pseudonimo di Odette Bedogni, è stata un'attrice, showgirl e ballerina italiana, il cui nome è legato alla stagione pionieristica della televisione da intrattenimento.
Proveniente dalla danza classica, diede nuova statura artistica alla figura della soubrette. Quando il suo volto sorridente irrompeva sul monitor televisivo ritraendola mentre danzava nello sfrenato can-can che chiudeva ogni puntata della storica edizione 1959 di Canzonissima, la platea televisiva dell'epoca (che riceveva programmi solo dall'unico canale della RAI allora esistente) restava letteralmente ammaliata.
Conquistavano la sua verve e la sua poliedricità: era in grado di ballare, cantare e recitare a ottimi livelli, come nessuna prima di lei - almeno sul piccolo schermo - aveva fatto, ribaltando l'immagine delle primedonne che l'avevano preceduta, spesso semplici indossatrici di un vistoso guardaroba. Al pari di lei saranno, poi, solo Sandra Mondaini e poche altre.
Ricordata maggiormente come regina del teatro di rivista, Delia Scala - che nel 1967 sposò a Viareggio Piero Giannotti, di fatto lasciò le scene a soli 36 anni di età.
Conquistavano la sua verve e la sua poliedricità: era in grado di ballare, cantare e recitare a ottimi livelli, come nessuna prima di lei - almeno sul piccolo schermo - aveva fatto, ribaltando l'immagine delle primedonne che l'avevano preceduta, spesso semplici indossatrici di un vistoso guardaroba. Al pari di lei saranno, poi, solo Sandra Mondaini e poche altre.
Ricordata maggiormente come regina del teatro di rivista, Delia Scala - che nel 1967 sposò a Viareggio Piero Giannotti, di fatto lasciò le scene a soli 36 anni di età.
La Scuola di Danza
Trasferita a Milano ancora bambina con la famiglia, venne iscritta alla scuola di danza della Scala. La frequentò per circa sette anni, e prese parte a numerosi balletti tra cui La bottega fantastica, su musiche di Rossini, e La bella addormentata nel bosco, di Čajkovskij. Partecipò col suo vero nome anche al suo primo film nel 1943, Principessina diretto da Tullo Gramanteri, dove interpretò una collegiale. Subito dopo la fine della seconda guerra mondiale affrontò una vera e propria attività di attrice cinematografica, dapprima con lo pseudonimo di Lia Della Scala ed infine con quello di Delia Scala, con cui divenne celebre ed apprezzata (il cognome è un omaggio al teatro che l'ha diplomata ballerina), però spesso sacrificata in ruoli lacrimevoli e scialbi o in alcuni di sbarazzina spigliatezza, anche se protagonista, con delle eccezioni quando a dirigerla è la coppia Steno e Monicelli oppure De Santis.
Il Cinema
Da citare, sui circa 40 film interpretati, i drammi Anni difficili (1947) di Luigi Zampa, Napoli milionaria (1950) di Eduardo De Filippo, Roma ore 11 di Giuseppe De Santis (il suo unico film neorealista) e quindi, tra le commedie, Bellezze in bicicletta (1951) di Carlo Campogalliani insieme a Silvana Pampanini e soprattutto Signori si nasce (1960) di Mario Mattòli, accanto al grande comico Totò, dove interpretò una soubrette ambiziosa fidanzata con un uomo geloso e rissoso (Riccardo Garrone) che per ottenere una rivista tutta sua deve fingere di essere una collegiale morigerata.
La Rivista
Sicuramente più gratificante e agevole, grazie alle sue innate doti, fu la carriera percorsa nel teatro di rivista: questo genere di spettacolo le consentì di lavorare con i principali attori italiani del tempo e di raggiungere la massima notorietà in quegli anni del dopoguerra, quando alle soglie del boom economico gli italiani desideravano principalmente svago e serenità. Debuttò a 25 anni, nel 1954, con Carlo Dapporto in Giove in doppiopetto, ed è sotto l'egida della ditta Garinei & Giovannini che raccoglie i massimi successi nel teatro leggero, con titoli destinati a rimanere memorabili: Buonanotte Bettina nel 1956 con Walter Chiari, L'adorabile Giulio nel 1957 sempre con Dapporto, Un trapezio per Lisistrata nel 1958, quindi Rinaldo in campo, nel 1961, accanto a Domenico Modugno, nel 1964 la versione italiana del successo internazionale My Fair Lady, tratto dal Pigmalione di George Bernard Shaw, accanto a Gianrico Tedeschi, in ruoli che al cinema furono di Audrey Hepburn e Rex Harrison, ed infine Il giorno della tartaruga del 1965, lo spettacolo di addio ai palcoscenici. Durante il periodo di massima popolarità arrivò a rifiutare un'offerta per esibirsi a Broadway. L'unica sua esperienza nel teatro classico fu nel luglio 1957, quando impersonò Ariele in La tempesta di Shakespeare per la regia di Franco Enriquez al 9º Festival del Teatro Drammatico a Verona, nei giardini di Palazzo Giusti.
La televisione
Sul piccolo schermo si fece notare una prima volta nel 1956, con il varietà di Marchesi e Metz Lui e Lei, insieme a Nino Taranto, ma dovrà aspettare tre anni per ottenere un trionfo senza precedenti e avere la consacrazione a soubrette d'eccellenza con la migliore edizione di Canzonissima mai ideata, quella del 1959, ancora oggi nel ricordo di molti spettatori, in compagnia di colleghi del calibro di Paolo Panelli e Nino Manfredi. Il successo sarà replicato, sempre in televisione, nel 1961 con uno show costruito appositamente per lei, il Delia Scala Show e nel 1968 con Delia Scala Story; insieme a lei vi furono nei due spettacoli ospiti illustri. Poi nel 1970, prese parte a quella che è considerata una delle prime sitcom italiane, Signore e signora, che la vedeva in conflitto amoroso con il coniuge Lando Buzzanca. In seguito continuò saltuariamente la carriera sul piccolo schermo con alcune commedie musicali adattate, con piccole partecipazioni in alcuni show e con l'interpretazione di due fiction televisive: Casa Cecilia, del 1982, diretta da Vittorio De Sisti per la RAI, e l'ultima sua apparizione, nella sitcom Io e la mamma, andata in onda tra il 1996 e il 1998 per la regìa di Fosco Gasperi e dove recita accanto al popolarissimo disk-jockey e presentatore televisivo Gerry Scotti. La RAI la ricorderà il 3 gennaio 2004 in occasione dei cinquant'anni di televisione, una decina di giorni prima della sua scomparsa. L'ultima trasmissione in cui cantava e ballava fu Che combinazione, legata agli abbonamenti alla televisione. Il pubblico aspettò un ritorno sulle scene - come fece José Carreras - che, invece, avvenne mai più; la R.A.I. puntò su altre primedonne. In un'intervista, Delia Scala si rammaricava di aver realizzato un numero veramente limitato di trasmissioni televisive, neanche 10! La R.A.I. avrebbe, effettivamente, potuto darle più lavoro!
Io e la mamma fu realizzato dalla Fininvest.
Sebbene l'immagine restituita di lei dai rotocalchi, dalla televisione e dal cinema fosse quella di una donna sorridente piena di verve ed allegria, Delia Scala non ha avuto una vita facile. Colpita da un cancro al seno che di fatto condizionerà la sua salute per buona parte della vita, lasciò i palcoscenici a soli 36 anni, a causa di un'appendicite fulminante che le provocava svenimenti in scena. Ha sofferto molto anche sul piano dei sentimenti: si sposa già nel 1944 a soli quindici anni con l'ufficiale greco Nikiphorous Melitsanus e se ne separa appena due anni dopo, ottenendo nel 1956 l'annullamento del matrimonio. A lungo fidanzata con il popolare pilota di Formula 1 Eugenio Castellotti, dopo la tragica scomparsa di questo avvenuta in un incidente durante delle prove private Ferrari all'autodromo di Modena nel 1957, si sposò una seconda volta nel 1967 con Piero Giannotti, un suo ammiratore di Viareggio, che muore nel 1982 per infarto durante una passeggiata in bicicletta sul lungomare versiliese, e una terza volta con l'armatore livornese Arturo Fremura, del quale rimase vedova nel giugno 2001.
Io e la mamma fu realizzato dalla Fininvest.
Sebbene l'immagine restituita di lei dai rotocalchi, dalla televisione e dal cinema fosse quella di una donna sorridente piena di verve ed allegria, Delia Scala non ha avuto una vita facile. Colpita da un cancro al seno che di fatto condizionerà la sua salute per buona parte della vita, lasciò i palcoscenici a soli 36 anni, a causa di un'appendicite fulminante che le provocava svenimenti in scena. Ha sofferto molto anche sul piano dei sentimenti: si sposa già nel 1944 a soli quindici anni con l'ufficiale greco Nikiphorous Melitsanus e se ne separa appena due anni dopo, ottenendo nel 1956 l'annullamento del matrimonio. A lungo fidanzata con il popolare pilota di Formula 1 Eugenio Castellotti, dopo la tragica scomparsa di questo avvenuta in un incidente durante delle prove private Ferrari all'autodromo di Modena nel 1957, si sposò una seconda volta nel 1967 con Piero Giannotti, un suo ammiratore di Viareggio, che muore nel 1982 per infarto durante una passeggiata in bicicletta sul lungomare versiliese, e una terza volta con l'armatore livornese Arturo Fremura, del quale rimase vedova nel giugno 2001.
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