26.1.11

Daniela Rocca



« Sono contento che si parli ancora di Daniela Rocca, della sua mimica, dei suoi vezzi che hanno reso il film Divorzio all’italiana inimmaginabile senza di lei, senza la sua forza tellurica, quasi pirandelliana, senza la sua capacità di imbruttirsi che ne ha fatto un prodigio del cinema italiano »
(Fernando Gioviale, 2006)

All'età di sedici anni fu eletta Miss Catania. Dopo aver partecipato al concorso di Miss Italia, si trasferì a Roma, incominciando la carriera di attrice cinematografica nel 1955 con piccole parti in film di modesta levatura.
Nel 1959 finalmente il regista Fernando Cerchio le diede una parte di maggior rilievo nel film Giuditta e Oloferne, primo di una serie di film del filone storico-biblico in costume ai quali partecipò nel biennio successivo. Nello stesso anno partecipò al film La battaglia di Maratona di Jacques Tourneur.
Ma la vera svolta professionale venne nel 1961, nel film Divorzio all'italiana di Pietro Germi, pellicola in cui sostenne il ruolo della moglie del protagonista Marcello Mastroianni. Per la prima volta, non viene scelta per la sua avvenenza fisica ma per le sue doti recitative: trasformata da un trucco che la imbruttisce tanto da renderla irriconoscibile, si esibisce in una grande interpretazione che la consacra star internazionale, così da guadagnarsi la nomination come migliore attrice straniera alla British Academy of Film and Television Arts Awards. Sul set del film nasce anche la travagliata storia sentimentale con il regista Pietro Germi che contribuirà a minare profondamente la sua fragile psiche.
Turbata dalla storia con Germi, per la quale tenterà più volte il suicidio, la Rocca decise di girare un film, Il peso del corpo, del quale voleva essere regista, produttrice e attrice protagonista: progetto stralunato che la porterà a dilapidare tutti i suoi averi.
Nel 1962 fu scelta da Gianni Puccini come protagonista del film L'attico, bel film semi-autobiografico nel quale le delusioni della protagonista, ragazza che giunge a Roma dalla provincia, oltre ad alcuni sottili ma chiari riferimenti, ci rimandano alla vicenda umana di Daniela.
Nel 1963 recitò in La noia, di Damiano Damiani.
Negli anni seguenti partecipò ad altri film minori, ma dopo il 1967 gravi disturbi la costrinsero al ricovero in una casa di cura per malattie mentali, causando l'interruzione definitiva della sua carriera.
Nel 1977 Marco Bellocchio, regista attratto dall'analisi dei risvolti patologici della psiche, la richiamò per interpretare se stessa nel film La macchina cinema girato insieme a Silvano Agosti.
Durante il lungo ricovero, la Rocca ha scritto poesie, alcune delle quali incise su disco, e romanzi tra i quali Chiamatemi per le lune pressoché introvabili.
Si spegne il 29 maggio 1995 in una casa di riposo a Milo.

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