« Ricordati di me mio capitano, /cancella la pistola dalla mano.../ se ci fosse più amore per il campione oggi saresti qui »
(Antonello Venditti, Tradimento e perdono)
(Antonello Venditti, Tradimento e perdono)
Cresce calcisticamente vicino al suo quartiere Tor Marancia all'OMI, sino alle giovanili della Roma.
Con i giovani vince il titolo ed il passaggio in prima squadra avviene nella stagione 1972-1973. L'esordio avviene il 22 aprile, pochi giorni dopo il suo diciassettesimo compleanno, contro l'Inter a Milano (0-0): il suo primo tecnico sarà Manlio Scopigno.
Nella stagione 1973-1974, alla prima giornata contro il Bologna (2-1), arriva il primo gol con la maglia giallorossa, valido per la vittoria. Nelle prime tre stagioni con i grandi colleziona 23 presenze, poi passa un anno a Vicenza per maturare definitivamente. Al ritorno diventa un punto fermo dei giallorossi. Dal 1976-1977 al 1983-1984 salta pochissime gare e a fine anni settanta diventa il capitano della Roma. Il campionato 1977-1978 è per lui il più prolifico: 10 reti; l'anno dello scudetto invece realizza 7 reti.
L'allenatore Nils Liedholm lo posizionava davanti alla difesa. In totale giocò con la Roma 308 gare (146 da capitano) segnando 66 gol. In undici stagioni giallorosse conquistò anche tre Coppe Italia.
Nella sua avventura romana ha ricevuto un'espulsione, nella stagione 1978-1979, contro la Juventus (gli venne sventolato il cartellino rosso insieme a Pietro Paolo Virdis), partita in cui segna anche la rete della vittoria.
Nel 1984, con l'arrivo di Sven Goran Eriksson sulla panchina, venne venduto. Giocò la sua ultima partita in maglia giallorossa nella finale di Coppa Italia vinta contro il Verona. I tifosi gli dedicarono uno striscione: "Ti hanno tolto la Roma ma non la tua curva".
Nella stagione 1973-1974, alla prima giornata contro il Bologna (2-1), arriva il primo gol con la maglia giallorossa, valido per la vittoria. Nelle prime tre stagioni con i grandi colleziona 23 presenze, poi passa un anno a Vicenza per maturare definitivamente. Al ritorno diventa un punto fermo dei giallorossi. Dal 1976-1977 al 1983-1984 salta pochissime gare e a fine anni settanta diventa il capitano della Roma. Il campionato 1977-1978 è per lui il più prolifico: 10 reti; l'anno dello scudetto invece realizza 7 reti.
L'allenatore Nils Liedholm lo posizionava davanti alla difesa. In totale giocò con la Roma 308 gare (146 da capitano) segnando 66 gol. In undici stagioni giallorosse conquistò anche tre Coppe Italia.
Nella sua avventura romana ha ricevuto un'espulsione, nella stagione 1978-1979, contro la Juventus (gli venne sventolato il cartellino rosso insieme a Pietro Paolo Virdis), partita in cui segna anche la rete della vittoria.
Nel 1984, con l'arrivo di Sven Goran Eriksson sulla panchina, venne venduto. Giocò la sua ultima partita in maglia giallorossa nella finale di Coppa Italia vinta contro il Verona. I tifosi gli dedicarono uno striscione: "Ti hanno tolto la Roma ma non la tua curva".
Militò successivamente nelle file del Milan, e durante questo periodo, nel 1985, nella partita contro la Roma fu colpito da Francesco Graziani, con la partita che si trasformò in una rissa
Con il Milan disputa tre stagioni segnando, tra l'altro, un gol in un derby.
Nel 1987 il Milan entrò nell'era Sacchi, e Di Bartolomei fu ceduto al Cesena; concluse la sua carriera nel 1990, nelle file della Salernitana, dove contribuì al raggiungimento della promozione in Serie B dopo 23 anni di assenza.
Nel 1987 il Milan entrò nell'era Sacchi, e Di Bartolomei fu ceduto al Cesena; concluse la sua carriera nel 1990, nelle file della Salernitana, dove contribuì al raggiungimento della promozione in Serie B dopo 23 anni di assenza.
La prima convocazione nella Nazionale Under-21 arrivò nel 1973 (Di Bartolomei aveva 18 anni) ma non scese in campo. Dal 1976 al 1978 ebbe 7 convocazione e altrettante presenze in Under-21.
Dpo il ritiro fu anche opinionista per la RAI durante i Mondiali di calcio nel 1990.
Dpo il ritiro fu anche opinionista per la RAI durante i Mondiali di calcio nel 1990.
Morì suicida il 30 maggio 1994 a San Marco (frazione di Castellabate), un paesino della costa cilentana dove viveva. Dopo aver pulito con cura la sua pistola Smith & Wesson calibro 38, si sparò dritto al cuore alle 8:50 del mattino, sul balcone della sua villa. Erano trascorsi dieci anni esatti dalla finale di Coppa dei Campioni persa dalla Roma contro il Liverpool.
I motivi del suicidio inizialmente ignoti - si parlò di alcuni investimenti andati male - divennero chiari quando venne trovato un biglietto strappato in cui il calciatore spiegava i motivi del gesto: non la presunta crisi economica - si disse che gli era appena stato rifiutato un prestito - bensì le porte chiuse che il calcio serrava di fronte a lui: "mi sento chiuso in un buco", scrisse.
I motivi del suicidio inizialmente ignoti - si parlò di alcuni investimenti andati male - divennero chiari quando venne trovato un biglietto strappato in cui il calciatore spiegava i motivi del gesto: non la presunta crisi economica - si disse che gli era appena stato rifiutato un prestito - bensì le porte chiuse che il calcio serrava di fronte a lui: "mi sento chiuso in un buco", scrisse.
La vicenda umana e calcistica di Agostino Di Bartolomei è raccontata nel libro "L'ultima partita" di Giovanni Bianconi e Andrea Salerno.
Nel 2007 il cantautore romano Antonello Venditti, tifoso romanista, ma soprattutto amico di Agostino, gli dedica la canzone Tradimento e perdono (contenuta nell'album Dalla pelle al cuore). In un'intervista Venditti disse: L’ho scritta il 30 maggio, anniversario della morte di Di Bartolomei, e del giorno in cui la Roma perse nell’84 la Coppa dei Campioni. Può avere valore anche per me, è una canzone preventiva; io penso che uno che ha successo, abbia diritto a più amore che non una persona normale: a volte, quando finisce la tua importanza, una parola può bastare.
Nel 2010 il figlio Luca scrive una lettera al padre nella prefazione del libro "L'ultima partita - Vittoria e sconfitta di Agostino Di Bartolomei" di Giovanni Bianconi e Andrea Salerno (Ed. Fandangolibri)
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