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Moana Pozzi



Anna Moana Rosa Pozzi, è stata una pornostar, attrice e showgirl italiana.

Figlia di Alfredo, ricercatore nucleare, e di una casalinga, Giovannina Alloisio, quest'ultima di originaria di Lerma, paese in provincia di Alessandria. Trasferitasi a Roma appena maggiorenne (1979), lavorò saltuariamente come modella e come comparsa in numerosi film. Era molto ambiziosa e quando si accorse che questa strada l'avrebbe portata poco in là, si dedicò alla strada del porno come scorciatoia per la notorietà. Il suo primissimo film hardcore dal titolo Valentina, ragazza in calore, risale al 1981 e non era accreditata con il suo nome, ma come Linda Heveret, anche perché in quel periodo stava conducendo un programma per bambini, Tip Tap Club, su Rai 2. Lo scandalo della doppia personalità venne comunque a galla procurandole la cacciata dalla RAI, ma lei stessa ammise di averne ricavato una certa pubblicità. Risale al 1986 la sua prima pellicola a luci rosse del circuito di serie A dove era accreditata col suo nome fin dal titolo, Fantastica Moana, per la regia di Riccardo Schicchi. Entrata nell'entourage dell'agenzia Diva Futura di Schicchi, nello stesso anno partecipò allo spettacolo live Curve deliziose che lanciò definitivamente la sua carriera nel mondo del porno e le diede anche una notevole pubblicità sulla stampa per via dello scandalo con risvolti giudiziari che ne nacque. Fra i film di maggior successo Moana calda femmina in calore, Moana la bella di giorno, Cicciolina e Moana ai mondiali. Divenne assai popolare grazie alla televisione, ai cui programmi cominciò a essere invitata, anche grazie a risorse intellettuali e culturali sino ad allora, per il grande pubblico, insospettabili per un personaggio del porno. Più che la sua collega Ilona Staller, Moana Pozzi portò alla luce l'esistenza sino ad allora pressoché sotterranea del vasto universo della pornografia e dei relativi consumatori. Pubblicò il libro La filosofia di Moana a proprie spese (20.000 copie per un costo di sessanta milioni), fondando una casa editrice diretta dal giornalista Brunetto Fantauzzi: nel libro raccontava di personaggi famosi con cui avrebbe avuto rapporti. Il libro fece scalpore, anche per alcuni commenti e veri e propri voti sulle "prestazioni" degli occasionali partner, fra i quali figurava anche un uomo politico inserito senza nome, sebbene notevoli indizi facessero capire, soprattutto con il senno di poi, che si trattava di Bettino Craxi, non ancora Presidente del Consiglio e allora segretario del PSI. Molto nota è anche la sua performance televisiva nel programma L'araba fenice (1988), nel quale faceva la critica di costume nuda o "vestita" solamente di un cellophane trasparente. Nell'estate 1992 condusse su Italia 1 in seconda serata, di sabato, il programma televisivo Magico David dedicato a David Copperfield. Nel 1993 solcò le passerelle milanesi per la griffe di Chiara Boni.

Partito dell'Amore

Personaggio discusso, non solo per il genere cinematografico nel quale divenne famosa (quello hardcore), ebbe anche una breve esperienza nel mondo della politica quando nel 1991 fondò, assieme alla collega Cicciolina (pseudonimo di Ilona Staller) il Partito dell'Amore. Guidò in prima fila il suo Partito alle elezioni politiche del 1992 ed alle elezioni comunali a Roma dell'anno successivo. Non riuscì ad arrivare al ballottaggio, in un primo momento dichiarò che se si fosse verificata tale situazione avrebbe supportato il candidato di Rifondazione Comunista Renato Nicolini, ma Nicolini non riuscì ad arrivare al secondo turno, il Partito dell'Amore diede allora indicazione ai propri elettori di far confluire i voti su Francesco Rutelli. Anche sua sorella Mima ne seguì le orme, divenendo pornostar a sua volta con il nome d'arte di Baby Pozzi. La popolarità di Moana fu tale che divenne anche protagonista di un cartone animato, realizzato dal cartoonist Mario Verger, che vide coinvolta nella regia la stessa Moana Pozzi: il cartoon, intitolato Moanaland, fu trasmesso a più riprese da Blob e nelle puntate monografiche dedicate alla Diva dell'Hard. Sempre Verger, questa volta da solo, le dedicò un altro film d'animazione I Remember Moana, raccogliendo l'attenzione di Marco Giusti ed Enrico Ghezzi per Fuori Orario, e che vinse la Menzione Speciale all'Erotic Film Festival in America.

Morte

Moana morì all'Hotel de Dieu di Lione il 15 settembre 1994. La sua morte, ufficialmente dovuta a un carcinoma epatocellulare, fu improvvisa, inattesa (aveva solo 33 anni) e ha dato origine a voci non controllate che affermavano che fosse dovuta all'AIDS, oppure che la stessa notizia del decesso fosse falsa. Tali voci - che negli anni si sono rincorse e sono state alimentate anche attraverso la pubblicazione di pamphlet - restano il segno più visibile di come Moana Pozzi sia rimasta un'icona ben presente nell'immaginario degli italiani. Nel 10º anniversario della sua morte (2004), nuove voci sulla sua improvvisa scomparsa sono riaffiorate. La Procura della Repubblica di Roma ha aperto un nuovo fascicolo per scoprire se effettivamente fosse viva o morta. Nel dicembre 2005, al programma di RaiTre Chi l'ha visto? viene presentato per la prima volta il certificato ufficiale di morte dell'ospedale di Lione, dove veniva registrato il giorno esatto del decesso dell'attrice. Le interviste con la famiglia hanno infine confermato le circostanze. In più è stata mostrata anche una tomba senza nome nel complesso di sepoltura "Pozzi" a Lumezzane, vicino a Brescia in Lombardia. Nel 2005 la famiglia - tramite il fratello Simone - annunciò la pubblicazione di un libro (il cui titolo è Moana, tutta la verità per Aliberti editore) in cui sarebbe stata raccontata la verità sulla vita e, soprattutto, sulla morte dell'attrice. Nel febbraio del 2006, nel corso dell'intervista rilasciata al programma di Raitre Chi l'ha visto?, quello che si credeva il fratello minore di Moana, Simone Pozzi, dichiarò ufficialmente di esserne in realtà il figlio, anche se resta ancora un mistero la paternità. Tuttavia, il figlio dichiarò di non avere intenzione di cercare un padre che non si era mai preoccupato di cercare nessuno dei due. Ad inizio aprile 2007 viene pubblicata sul quotidiano Il Messaggero un'intervista al marito dell'attrice, Antonio Di Cesco, che rivela di aver aiutato Moana a morire, praticandole l'eutanasia. Rifiutando l'idea di una lunga agonia, aveva preso accordi col marito e così nel settembre 1994, quando ormai non c'era più nulla da fare, questi l'aiutò a terminare le sofferenze facendo entrare delle bollicine d'aria nel tubo della flebo. A metà mese la Procura della Repubblica di Roma, su istanza del produttore Riccardo Schicchi, apre un'inchiesta iscrivendo Di Cesco nel registro degli indagati. Il 22 giugno 2007, nel corso dello speciale di Enigma (Rai 3) dedicato a Moana Pozzi e condotto da Corrado Augias, Mauro Biuzzi, responsabile dell'Associazione che ne tutela l'immagine, da lui creata insieme alla famiglia, ha mostrato il test dell'HIV cui si sottopose l'artista nel 1992, a definitiva conferma che non aveva contratto l'AIDS. Nell'autunno 2009 Sky Italia ha prodotto e trasmesso una miniserie in due puntate sulla vita di Moana, interpretato da Violante Placido.







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