Figlia primogenita di André Kaminker, ebreo polacco, e della parigina Georgette Signoret, Simone nacque a Wiesbaden che, pur in territorio tedesco, si trovava nel 1921 sotto l'occupazione francese seguita alla prima guerra mondiale.
André Kaminker (1888-1961), inventore della traduzione simultanea (nel 1934 tradusse anche un discorso ufficiale tenuto da Hitler a Norimberga), fu uno dei fondatori dell'Associazione internazionale interpreti (AIIC) e più tardi fu anche capo interprete del Consiglio d'Europa. Al tempo della nascita di Simone si trovava in Renania al seguito dell'esercito francese; nel 1923 Kaminker rientrò in Francia e si stabilì a Neuilly-sur-Seine, sobborgo di Parigi, dove Simone frequentò le scuole elementari, medie e superiori.
Dopo essersi trasferita con la famiglia in Bretagna nel 1939 per godere di una maggiore sicurezza durante la guerra, Simone tornò a Parigi nel 1941 e trovò lavoro come segretaria per Le nouveau temps, rivista fondata da Jean Luchaire, padre della sua ex compagna di scuola Corinne. Proprio grazie a Corinne, che aveva cominciato a recitare nel cinema, Simone fu introdotta nel mondo cinematografico e adottò come nome d'arte quello della madre.
Nel 1943 conosce Yves Allégret e nel 1948 lo sposa. La loro figlia Catherine era nata il 9 aprile 1946. Nello stesso anno Simone conosce la popolarità grazie al ruolo da lei interpretato nel film L'albero della malavita (Macadam), che le frutta il premio Suzanne Bianchetti nel 1947. Allégret offre a Simone Signoret i suoi primi ruoli importanti, tra cui quello della prostituta sfruttata in Dédée d'Anvers (1947).
Era l'epoca d'oro di Saint-Germain-des-Prés; Simone frequentava il mondo intellettuale della Rive Gauche, portava pantaloni di flanella, maglioni fino al collo e fumava le Caporal. Anticonformista, combattiva, devota alla causa della giustizia sociale, qui un giorno conobbe Jacques Prévert. Qualche anno dopo, Prévert le presentò un italiano arrivato in Francia da bambino, uno scaricatore di porto che la Piaf aveva scoperto e lanciato come cantante. Si chiamava Ivo Livi, poi Yves Montand.
Nell'agosto 1949, Simone decise di lasciare suo marito e di andare a vivere con Yves Montand. Dal loro matrimonio (dicembre 1951), il loro burrascoso legame durerà tutta la vita.
Dopo alcuni film prestigiosi, oggi considerati dei classici, quali Il piacere e l'amore (La ronde) di Max Ophüls (1950) e Casco d'oro (Casque d'or) di Jacques Becker, nel 1960 ottiene l'Oscar come migliore attrice protagonista per La strada dei quartieri alti (Room at the top). Nello stesso anno, sotto la direzione di Antonio Pietrangeli, veste i panni ancora una volta di prostituta agli sgoccioli della sua carriera nel film italiano Adua e le compagne, affiancata nel cast da Sandra Milo, Marcello Mastroianni e Domenico Modugno.
Durante il viaggio negli Stati Uniti per il ritiro del premio Oscar, la coppia Montand-Signoret ha occasione di conoscere Marilyn Monroe, al tempo sposata allo scrittore Arthur Miller. Le due coppie simpatizzano e Marilyn impone Yves Montand come suo partner nel film Facciamo l'amore (Let's Make Love), che avrebbe dovuto girare di lì a poco. Simone riparte per la Francia e fra i due attori nasce un legame passionale che diventa in breve di dominio pubblico. Al termine delle riprese e dopo la promozione del film, Yves Montand si riconcilia con sua moglie.
Anche la Signoret sarà invitata in America ad interpretare alcuni film tra il 1965 e il 1968: La nave dei folli (Ship of Fools) di Stanley Kramer, Chiamata per il morto (The Deadly Affair) e Il gabbiano (The Seagull), entrambi di Sidney Lumet, Assassinio al terzo piano (Games) di Curtis Harrington. In seguito sceglierà ruoli forti e determinati, spesso in film di denuncia civile come La confessione (L'Aveu) di Costa-Gavras (1970).
Nel 1976, Simone Signoret pubblica la sua autobiografia La nostalgia non è più quella di un tempo e nel 1985 il romanzo Addio Volodia.
Nel 1977, la sua interpretazione in La vita davanti a sé (La Vie devant soi) di Moshe Mizrahi, le varrà il premio César 1978 come migliore attrice, mentre il film vince l'Oscar al miglior film straniero. Narra la storia di Madame Rosa, ex prostituta ebrea, residente in un quartiere dove coabitano neri, arabi ed ebrei. Scampata al campo di concentramento, decide di allevare i figli delle colleghe. In miseria, alla fine dei suoi giorni, ha accanto a sé uno di loro, Momo.
L'ultimo film interpretato dalla Signoret, L'Etoile du Nord, risale al 1981. Successivamente la sua salute comincia a deteriorarsi e una grave malattia della retina la rende progressivamente cieca. Il 30 settembre 1985, a 64 anni, Simone si spegne nella grande villa di Autheuil-sur-Herne, che lei e Yves avevano acquistato nel 1954 dopo i primi grandi successi.
André Kaminker (1888-1961), inventore della traduzione simultanea (nel 1934 tradusse anche un discorso ufficiale tenuto da Hitler a Norimberga), fu uno dei fondatori dell'Associazione internazionale interpreti (AIIC) e più tardi fu anche capo interprete del Consiglio d'Europa. Al tempo della nascita di Simone si trovava in Renania al seguito dell'esercito francese; nel 1923 Kaminker rientrò in Francia e si stabilì a Neuilly-sur-Seine, sobborgo di Parigi, dove Simone frequentò le scuole elementari, medie e superiori.
Dopo essersi trasferita con la famiglia in Bretagna nel 1939 per godere di una maggiore sicurezza durante la guerra, Simone tornò a Parigi nel 1941 e trovò lavoro come segretaria per Le nouveau temps, rivista fondata da Jean Luchaire, padre della sua ex compagna di scuola Corinne. Proprio grazie a Corinne, che aveva cominciato a recitare nel cinema, Simone fu introdotta nel mondo cinematografico e adottò come nome d'arte quello della madre.
Nel 1943 conosce Yves Allégret e nel 1948 lo sposa. La loro figlia Catherine era nata il 9 aprile 1946. Nello stesso anno Simone conosce la popolarità grazie al ruolo da lei interpretato nel film L'albero della malavita (Macadam), che le frutta il premio Suzanne Bianchetti nel 1947. Allégret offre a Simone Signoret i suoi primi ruoli importanti, tra cui quello della prostituta sfruttata in Dédée d'Anvers (1947).
Era l'epoca d'oro di Saint-Germain-des-Prés; Simone frequentava il mondo intellettuale della Rive Gauche, portava pantaloni di flanella, maglioni fino al collo e fumava le Caporal. Anticonformista, combattiva, devota alla causa della giustizia sociale, qui un giorno conobbe Jacques Prévert. Qualche anno dopo, Prévert le presentò un italiano arrivato in Francia da bambino, uno scaricatore di porto che la Piaf aveva scoperto e lanciato come cantante. Si chiamava Ivo Livi, poi Yves Montand.
Nell'agosto 1949, Simone decise di lasciare suo marito e di andare a vivere con Yves Montand. Dal loro matrimonio (dicembre 1951), il loro burrascoso legame durerà tutta la vita.
Dopo alcuni film prestigiosi, oggi considerati dei classici, quali Il piacere e l'amore (La ronde) di Max Ophüls (1950) e Casco d'oro (Casque d'or) di Jacques Becker, nel 1960 ottiene l'Oscar come migliore attrice protagonista per La strada dei quartieri alti (Room at the top). Nello stesso anno, sotto la direzione di Antonio Pietrangeli, veste i panni ancora una volta di prostituta agli sgoccioli della sua carriera nel film italiano Adua e le compagne, affiancata nel cast da Sandra Milo, Marcello Mastroianni e Domenico Modugno.
Durante il viaggio negli Stati Uniti per il ritiro del premio Oscar, la coppia Montand-Signoret ha occasione di conoscere Marilyn Monroe, al tempo sposata allo scrittore Arthur Miller. Le due coppie simpatizzano e Marilyn impone Yves Montand come suo partner nel film Facciamo l'amore (Let's Make Love), che avrebbe dovuto girare di lì a poco. Simone riparte per la Francia e fra i due attori nasce un legame passionale che diventa in breve di dominio pubblico. Al termine delle riprese e dopo la promozione del film, Yves Montand si riconcilia con sua moglie.
Anche la Signoret sarà invitata in America ad interpretare alcuni film tra il 1965 e il 1968: La nave dei folli (Ship of Fools) di Stanley Kramer, Chiamata per il morto (The Deadly Affair) e Il gabbiano (The Seagull), entrambi di Sidney Lumet, Assassinio al terzo piano (Games) di Curtis Harrington. In seguito sceglierà ruoli forti e determinati, spesso in film di denuncia civile come La confessione (L'Aveu) di Costa-Gavras (1970).
Nel 1976, Simone Signoret pubblica la sua autobiografia La nostalgia non è più quella di un tempo e nel 1985 il romanzo Addio Volodia.
Nel 1977, la sua interpretazione in La vita davanti a sé (La Vie devant soi) di Moshe Mizrahi, le varrà il premio César 1978 come migliore attrice, mentre il film vince l'Oscar al miglior film straniero. Narra la storia di Madame Rosa, ex prostituta ebrea, residente in un quartiere dove coabitano neri, arabi ed ebrei. Scampata al campo di concentramento, decide di allevare i figli delle colleghe. In miseria, alla fine dei suoi giorni, ha accanto a sé uno di loro, Momo.
L'ultimo film interpretato dalla Signoret, L'Etoile du Nord, risale al 1981. Successivamente la sua salute comincia a deteriorarsi e una grave malattia della retina la rende progressivamente cieca. Il 30 settembre 1985, a 64 anni, Simone si spegne nella grande villa di Autheuil-sur-Herne, che lei e Yves avevano acquistato nel 1954 dopo i primi grandi successi.
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