Il prigioniero è una serie televisiva britannica del 1967 di genere fantascientifico (più precisamente fantapolitico), interpretata da Patrick McGoohan, creata dallo stesso McGoohan e George Markstein. McGoohan inoltre ha scritto e diretto parecchi episodi, spesso sotto uno pseudonimo.
Soggetto
Il personaggio principale è un ex-agente segreto del governo britannico, che immediatamente dopo le sue dimissioni viene imprigionato in un piccolo villaggio con abitazioni e monumenti in stile mediterraneo, situato in una località sconosciuta, dove «con le buone o con le cattive» i capi del Villaggio cercheranno di carpirgli le ragioni delle sue dimissioni. Il protagonista si ritrova quindi privato dei più elementari diritti, persino del nome, visto che tutti si rivolgono a lui chiamandolo Numero 6 (spettatore compreso, dato che il vero nome del protagonista non viene mai rivelato). Per tutta la durata della serie, Numero 6 si ribella ai tentativi dei suoi rapitori di piegare la sua volontà, e tenta con tenacia sia la fuga, sia di infrangere i segreti che lo circondano. In particolare, cercherà di scoprire l'identità del misterioso Numero 1, dal quale i capi del Villaggio (i Numero 2, che cambiano in ogni episodio) prendono ordini.
Popolarità della serie
Con i suoi messaggi e temi di controcultura tipici degli anni sessanta, il programma ha avuto un effetto ampio sulla televisione di genere fantascientifico e sulla cultura popolare in genere. Nel 2002 la serie ha vinto il Prometheus Award. Nel 2005 i lettori della rivista SFX hanno posizionato la serie al quinto posto in un sondaggio sui programmi televisivi del genere fantastico. Più tardi nello stesso anno, fu rivelato che la casa di produzione dello show, Granada Productions, stava programmando un remake della serie originale per l'emittente Sky One.
Il telespettatore segue gran parte della storia dal punto di vista del protagonista che è all'oscuro di tutto. La gente, incuriosita dall'alone di mistero del telefilm, dopo le prime puntate cominciò a seguire la serie in un modo compulsivo. Ma l'episodio finale causò così tanta confusione che il network televisivo fu sommerso da proteste telefoniche; McGoohan fu persino seguito fino alla propria abitazione da spettatori delusi che chiedevano spiegazioni. Come disse in seguito lo stesso McGoohan «...Ci fu quasi una rivolta, stavo per essere linciato. Ho dovuto nascondermi tra le montagne per due settimane, veramente!»
Il telespettatore segue gran parte della storia dal punto di vista del protagonista che è all'oscuro di tutto. La gente, incuriosita dall'alone di mistero del telefilm, dopo le prime puntate cominciò a seguire la serie in un modo compulsivo. Ma l'episodio finale causò così tanta confusione che il network televisivo fu sommerso da proteste telefoniche; McGoohan fu persino seguito fino alla propria abitazione da spettatori delusi che chiedevano spiegazioni. Come disse in seguito lo stesso McGoohan «...Ci fu quasi una rivolta, stavo per essere linciato. Ho dovuto nascondermi tra le montagne per due settimane, veramente!»
Format della serie
Le caratteristiche dominanti della serie sono le trame surreali e innovative, ed i temi di forte impatto sociale, fino ad allora mai proposte in un prodotto seriale, come l'ipnosi, l'uso di droghe allucinogene, il furto d'identità, il controllo della mente e la manipolazione dei sogni.
La serie è composta di 17 episodi, ma questo numero fu un compromesso fra il progetto originale di McGoohan, una miniserie di 7 puntate, e le richieste della rete, che desiderava una stagione completa di 26 episodi.
C'è tuttora un dibattito in atto che contrappone chi sostiene che la serie si concluse per mutuo accordo e chi invece sostiene per annullamento della serie stessa. Secondo il libro The Prisoner: the official companion to the classic TV series scritto da Robert Fairclough, la serie effettivamente fu annullata, obbligando McGoohan a scrivere l'episodio finale, Evasione, in pochi giorni.
La serie è composta di 17 episodi, ma questo numero fu un compromesso fra il progetto originale di McGoohan, una miniserie di 7 puntate, e le richieste della rete, che desiderava una stagione completa di 26 episodi.
C'è tuttora un dibattito in atto che contrappone chi sostiene che la serie si concluse per mutuo accordo e chi invece sostiene per annullamento della serie stessa. Secondo il libro The Prisoner: the official companion to the classic TV series scritto da Robert Fairclough, la serie effettivamente fu annullata, obbligando McGoohan a scrivere l'episodio finale, Evasione, in pochi giorni.
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