchero").
È nota la sua passione per i cappelli, infatti ne indossa sempre uno diverso nei suoi spettacoli. In Inghilterra, ad un programma televisivo, lo soprannominano "the italian mad hatman" (il cappellaio matto italiano), soprannome col quale spesso verrà presentato nel mondo. Ma non è l’unico, infatti in Italia viene anche soprannominato “il maestro”, soprannome col quale è stato presentato in alcune apparizioni televisive da Bonolis, Fazio e la Cuccarini. Fino ad oggi ha venduto oltre 50 milioni di album in tutto il mondo, diventando così uno dei più importanti cantanti italiani nel mondo.

La sua prima grande passione è il calcio, il giovane Adelmo viene notato e tesserato ancora giovanissimo dalla società della Reggiana per giocare come portiere nella squadra dei pulcini. Nel 1968 la famiglia di Adelmo Fornaciari si trasferì da Roncocesi, frazione di Reggio Emilia a Forte dei Marmi, in provincia di Lucca; qui Zucchero frequentò per tre anni le scuole medie inferiori. Tre anni più tardi, nel 1971, la famiglia Fornaciari si trasferì nuovamente, questa volta ad Avenza, una frazione del comune di Carrara. Ad Avenza, Zucchero frequentò per cinque anni l'I.T.I.S. "Galileo Galilei".
Diplomato come perito elettronico, decise, vista la sua grande passione per gli animali, di iscriversi all'Università nella facoltà di Veterinaria; dopo aver superato 39 esami (su 51) decide di lasciare tutto per seguire la sua vera passione: la musica. A insegnargli i primi rudimenti con la chitarra è un americano, suo compagno di università. Durante la lunga gavetta ha svolto vari lavori tra i quali il tornitore, il salumiere ed il fornaio.

Gli inizi

« Sono cresciuto tra due mondi contrapposti: la sede del PCI e la chiesa dove suonavo l'organo. »
(Zucchero)
Tra il 1970 e il 1978 suona con alcuni gruppi: "I Duca", il trio "Amici del mare" (1971) (che collaborano al 45 giri di "Paolo Barberi e il piano verticale", "Vorrei volare/Risposta non c'è"), "Le nuove luci" ("Juanita/Canto di maggio"), "I Decals" ("Un'ora/un'ora (strumentale)") e "Sugar & Candies" ("Voulez Vous Danser My Woman", "Mi vida Something in my Life" e "Donna o bambina/Marylou"); di queste canzoni Zucchero riprenderà in seguito "Juanita", nel ritornello di "Quasi quasi" (dall'LP Zucchero & The Randy Jackson Band, nei versi "Perché se è vero che tocco il fondo / mi faccio il mondo e ritorno su, / adesso purtroppo scendo, / ma dopo salgo se sali tu") e "My Woman", con un testo in italiano ed il titolo cambiato in "Bambino io, bambino tu".
Nel 1979 scrive la musica della canzone Il gallo, per l'album del cantautore Rinaldo Del Monte e "Tutto di te" per Fred Bongusto. Nel 1980 Forma una nuova band che si chiama Taxi e si classifica primo al “Festival di Castrocaro”. La sua prima collaborazione importante è con Michele Pecora, insieme al quale realizza il brano di grande successo Te ne vai.

Festival di Sanremo

Nel 1982 esordisce al Festival di Sanremo nella categoria dei giovani, presentando la canzone Una notte che vola via, con la quale giunge in finale, ed anche produttore del brano "Lisa", cantata da Stefano Sani; sempre nella sezione "giovani", parteciperà al Festival dei Fiori nel 1983, col brano Nuvola, anch'esso ammesso alla fase finale, partecipando anche come autore della seconda classificata, Volevo dirti, cantata da Donatella Milani.
Deluso dalla sua situazione artistica, vuole dare una svolta alla sua carriera e nel 1984 vola in California. A San Francisco suona nel locale di un amico. Dopo questo periodo di pausa, nel 1985 imprime una svolta al proprio stile, orientandosi verso sonorità più internazionali e realizzando un album insieme alla Randy Jackson Band, dal quale trarrà il fortunato singolo Donne; la canzone, che partecipa a Sanremo, sarà un grande successo nonostante venga, insieme a Zucchero, attaccata dalla critica e ignorata dalle giurie.

I primi successi

col brano Canzone triste, pubblica l'album Rispetto, pregno di atmosfere e sonorità rhythm and blues. È, inoltre, l'anno della celebre performance della collega Loredana Bertè che all'Ariston si presenta fingendo una gravidanza, e che vede il trionfo dell'allora giovanissimo Eros Ramazzotti.
Risale a quest'epoca la collaborazione con Gino Paoli che comporrà con Zucchero il brano Come il sole all'improvviso. Il brano verrà inciso anche in duetto con lo stesso Paoli e pubblicato su singolo, rimanendo tuttavia inedito su album. Sempre nel disco Rispetto troviamo la canzone Nuovo, meraviglioso amico che Zucchero scrive e dedica al suo idolo Joe Cocker. Nel 1987 viene pubblicato Blue's con cui Zucchero ha la consacrazione di vendite con 1.300.000 copie vendute. Fra le hits ricordiamo: Con le mani (con testo di Gino Paoli), Senza una donna, Dune Mosse, Pippo, Non ti sopporto più, Hey Man e Solo una sana e consapevole libidine salva il giovane dallo stress e dall'azione cattolica.

Festivalbar e i primi tour

Partecipa e vince il "Festivalbar" con l'album Blue's. Fa tre concerti con il suo grande idolo Joe Cocker, i due cantano insieme una strepitosa versione del brano With a little help from my friends. Sempre nel 1988 suona alla "Fiera internazionale del disco" di Cannes che lo lancia nel mercato estero. Inizia così il suo primo tour europeo che lo porta in Francia, Germania, Olanda, Svizzera, Spagna, Danimarca e Belgio.
Nel nuovo album di Gino Paoli, L'ufficio delle cose perdute, è incluso il brano Hey mà firmato da Zucchero. Incide Snack Bar Budapest Original Movie Track, la colonna sonora del film "Snack bar Budapest" di Tinto Brass. A New York incide una versione di "Dune mosse" con Miles Davis. Il 31 dicembre 1989, durante una vacanza in montagna, Zucchero forma, insieme a Dodi Battaglia, Fio Zanotti, Maurizio Vandelli, Michele Torpedine e Umbi Maggi, la band I Sorapis, goliardica ma convincente formazione musicale. Con I Sorapis, Zucchero pubblica l'album Walzer d'un Blues (1993), registrato in una settimana a casa del bassista del gruppo.
Il successo di Zucchero verrà confermato nel giugno 1989 con l'album Oro, incenso e birra, che diviene l'album più venduto della storia italiana: oltre 1.700.000 copie. Tra i brani inclusi vi sono Diavolo in me, Overdose d'amore, Madre dolcissima e la delicata Diamante, su testo di Francesco De Gregori, dedicata alla nonna di Zucchero, che si chiamava appunto Diamante.
Sono del 1989 i due concerti a Viareggio che vedono protagonisti Zucchero, Joe Cocker e Miles Davis sullo stesso palco e il concerto all'arena di Verona dove Zucchero duetta con Ray Charles, che del bluesman italiano disse:
« Questo ragazzo è così tanlentuoso... Una voce incredibile... Probabilmente uno dei migliori artisti blues con cui abbia mai lavorato. »
(Ray Charles)
Da allora Zucchero, oltre a continuare a pubblicare album di grande successo, intraprenderà una frenetica opera di collaborazione con artisti di calibro internazionale, tra i quali Paul Young, Joe Cocker, Luciano Pavarotti (col quale interpreterà in duetto il brano Miserere, incluso nell'omonimo album del 1992), Fernando Fher Olvera, Eric Clapton, Stevie Ray Vaughan, e molti altri.
Viene premiato al "Festivalbar" con il premio speciale Europa. Nel 1990 parte un nuovo tour e le prime dodici date vengono svolte a Londra alla Royal Albert Hall, per poi continuare in tutta Europa, come supporto ad Eric Clapton. Esce l'album Zucchero Sings His Hits in English dove l'artista canta i suoi maggiori successi tradotti in lingua inglese; il disco esce in tutta Europa, in Sud America, in Giappone, negli Stati Uniti, in Asia, in Australia e in Sud Africa.
È il primo artista occidentale a cantare al Cremlino di Mosca dopo la caduta del muro di Berlino. Il concerto viene trasmesso in diretta televisiva in molti paesi europei. Nel 1991 esce il singolo Senza una donna (Without a woman) cantato con Paul Young. Il disco raggiunge il primo posto in quasi tutti i paesi europei, il secondo in Inghilterra e il quarto posto negli Stati Uniti. Partecipa con Sting al "Gran premio internazionale della televisione". Nel 1992, unico italiano invitato, partecipa al Freddie Mercury Tribute Concert, interpretando la canzone Las palabras de amor, in memoria dell'indimenticato cantante dei Queen: da quel momento inizia la collaborazione musicale e l'amicizia in particolare col chitarrista Brian May e il batterista Roger Taylor.

Zucchero e la lirica

Per la parte del tenore nei provini del nuovo disco chiama il giovane Andrea Bocelli mentre, tra i coristi c'è anche la giovanissima Giorgia Todrani che, senza cognome, diventerà famosa al "Festival di Sanremo" qualche anno dopo. I brani Senza una donna (without a woman) e Diamante entrano a far parte della colonna sonora del telefilm "Baywatch". Il brano You're losing me, invece, viene incluso nella colonna sonora del film "Red shoe diaries" che in Italia uscirà con il titolo di "Orchidea selvaggia 3".
Il 1992 è anche l'anno in cui incide "Miserere" , in duetto con Pavarotti , brano che dà il titolo all'intero album, che esce in tutto il mondo. Si disse che 'inizialmente riluttante Pavarotti si era convinto ad accettare dopo aver ascoltato un'incisione-prova in cui il tenore è l'ancora sconosciuto Bocelli . Il duetto tra una voce moderna e un tenore fu una novità assoluta e al contempo una rivelazione, anche se il successo commerciale, considerata la presenza di Pavarotti , non fu all'altezza delle aspettative. Ne seguiranno altri, con la nascita del Pavarotti & Friends, ma Miserere resta l'unico caso famoso di brano composto appositamente per un duetto di questo tipo.

Successo internazionale

Nel 1993 a Montecarlo al "The 1993 world music awards" viene premiato come il cantante italiano che ha venduto più dischi nel mondo in quell'anno. Nel 1994, unico italiano, partecipa al concerto di Woodstock '94 e la versione live di Mama viene inclusa nel doppio cd dell'evento. Zucchero lancia definitivamente Andrea Bocelli. Esce infatti il suo primo disco intitolato Il mare calmo della sera. Zucchero è autore di vari brani. Nel 1995 esce in tutto il mondo l'album Spirito DiVino che, trainato dai singoli X colpa di chi?, Così celeste, e Il volo, vende più di 3.000.000 di copie e riceve il disco di diamante.
Invitato da Dan Aykroyd si esibisce alla "House of Blues" in una serata di gala per la celebrazione del 46º compleanno di John Belushi esegue: Diavolo in me e You are so beautiful accompagnato dalla Blues Brothers Band; durante l'esecuzione Jim Belushi e Dan Aykroyd ballano sul palco indossando i classici abiti dei Blues Brothers.
House of Blues
Il brano Feels like a woman viene inserito nella colonna sonora del film "French kiss". Vince il premio come miglior album dell'anno al "Festivalbar". Nel 1996 esce The Best of Zucchero - Sugar Fornaciari's Greatest Hits che ottiene ben 11 dischi di platino solo in Italia, grazie anche al singolo Menta e rosmarino, nel cui video recitano Mietta e Natalia Estrada. L'anno dopo esce una nuova versione del Best of che include anche la cover di Va' Pensiero di Giuseppe Verdi riadattata da Zucchero e Mino Vergnaghi.
Parte per un tour che lo porta nelle maggiori città europee; importanti sono le date fatte a Brunico con diretta TV su un palco a 2000 m di altitudine e quella al Paradiso di Amsterdam. A Montecarlo al "The 1996 world music awards" viene nuovamente premiato come il cantante italiano che ha venduto più dischi nel mondo in quell'anno. Zucchero è il primo artista italiano che appare sulla "The faber companion to 20th century popular music" la più autorevole enciclopedia della musica moderna del ventesimo secolo. Partecipa a "La fete de la musique de la republique a Paris" come artista dell'anno di maggior successo. Unico italiano che partecipa al "Montreux Jazz Festival" si esibisce dopo il mitico Little Richard.
Si esibisce a Milano al "World Rhythm Festival" dove ha come ospite alla chitarra il leggendario bluesman di Chicago Buddy Guy. In Belgio viene istituita la manifestazione "IFPI Platinum Europe Awards" allo scopo di premiare gli artisti che in europa hanno venduto oltre un milione di copie, Zucchero viene premiato per gli oltre due milioni di vendite dell'album. Nel 1997 esce nei negozi la colonna sonora del film "Prince valiant" dal titolo "Prince Valiant Original Soundtrack" dove canta in coppia con Alannah Miles il brano What are we waiting for. In occasione della "Mostra del cinema di Venezia" si esibisce con Gerard Depardieu cantando il brano Un piccolo aiuto che in Francia viene pubblicato come singolo: i proventi sono devoluti in beneficenza alla fondazione per la ricerca e la prevenzione dell'AIDS.
Nel 1998 si esibisce a New York in occasione del "Annual Grammies Award" invitato da Luciano Pavarotti canta "Va, pensiero". Viene invitato da Roman Polanski a Gstaad, città dove si svolge il "Cinemusic International Festival", affiancato da Vangelis e da una grande orchestra. L'album di inediti successivo è Bluesugar (con Blu, Puro amore e You make me feel loved), uscito nel 1998, che conferma la popolarità dell'artista, così come Shake(2001) che, anche grazie ai singoli Baila, Sento le campane, Ahum, Dindondio, vende 300.000 copie a prenotazioni. Nel 1999 viene pubblicato un cartone animato musicale dal titolo "La banda del rock, i musicanti di Brema" le parti cantate, sono interpretate da: Zucchero, B.B. King, Oleta Adams e James Ingram.
Invitato da Bono degli U2 partecipa al "Net-aid" un concerto di beneficenza che si svolge a Londra (Wembley Stadium), a Ginevra (Palais des Nations) e nel New Jersey (Giants Stadium) dove Zucchero esegue Il volo e accompagna con la chitarra Bono nel brano One e con i vari ospiti esegue il brano New day; lo spettacolo viene trasmesso via internet e l'incasso dell'operazione è destinato ai bambini delle aree più depresse del mondo.

Nel 2000 invitato in Germania da Lothar Matthäus, suo grande ammiratore, suona prima della partita d'addio al calcio del grande campione tedesco. Nel 2001 al "Festival di Sanremo" si presenta come co-autore e autore di due brani: Luce (tramonti a nord est) co-scritta e cantata da Elisa e Di sole e d'azzurro cantata da Giorgia, le due canzoni si classificano rispettivamente prima e seconda. Inoltre Elisa vince anche il premio della critica. Esce l'album "Shake" che vanta la collaborazione con John Lee Hooker. Grande successo ha avuto anche la collaborazione con il gruppo messicano dei Maná. Con questi, tra le altre cose, ha cantato Baila Morena e ha partecipato all'album Revolución de amor, cantando con Maná la fortunata canzone Eres mi religión.
Partecipa come superospite al "Fifa football world player gala" a Zurigo, famosa rassegna dove viene consegnato il pallone d'oro. Nel 2002 viene pubblicato il nuovo cd di Mina Veleno che include il brano scritto anche da Zucchero: Succhiando l'uva. Esce in tutti i cinema "Spirit - Cavallo selvaggio" il nuovo cartoon natalizio della DreamWorks con la colonna sonora italiana cantata da Zucchero. Nel 2003 in Svizzera per tre serate speciali durante le quali i migliori pattinatori del mondo si esibiscono durante il suo concerto, l’ultima sera quando la pluricampionessa mondiale Denise Biellmann, sulle note di Così celeste ha pattinato per l’ultima volta davanti al pubblico, Zucchero ha voluto concludere la serata dedicandole la sua versione del brano Va’ pensiero.
L'album Zu & Co. del 2004 dove il cantautore duetta con alcuni grandi della musica, debutta al numero 85 della Top 200 di Billboard. Il disco, uscito negli Stati Uniti su etichetta Concorde Records, ha raggiunto le 200.000 copie vendute, grazie anche alla distribuzione nei locali della catena Starbucks. Del successo di Zucchero negli Stati Uniti, hanno parlato anche il Wall Street Journal Europe e il Los Angeles Times. Le canzoni incluse, a parte i due inediti "Il grande Baboomba" (singolo di lancio del disco e la cover Indaco dagli occhi del cielo), sono vecchi successi riarrangiati e interpretati con vari artisti internazionali tra cui Macy Gray, Tom Jones, B. B. King, Andrea Bocelli, Sting, Dolores O'Riordan, Solomon Burke e Sheryl Crow.
Partecipa a “BBC a beautiful day” manifestazione organizzata dalla BBC per celebrare l'entrata di dieci nuove nazioni nella comunità europea. Vince il Festivalbar 2004 e nel luglio del 2005 partecipa al Live 8 sia a Roma che a Parigi. Unico ambasciatore 46664 presente alla manifestazione “Festival 46664 Comunidad de Madrid” che si svolge nella capitale spagnola si esibisce come ospite principale nella serata conclusiva. È il primo artista italiano ad avere l'intera discografia pubblicata sul nuovo supporto fonografico: superaudio cd. Durante un importante festival cinematografico consegna il premio alla carriera al regista Francis Ford Coppola.Poco tempo dopo il concerto in onore di Nelson Mandela, la band inglese Queen, ora capitanata dal chitarrista Brian May, decide di ricominciare il lavoro in studio dopo 15 anni dalla morte dello storico leader Freddie Mercury. Lo stesso May si mise alla ricerca di una nuova voce per la band, e la prima scelta del chitarrista ricadde sul bluesman italiano. Zucchero, lusingato e onorato dell'invito, decise di rifiutare la proposta.
« Una volta, [...] mi ha anche chiesto di entrare a far parte della band. Sì, proprio dei Queen. In un tour. Gli ho dato del matto. Sostituire Freddie Mercury? Lesa maestà. Sarebbe stato bello, essere un Queen, ma preferisco ambire alla corona di Re Del Soul, almeno in Italia. »
(Zucchero)
Nel settembre 2006 viene pubblicato in tutto il mondo l'album Fly. L'album costituisce un cambiamento rispetto ai dischi precedenti, con uno stile più pop, molte ballate, e collaborazioni d'autore con artisti come Ivano Fossati e Jovanotti. Particolare successo ottengono il singolo di lancio Bacco perbacco e il successivo Occhi. In Francia esce “Les Bronzés 3”, terzo capitolo della famosissima saga francese, dopo una settimana il film era stato visto da 1.000.000 di persone decretandone già il successo. Il brano principale della colonna sonora è Baila Morena nella versione cantata con i Manà che raggiunge il vertice della classifica francese.
Zucchero viene insignito dell'onorificenza di Commendatore dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. È nominato ai 49º Grammy Award nella categoria “Traditional R & B Vocal per la versione di “You Are So Beautiful” inclusa nel nuovo disco di Sam Moore. Nell'ottobre 2007 viene lanciato a livello mondiale il singolo Wonderful Life, cover di un grande successo del 1987 dell'inglese Black, nome d'arte di Colin Vearncombe. La canzone è inclusa nel suo secondo Greatist hits, All the Best pubblicato il 23 novembre 2007 che contiene anche le cover di You Are So Beautiful e I Won't Let You Down.
Viene premiato con il Telegatto di platino da Sorrisi e Canzoni per la diffusione della musica italiana all'estero. A Bruxelles partecipa al grande concerto per festeggiare i 50 anni dell'Unità Europea. La rete televisiva americana WOIW21 New York Public Television, trasmette per la prima volta in esclusiva per gli Stati Uniti il concerto-evento del 2004 “ZU&Co.” che ha visto Zucchero protagonista sul palco della prestigiosa Royal Albert Hall, con tantissimi ospiti.
A sorpresa suona al Parc Des Eau Vives di Ginevra davanti a 40.000 persone per festeggiare la vittoria di Alinghi all'America's Cup. All'Arena di Verona canta per tre serate consecutive sold out, è il primo artista sia italiano che internazionale che per tre sere di seguito fa il tutto esaurito all'Arena. Il 14 giugno 2008 tiene un concerto allo Stadio San Siro di Milano, trasformando lo stadio in un grande teatro all'aperto, davanti a migliaia di fan e in diretta televisiva nazionale. Durante il concerto, che ripercorre i principali successi del cantante reggiano, Zucchero dedica uno speciale tributo all'amico Luciano Pavarotti, scomparso pochi mesi prima.
Dal 24 ottobre 2008 è in airplay in tutte le radio Una Carezza, canzone composta da lui in memoria della madre Rina Fornaciari. Il 28 novembre esce in tutto il mondo "Live in Italy", 2CD + 2DVD contenenti alcuni inediti e i filmati e le registrazioni estratte dal concerto all'Arena di Verona, per il "Fly World Tour 2007", e quello allo stadio milanese di San Siro, per il "All the Best World Tour 2008".
Il 19 febbraio 2009 è ospite al Festival di Sanremo per duetterare assieme ai Sorapis con la figlia Irene Fornaciari, in gara con il brano Spiove il sole. Il 21 aprile 2009 partecipa alla registrazione del singolo Domani 21/04.09, iniziativa a favore della ricostruzione dell'Aquila a seguito del terremoto. Il 4 giugno 2009 Zucchero è l'unico artista italiano sul palco del Mandela Day a New York.
Il 19 agosto 2009 Zucchero è tra gli ideatori e realizzatori di un concerto-tributo totalmente devoluto in beneficenza a Viareggio allo Stadio Torquato Bresciani, per ricordare le vittime dell'incidente ferroviario avvenuto in questa città, che costò la vita a 32 persone. Tra gli artisti che si sono esibiti anche Sting.

Il 14 febbraio 2010 riceve a Novellara dai Nomadi il premio " XVIII Tributo ad Augusto" nell'ambito dell'annuale NomadIncontro. Ad Ottobre 2010 partecipa al nuovo lavoro dei Nomadi dove duetta con Danilo Sacco nella cover di Hey Man. Il 3 novembre 2010 è uscito il suo diciassettesimo album Chocabeck: lanciato dal singolo È un peccato morir, il disco ha registrato alte prevendite ed ha venduto oltre 150.000 copie nella sola prima settimana, che hanno permesso all'album di debuttare direttamente alla posizione #1 della classifica ufficiale FIMI.

« Io vengo dalla strada, lo sanno tutti. Fra amici usiamo le parolacce praticamente con affetto: "Vieni qui merdaccia", "Cosa fai, troione". Così a me viene naturale elevare un po' il tono e il ritmo ai concerti, "alzate un po' il culo e venite a ballare". È il mio stile, piaccia o no. Ai miei fan piace. Sarebbe molto più facile fare lo spettacolo normale "buonasera signore e signori, grazie dell'applauso, arrivederci alla prossima estate" »
(la Repubblica, 15 agosto 2007)





C. C.













24.4.11

buon compleanno







... auuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuguuuuuuriiiiiii...

auguri













Hatshepsut









Maatkara Hatshepsut è stata il quinto sovrano XVIII dinastia egizia.


Hatshepsut fu la figlia più giovane di Thutmose I e della Grande Sposa Reale Iahmes.Thutmose I ebbe dalla sua regina principale solamente un'altra figlia, Akhbetneferu, che morì in tenera età, mentre ebbe numerosa discendenza da Mutnofret, secondo alcuni sorella di Iahmes, una delle sue mogli secondarie. I figli maschi furono: Amenmose e Wadjmose educati alla successione ma deceduti ancora adolescenti ed il futuro Thutmose II.
Al momento della morte di Thutmose I, Thutmose II, per confermare il suo diritto al trono, sposò Hatshepsut attribuendole il titolo di Grande Sposa Reale.
La durata del regno di Thutmose II, 18 anni secondo Manetone, 3 anni, al massimo 4, secondo alcuni storici moderni rende difficoltoso stabilire che influenza abbia avuto Hatshepsut durante il periodo di governo del marito.
A parziale conferma di un regno breve vi è, oltre ad una tomba (KV42) incompleta e non utilizzata, la circostanza che l'erede al trono, Thutmose III, figlio del sovrano e di una sposa secondaria, fosse ancora minorenne.


L'ascesa al trono

Nominata in un primo tempo reggente in nome del figliastro, Hatshepsut, dopo aver ottenuto l'appoggio dei più alti funzionari e del clero tebano di Amon, tra cui Hapuseneb che venne innalzato al rango di Primo Profeta, iniziò un' opera di propaganda tesa a dimostrare come il padre, Thutmose I, l'avesse nominata sua diretta discendente e quindi nel diritto di salire al trono. A coronamento di tale opera di propaganda Hatshepsut si nominò coreggente insieme a Thutmose III attribuendosi quindi tutte le prerogative ed i titoli della sovranità.
Uno dei punti più famosi della propaganda è il mito sulla sua nascita.
In questa narrazione lo stesso Amon, nella personificazione di Amon Ra andò da Iahmes, dopo aver assunto le sembianze di Thutmose I, e la svegliò con un odore piacevole. Quindi Amon Ra pose l'Ankh, simbolo di vita, sul naso di Iahmes, e Hatshepsut fu concepita.
Khnum, il dio che dà forza al corpo dei bambini umani, venne invitato a creare un corpo e un Ka, ossia la la forza vitale, di Hatshepsut poi il dio e la dea Heket, dea della vita e della fertilità, posizionarono Iahmes su di un letto a forma di leone dove ella partorì Hatshepsut.
Per rafforzare ulteriormente la sua posizione venne diffuso un pronunciamento dell'Oracolo di Amon, mediato del clero tebano, che proclamò come fosse desiderio del dio che la figlia di Thutmose I sedesse sul trono.
Hatshepsut pubblicizzò l'appoggio di Amon al suo regno facendo scolpire l'approvazione del dio sui suoi monumenti, per esempio:
« Benvenuta mia dolce figlia, mia prediletta, il Re dell'Alto e del Basso Egitto, Maatkare, Hatshepsut. Assumi il ruolo di Signore, prendi possesso delle Due Terre. »
Inoltre Hatshepsut aggiunse all'appoggio divino anche l'intenzione del padre di assegnarle le corone d'Egitto.
La propaganda a supporto delle sue rivendicazioni è riportata anche su un'iscrizione parietale del suo tempio funebre:
« Allora sua maestà disse loro: “Questa mia figlia, Khnumetamun Hatshepsut- possa essa vivere!- ho deciso che siederà sul mio trono dopo di me… lei potrà dirigere il popolo in ogni aspetto del lavoro di palazzo; essa infatti potrà condurvi. Ubbidite alle sue parole, unitevi tutti sotto il suo comando. I nobili di sangue reale, i dignitari e i capi del popolo ascoltarono questo proclama in favore di sua figlia, la Regina dell'Alto e Basso Egitto, Maatkare- possa essa vivere in eterno. »
Sulla durata del periodo di coreggenza le fonti sono incerte secondo alcuni l'atto sarebbe avvenuto dopo soli due anni di reggenza mentre secondo altri sarebbe da datare al settimo anno di regno.


Il regno

Durante il suo regno Hatshepsut si impegnò nell'opera, già iniziata dai suoi predecessori, per ristabilire i contatti e l'influenza egizia sui paesi stranieri, influenza che era venuta meno durante il periodo hyksos.
La prima spedizione, 9º anno di regno, nel Paese di Punt, probabilmente situato sulla costa della Somalia, è rimasta documentata dai rilievi del tempio funerario di Deir el-Bahari. La spedizione composta da 5 navi della lunghezza di 70 piedi ritornò portando numerosi tesori tra cui mirra ed alberi d'incenso che vennero piantati nel cortile del tempio funerario della regina.
In un rilievo, proveniente sempre dalla stessa località, rimane anche la grottesca descrizione della regina del Paese di Punt descritta come particolarmente opulenta.
Si presume, anche se non ci sono pervenute testimonianze in merito, che durante il regno di Hatshepsut vi siano state campagne militari, o almeno azioni per mantenere i risultati ottenuti dalle campagne di Thutmose I in Nubia, Palestina e Siria.
Nel 15º anno di regno la regina celebrò la Festa Sed (Heb Sed) che secondo la tradizione avrebbe dovuto essere celebrata solamente in occasione del 25º anno di regno.
Alla sua morte, avvenuta nel 22º anno di regno, Hatshepsut venne sepolta nella Valle dei Re (KV20) in attesa che fosse predisposta una tomba nei pressi del Djeser-Djeseru (La sublime sublimità) il complesso funerario che il suo architetto Senemut aveva realizzato a Deir el-Bahari dove la Valle dei Re termina in direzione del Nilo.
Secondo una leggenda popolare e Hatshepsut sarebbe stata la principessa che trovò Mosè galleggiare sul Nilo, tale leggenda è stata largamente screditata dagli egittologi e dagli studiosi della Bibbia.
Quasi subito dopo la sua morte iniziò l'azione di damnatio memorie messa in atto da Thutmose III, e dai suoi successori, azione che comportò la cancellazione del nome di Hatshepsut da tutti i monumenti e la manomissione delle statue. Anche la mummia venne rimossa dalla tomba ufficiale.
Nel famoso rifugio scavato nella roccia nelle vicinanze del tempio funerario di Hatshepsut, ove durante la XXI dinastia vennero nascoste le mummie di molti sovrani per sottrarle all'azione dei violatori di tombe, venne rinvenuta una mummia femminile, priva di indicazioni sull'identità, ma al cui fianco si trovava una cassetta, recante il nome di Hatshepsut, contenente un fegato mummificato ed altri reperti. Tale mummia venne quindi considerata essere quella della regina. Tale ipotesi venne messa in discussione dal ritrovamento in KV60, vicino alla sepoltura di Sitra-in, nutrice della stessa Hatshepsut, di un cadavere femminile che presentava caratteristiche attribuite alla regina ed una postura di mummificazione tipica dei membri della famiglia reale. Ulteriori studi su tale mummia, comportanti il confronto tra alcuni reperti attribuibili con sicurezza alla regina e la mummia in questione (analisi del DNA) hanno permesso, nel 2007, di confermare tale ipotesi, pertanto la mummia rinvenuta in KV60 è ora ritenuta quella di Hatshepsut. Un'altra convincente prova dell'identità della mummia è il ritrovamento in una piccola scatola di legno con nome e cartiglio di Hatshepsut, che ne contiene le viscere ed un singolo dente con una sola parte della radice. La parte di radice mancante è ancora nella mascella della mummia, il che ha fugato gli ultimi dubbi sul suo riconoscimento.
È comunque da notare come, malgrado l'azione di Thutmose III e dei suoi successori, per cancellare Hatshepsut, il suo nome , e la sua memoria, rimasero nel tempo, e probabilmente anche nelle documentazioni. Infatti essa compare nelle liste di Manetone, con il nome di Amessis e l'indicazione che fosse la sorella di Thutmose II, liste compilate almeno 1000 anni dopo il tempo della XVIII dinastia e, probabilmente, basate su documenti che non sono giunti fino a noi.


L'attività edilizia di Hatshepsut

L'edificio di maggior rilievo legato al nome di Hatshepsut è certamente il Djeser Djeseru, l'imponente tempio funerario eretto a Deir el-Bahari per mano di Senemut, architetto e primo consigliere della regina. L'edificio è costituito da una serie di terrazze colonnate ornata ciascuna da un giardino, ricavate sul fianco della scarpata rocciosa che delimita la valle del Nilo.
L'opera di Hatshepsut è anche evidente in altre località come a Karnak ove fece erigere obelischi e statue e dove rimane la famosa Cappella Rossa, una struttura destinata a reliquiario, importante per le iscrizioni che ne coprono le pareti.


La damnatio memoriae

Dopo la sua morte, molti dei monumenti a lei dedicati furono distrutti o vandalizzati. Sostituire, sui monumenti, il nome del vecchio sovrano con quello del nuovo era una pratica comune nell'antico Egitto, ma in alcuni casi questo atto aveva lo scopo di damnatio memoriae; portando alla scomparsa della persona dalla storia e quindi cancellandone l'esistenza.
Gli egittologi hanno pareri difformi su chi sia stato, effettivamente, a cancellare il nome di Hatshepsut dai monumenti, ed anche sulla cronologia di tali atti: Charles Nims e Peter Dorman hanno esaminato questi vandalismi e li hanno datati, approssimativamente, dopo il quarantaduesimo anno di regno di Thutmose, ossia verso la fine del regno mentre Donald Redford suggerisce una motivazione più pragmatica: Thutmose III aveva bisogno di dimostrare la sua legittimità a regnare e quindi si attribuì le opere della sua matrigna e associata al trono.
Redford annota:
« Qua e là, nei più profondi recessi dei santuari o della tomba, dove gli occhi dei plebei non potevano vedere, le immagini e le iscrizioni della regina sono rimaste intatte... che mai lo sguardo del popolo potrà vederle di nuovo,così da mantenere il calore ed il timore di una presenza divina. »

23.4.11

sbrisolona mantovana






200 gr. di mandorle dolci
250 gr. di farina bianca
150 gr. di farina gialla a grana fine
200 gr. di zucchero
200 gr. di burro
2 tuorli d'uovo
scorza di un limone grattugiata
sale

preparazione: questa tipica torta della zona di Mantova si chiama sbrisolona per la sua tendenza a sbriciolarsi fin da prima della cottura, questo è dovuto alla presenza di farina di mais e a causa del tipo di lavorazione della pasta. La sbisolona è una torta dura, molto friabile, che solitamente viene spezzata e non tagliata. Accendere il forno impostando il termostato a 180°C, quindi immergere le mandorle in acqua bollente, pelarle e tritarle in maniera abbastanza grossolana. Mescolare la farina bianca e quella gialla, lo zucchero, le mandorle tritate, la scorza di limone e un pizzico di sale. Disporre tutto a fontana, creare un piccolo incavo ed al centro versare le uova ed il burro a piccoli pezzi.Amalgamare sfregando il tutto tra le dita in modo da non far formare un composto omogeneo, bensì un insieme di grumi. Quindi versare l'impasto in una tortiera di circa venticinque centimetri di diametro, che sarà stata in precedenza imburrata ed infarinata. Prestare attenzione a non livellare la superficie, distribuendo poi le mandorle tritate sopra. Colpire leggermente il fondo della tortiera per evitare che si rimangano degli spazi vuoti. Infornate per circa 60 minuti, infine servire la torta fredda con una leggera spolverata di zucchero semolato.

- Ingredienti per: 8 persone

- Tempo di cottura: 60 minuti

- Tempo di preparazione: 20 minuti

- Difficoltà: ricetta facile

cioccolato













Il cioccolato (o la cioccolata) è un alimento derivato dai semi della pianta del cacao (Theobroma cacao L.) diffuso e ampiamente consumato nel mondo intero. È preparato a partire dal burro di cacao (la parte grassa dei semi di cacao) con aggiunta di polvere di semi di cacao, zucchero e altri ingredienti facoltativi, quali il latte, le mandorle, le nocciole o altri aromi.
Il cioccolato viene prodotto nelle forme più svariate; la più comune è la tavoletta, ma, sia industrialmente che artigianalmente, il cioccolato viene modellato in forme diverse, specie in occasione di ricorrenze o festività - come nel caso delle uova di Pasqua.
Oltre a ciò, il cioccolato è anche un ingrediente di svariati dolciumi, tra cui gelati, torte, biscotti e budini.
Alcuni studi sembrano confermare che il consumo frequente di cioccolato possa condurre ad un particolare forma di dipendenza detta, per analogia con l'alcolismo, cioccolismo. Altri studi dimostrano come l'assunzione di cioccolato stimoli il rilascio di endorfine, in grado di aumentare il buon umore.
Il termine "cioccolata" viene utilizzato come sinonimo di "cioccolato" oppure per indicare una bevanda liquida a base di polvere di semi di cacao, nell'uso occidentale contemporaneo invariabilmente con l'aggiunta di zucchero (al contrario di come veniva consumato il cacao in bevande salate e speziate nelle culture precolombiane.

L'origine linguistica delle parole cacao e cioccolato

La pianta Theobroma Cacao (nome scientifico del cacao) fu classificata da Linneo, considerando il nome che aveva e l'uso che se ne faceva presso le civiltà che la utilizzavano all'epoca: cacao cibo degli dei.
Il cacao, nella lingua della famiglia mixe-zoqueana che parlavano gli olmechi attorno al 1000 a.C., si pronunciava kakawa. In epoche successive i maya, più precisamente nel corso del loro periodo classico (fra il III secolo ed il X secolo), iniziano a chiamare il Theobroma con il termine "kakaw". In quel tempo si cominciavano a miscelare alla bevanda aromi di varia natura, ad esempio il chili, e essa assumeva il nome di "ik-al-kakaw".
Note sulla pronuncia
Nella lingua nahuatl che parlavano allora gli aztechi, la desinenza "tl" si pronunciava "te" e "ch" aveva un suono di "c" dolce. L'accento tonico cadeva sempre sulla penultima sillaba.
Presso i maya il cioccolato veniva chiamato kakaw uhanal, ovvero "cibo degli Dei", e il suo consumo era riservato solo ad alcune classi della popolazione (sovrani, nobili e guerrieri). I maya amavano la bevanda di cacao preparata con acqua calda. Acqua si diceva haa, e caldo si diceva chacau. La bevanda di cacao assumeva il semplice nome di chacauhaa. Sinonimo di chacau era chocol, da cui deriva chocolhaa, sicuramente il primo nome che si avvicina allo spagnolo chocolate.
Facendo un ulteriore salto, arriviamo alla conquista spagnola della seconda metà del XVI secolo dove si consumava una bevanda per metà di cacao ("cacahuatl") e per metà di "pochotl" che prendeva il nome di "chocolatl" ('chocol' di radice maya che significa caldo e 'atl' di radice azteca che significa acqua, pronuncia "ciocolate"). In ogni caso, perché gli spagnoli per indicare le bevande a base di cacao non accolsero "cacahuate", ma preferirono adottare "chocolatl"? Questo fatto dipenderebbe da quel fenomeno per cui le parole di una certa lingua possono avere suono e significato inaccettabile in altre. Il termine «caca», in spagnolo è un'espressione volgare, connessa con le feci e non poteva essere tollerabile un suono del genere per indicare una bevanda consumata prevalentemente dall'aristocrazia e dalla nobiltà reale, soprattutto se riferita ad una bevanda densa, marrone scuro e originariamente amara.
Una seconda teoria fa derivare la parola dal dio Azteco Quetzalcoàtl, che secondo la leggenda donò ai mortali il seme del cacao per farne una bevanda amara, energetica e afrodisiaca. Secondo tale teoria da qui deriverebbe il nome del seme cacahuatl e poi anche di chocolatl.
Una ulteriore teoria, che sembra la meno credibile, parte dall'etimologia proposta da Thomas Gage (peraltro molto utilizzata in campo gastronomico), in cui oltre al termine nahuatl atl si aggiunge choco, onomatopeico che indicherebbe il suono prodotto dal "molinillo"[4] che agita la mistura durante la preparazione. Contrariamente a quanto si pensa, poi, il termine molinillo non sarebbe il diminutivo dello spagnolo molino (mulino), che effettivamente ha poco a che fare con il movimento che occorre per preparare il cioccolato, ma dal verbo nahuatl molinìa, che significa muovere, sbattere ed agitare, da cui deriva anche il sostantivo moliniani, che indica ciò che è si muove o che si agita.

La storia del cacao e del cioccolato

La pianta del cacao ha origini antichissime e, secondo precise ricerche botaniche si presume che fosse presente più di 6000 anni fa nel Rio delle Amazzoni e nell'Orinoco. I primi agricoltori che iniziarono la coltivazione della pianta del cacao furono i Maya solo intorno al 1000 a.C.Le terre che si estendono fra la penisola dello Yucatàn, il Chiapas e la costa pacifica del Guatemala furono quindi le prime a vedere l'inizio della storia del cacao, e insieme ad esso del cioccolato. La leggenda dice che la coltura del cacao fu sviluppata dal terzo re Maya: Hunahpu. Un'altra leggenda, questa volta azteca, dice che in tempi remoti una principessa fu lasciata, dal suo sposo partito in guerra, a guardia di un immenso tesoro; quando arrivarono i nemici la principessa si rifiutò di rivelare il nascondiglio di tale tesoro e fu per questo uccisa; dal suo sangue nacque la pianta del cacao, i cui semi sono così amari come la sofferenza, ma allo stesso tempo forti ed eccitanti come le virtù di quella.
Tornando alla storia, successivamente ai Maya anche gli aztechi iniziarono la coltura del cacao, e in seguito la produzione di cioccolata; associavano il cioccolato a Xochiquetzal, la dea della fertilità.
Con valore mistico e religioso, il cacao veniva consumato dall'élite durante le cerimonie importanti, offerto insieme all'incenso come sacrificio alle divinità e a volte mischiato al sangue degli stessi sacerdoti. A conferma di ciò, sono stati trovati diversi esempi di raffigurazione della pianta del cacao su alcuni vasi e codici miniati Maya. Oltre ad un impiego liturgico e cerimoniale, nelle Americhe il cioccolato veniva consumato come bevanda, chiamata xocoatl, spesso aromatizzata con vaniglia, peperoncino e pepe. Tale bevanda era ottenuta a caldo o a freddo con l'aggiunta di acqua e eventuali altri componenti addensanti o nutrienti, quali farine e minerali. Altri modi di preparazione combinavano il cioccolato con la farina di mais ed il miele. La sua caratteristica principale era la schiuma, che veniva anticamente ottenuta mediante travasi ripetuti dall'alto da un recipiente ad un altro. Con la Conquista spagnola, si impone l'uso del molinillo, che ruotato velocemente avanti e indietro tra le mani consentiva di ottenere in tempi più brevi la densa schiuma tanto amata dai consumatori della bevanda.
Non si può non notare, per inciso, la singolare coincidenza del procedimento di preparazione della bevanda di cacao e acqua per travaso, con l'uso africano di preparare il (tre cicli successivi di preparazione, ciascuno dei quali si ottiene per bollitura delle foglie di tè, travasi ripetuti dall'alto fino al montare della schiuma -peraltro ovviamente meno consistente di quella del cacao- e consumo).
Il xocoatl aveva l'effetto di alleviare la sensazione di fatica, effetto probabilmente dovuto alla teobromina in esso contenuta. Esso era un articolo di lusso in tutta l'America centrale pre-colombiana; i semi di cacao erano usati come moneta di scambio, di conto e anche come unità di misura: nel tesoro dell'imperatore Motecuhzoma (più noto con il nome storpiato di Montezuma) se ne poterono trovare quasi un miliardo.
Si dice che quello del xocoatl fosse un gusto squisito. José de Acosta, un missionario gesuita spagnolo che visse in Perù e poi in Messico nel tardo XVI secolo scrisse:
Disgustoso per coloro che non lo conoscono, con una schiuma o pellicola in superficie che è molto sgradevole al gusto. Tuttavia è una bevanda molto apprezzata dagli indiani, che la usano per onorare i nobili che attraversano il loro paese. Gli spagnoli, sia uomini che donne, che si sono abituati al paese sono molto golosi di questo Chocolaté. Dicono di prepararne diversi tipi, caldi, freddi, tiepidi, e di aggiungervi molto chili; ne fanno inoltre una pasta che dicono essere buona per lo stomaco e contro il catarro.
Nel 1502 avvenne il contatto del cacao con la civiltà europea: Cristoforo Colombo durante il suo quarto e ultimo viaggio in America sbarca in Honduras dove ha l'occasione di assaggiare una bevanda a base di cacao; al ritorno, portò con sé alcuni semi di cacao da mostrare a Ferdinando ed Isabella di Spagna, ma non diede alcuna importanza alla scoperta, probabilmente non particolarmente colpito dal gusto amaro della bevanda.
Solo con Hernàn Cortéz si ha l'introduzione del cacao in Europa in maniera più diffusa, era il 1519. Egli arriva nel Nuovo Mondo proveniente dalla Spagna e la popolazione locale lo scambia per il Dio Quetzalcoàtl, che secondo la leggenda sarebbe dovuto tornare proprio in quell'anno. L'imperatore Montezuma, allora, lo accoglie a braccia aperte e gli offre un'intera piantagione di cacao coi relativi proventi. Nel 1528 Cortéz porta in Spagna alcuni semi di cacao, recandoli in dono a Carlo V.
Il primo carico documentato di cioccolato verso l'Europa a scopo commerciale viaggiò su una nave da Veracruz a Siviglia nel 1585 (a Siviglia aveva sede il Reale Consiglio delle Indie, attraverso cui la corona spagnola controllava tutti i traffici commerciali, l'amministrazione, gli aspetti militari e religiosi delle proprie colonie d'oltre oceano. Tutti movimenti materiali avvenivano attraverso il porto di Cadice).
Il cioccolato veniva sempre servito come bevanda, ma gli europei, e in particolar modo gli ordini monastici spagnoli, depositari di una lunga tradizione di miscele e infusi, ci aggiunsero la vaniglia e lo zucchero per correggerne la naturale amarezza e tolsero il pepe e il peperoncino. Pare che sia stato il vescovo Francisco Juan de Zumàrraga nel 1590 ad aggiungere lo zucchero alla ricetta della bevanda.
Per tutto il Cinquecento il cioccolato rimane un'esclusiva della Spagna, che ne incrementa le coltivazioni. La tradizionale lavorazione per la produzione delle tavole di cioccolato solide, anch'esse di origine azteca, viene importata nella Contea di Modica, allora protettorato spagnolo. Tale lavorazione dà origine allo xocoàtl, un prodotto che gli abitanti del Messico ricavavano dai semi di cacao triturati su una pietra chiamata metate, prodotto che ormai si produce nella sola Modica in Sicilia.
A cavallo fra '500 e '600 il cacao fu probabilmente importato in Italia, e precisamente in Piemonte, da Caterina, figlia di Filippo II di Spagna, che sposò nel 1585 Carlo Emanuele I, duca di Savoia; non bisogna inoltre dimenticare che nell'Italia meridionale regnavano gli Spagnoli e fu probabilmente anche per la loro influenza che il cacao si diffuse in Italia.
Nel 1606 il cioccolato veniva prodotto in Italia nelle città di Firenze, Venezia e Torino. Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze (Magliabechiano e Palatino), dove si rintracciano numerosi scritti che testimoniano a partire dal 1600 un acceso dibattito sul cioccolatte e sui suoi consumi (Francesco Redi, Lorenzo Magalotti, Francesco D'Antonio Carletti). Sempre a Firenze, dal 1680, si rintracciano numerosi scritti sul tema della cioccolata. Nel 1680 esce Differenza tra il cibo e 'l cioccolatte… (a cura di Gio.Battista Gudenfridi), cui seguono nel 1728: Parere intorno all'uso della cioccolata (Gio. Battista Felici), Lettera in cui si esaminano le ragioni addotte dall'Autore del primo parere intorno all'uso della cioccolata (Lorenzo Serafini), Lezione accademica in lode della cioccolata (Giuseppe Avanzini) e Altro parere intorno alla natura, ed all'uso della Cioccolata disteso in forma di lettera… (Francesco Zeti).
Nel 1615 Anna d'Austria, sposa di Luigi XIII, introdusse il cioccolato in Francia. Tra il 1659 e il 1688 l'unico cioccolataio presente a Parigi fu David Chaillou.
Nel 1650 il cioccolato viene commercializzato anche in Inghilterra: a Oxford si inizia a servire il cioccolato negli stessi locali in cui si serviva il caffè, e gli Olandesi, abili navigatori, ne strappano agli spagnoli il controllo mondiale e il predominio commerciale.
Nella Venezia del Settecento nascevano le prime "botteghe del caffè" (o coffe house), antesignani dei nostri bar; esse erano, certamente, anche "botteghe della cioccolata" e facevano a gara per modificare la ricetta esistente inventando nuove versioni. Nel 1760 la Gazzetta Veneta documenta l'ormai enorme diffusione del prodotto. Fino a tutto il XVIII secolo il cioccolato viene considerato la panacea di tutti i mali, e gli si attribuiscono virtù miracolose. Il Brasile, la Martinica e le Filippine aumentano in modo spropositato la coltivazione di cacao; contemporaneamente molte città europee si pregiano della fama per la lavorazione del cioccolato; un esempio fra tutti è Torino, che ha una produzione di ben 350 kg al giorno, esportato in maggior parte in Austria, Svizzera, Germania e Francia, dove poco alla volta la preparazione di bevande al cioccolato diventa una passione per molti.
Alla fine del XVIII secolo il primo cioccolatino da salotto, come lo conosciamo oggi, fu inventato a Torino da Doret. Nel 1802 Bozzelli inventò una macchina per raffinare la pasta di cacao e miscelarla con zucchero e vaniglia.
In realtà bisogna aspettare il 1820 perché il sistema fosse messo a punto, e la prima tavoletta di cioccolata di tipo commerciale fu prodotta in Inghilterra. Nel 1826 Pierre Paul Caffarel inizio' la produzione di cioccolato in grandi quantità grazie ad una nuova macchina capace di produrre oltre 300 kg di cioccolato al giorno. Nel 1828 l'olandese Conrad J. van Houten brevettò un metodo per estrarre il grasso dai semi di cacao trasformandoli in cacao in polvere e burro di cacao. Sviluppò inoltre il cosiddetto processo olandese, che consiste nel trattare il cacao con alcali per rimuoverne il gusto amaro. Questi trattamenti resero possibile il produrre il cioccolato in barrette. Il primo cioccolato in forma solida in scala più estesa rispetto a quello di Doret sembra essere stato prodotto nel 1847 da Joseph Fry. Nel 1852 a Torino Michele Prochet comincia a miscelare cacao con nocciole tritate e tostate creando la pasta Gianduia che verrà poi prodotta sotto forma di gianduiotti incartati individualmente.
Daniel Peter, un fabbricante di candele svizzero si unì al suocero nella produzione del cioccolato. Nel 1867 iniziarono a includere il latte tra gli ingredienti e presentarono sul mercato il cioccolato al latte nel 1875. Per rimuovere l'acqua contenuta nel latte, consentendone una più lunga conservazione, fu assistito da un vicino, un fabbricante di alimenti per l'infanzia di nome Henri Nestlé.
Nel 1879 Rudolph Lindt infine inventò il processo chiamato concaggio (conching), che consiste nel mantenere a lungo rimescolato il cioccolato fuso per assicurarsi che la miscelazione sia omogenea. Il cioccolato prodotto con questo metodo è il cosiddetto "cioccolato fondente". Il cacao è stato anche motivo di una continua lotta finanziaria tra i grandi esportatori (Africa e Brasile) ed i mercati d'acquisto (Europa e USA).L'iniziale artificioso rialzo dei prezzi provocò una forma di boicottaggio commerciale, soppresso dalle necessità della seconda guerra mondiale. Terminata la guerra, vi fu una diminuzione del prodotto, determinato da malattie e dall'invecchiamento delle piantagioni, sintomo di una non oculata gestione delle stesse.Il valore commerciale della produzione americana (soprattutto Messico e Guatemala) è superiore a quello della produzione africana o di altri paesi. In Italia, la regione di Torino produce il 40% della produzione italiana per un volume di 85000 tonnellate annuali.
Nel 1946 Pietro Ferrero creò una crema gianduia con l'intenzione di venderne qualche chilo ai pasticcieri di Alba: il prodotto ebbe un successo superiore a ogni aspettativa e qualche anno dopo, nel 1964, nacque la Nutella, che divenne molto popolare.

Il cioccolato e i grandi personaggi storici

Hanno avuto una passione per il cioccolato innumerevoli personaggi storici, tra loro Re, imperatori, musicisti, scrittori e Papi.
Papa Pio V, nonostante inflessibile per certi versi, nel 1569 generò scalpore consentendo nei periodi di digiuno la consumazione di una tazza di cioccolata al giorno, adducendo come motivazione il fatto che è liquida.

Madame de Maintenon, sposa del Re Sole
Le favorite di Luigi XV
Maria Antonietta, moglie di Luigi XVI, che viaggiava sempre col suo cioccolataio personale
Voltaire sembra bevesse una dozzina di tazze di cioccolata al giorno, per combattere la debolezza in tarda età.
Carlo Goldoni nelle sue commedie elogia in vario modo la bevanda
Giacomo Casanova ne faceva uso per gli effetti afrodisiaci.
Wolfgang Amadeus Mozart canta il suo desiderio di cioccolata in Così fan tutte
E poi ancora sono sicuramente da citare i grandi appassionati Čajkovskij, Strauss, Stendhal, Goethe, Leonardo Sciascia, Alessandro Manzoni, la marchesa de Sèvigné, Gabriele D'Annunzio, Fidel Castro.