14.12.10

gianduiotti




Il gianduiotto è il cioccolatino simbolo della città di Torino e sinonimo di cioccolato in tutta Italia e nel mondo. La città sabauda è stata la prima ad entrare in contatto con il cacao e già nel 1600 veniva consumata una grande quantità di cioccolata, anche se solo dalla casa reale e dai nobili. Questa piacevole abitudine rischiava di scomparire verso la metà dell’800: il blocco napoleonico impediva di rifornirsi del cacao proveniente dalle terre di origine e, quel poco che riusciva ad arrivare, aveva prezzi proibitivi. La richiesta di cioccolato era però sempre più consistente anche perché ormai si era diffuso fra tutte le classi sociali: i cioccolatieri torinesi erano disperati! Che fare? Come risolvere il problema? Si guardarono in giro e… cosa avevano in abbondanza? Delle favolose nocciole! Ed ecco che iniziarono a “diluire” il poco cacao con abbondanti nocciole Piemonte finemente ridotte in polvere. Nel 1865 il cioccolatiere Caffarel lanciò sul mercato un cioccolatino rivoluzionario per la composizione (pasta di cacao e nocciole), per la forma a spicchio e per il rivestimento: era il primo cioccolatino incartato. Due anni dopo il cioccolatino venne chiamato “gianduiotto” in onore della maschera piemontese Gianduia. Ancora oggi ai soli gianduiotti Caffarel è permesso riportare sull’incarto la figura della maschera piemontese.
Scheda tecnica
Nome: Gianduiotto (prima “givu”, “cicca” in dialetto piemontese).
Nascita: Torino, 1865.
Ingredienti: nocciole Piemonte, pasta di cacao, zucchero, vaniglia, latte in polvere. Forma: a spicchio.Peso: in media 7,5-8 grammi fino ai 5 grammi.
Incarto: prevalentemente carta stagnola dorata.
Varianti: “fondente” realizzato da Guido Gobino fino ai mix cappuccino, moka
Il nostro consiglio: “tourinot” (classico) e “maximo” la versione fondente di Guido Gobino, piccolo gianduiotto di 5 grammi, realizzati con le nocciole Tonda Gentile delle Langhe IGP con una percentuale del 33% (molto elevata).

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