Salvatore Randone, detto Salvo, è stato un attore italiano. Nel 1970 ha sposato l'attrice Neda Naldi.
Sulle scene dal 1926, s'impose negli anni quaranta recitando Il lutto s'addice a Elettra di O'Neill.
Attore inquieto e sanguigno, ha impersonato tra l'altro con memorabili risultati Iago e Timone d'Atene, Malvolio ed Edipo, Filottete e Oreste ed è stato soprattutto uno straordinario interprete dei più torbidi drammi di Betti e del teatro di Pirandello (Enrico IV, Il piacere dell'onestà, Tutto per bene).
Ha sempre alternato la conduzione di una propria compagnia a occasionali partecipazioni in teatri stabili e in spettacoli d'eccezione.
Si è affermato anche tra i più forti caratteristi di cinema grazie a Elio Petri, che gli affidò ruoli di primo piano in L'assassino (1961) e I giorni contati (1962) e incisive apparizioni, da La decima vittima (1965) a La proprietà non è più un furto (1973).
Tra i film diretti da altri registi, spiccano Salvatore Giuliano e Le mani sulla città (entrambi di Francesco Rosi), Il processo di Verona di Carlo Lizzani e La parmigiana di Antonio Pietrangeli, l'episodio Toby Dammit in Tre passi nel delirio e il Fellini Satyricon (entrambi di Federico Fellini), La colonna infame di Nelo Risi
Sulle scene dal 1926, s'impose negli anni quaranta recitando Il lutto s'addice a Elettra di O'Neill.
Attore inquieto e sanguigno, ha impersonato tra l'altro con memorabili risultati Iago e Timone d'Atene, Malvolio ed Edipo, Filottete e Oreste ed è stato soprattutto uno straordinario interprete dei più torbidi drammi di Betti e del teatro di Pirandello (Enrico IV, Il piacere dell'onestà, Tutto per bene).
Ha sempre alternato la conduzione di una propria compagnia a occasionali partecipazioni in teatri stabili e in spettacoli d'eccezione.
Si è affermato anche tra i più forti caratteristi di cinema grazie a Elio Petri, che gli affidò ruoli di primo piano in L'assassino (1961) e I giorni contati (1962) e incisive apparizioni, da La decima vittima (1965) a La proprietà non è più un furto (1973).
Tra i film diretti da altri registi, spiccano Salvatore Giuliano e Le mani sulla città (entrambi di Francesco Rosi), Il processo di Verona di Carlo Lizzani e La parmigiana di Antonio Pietrangeli, l'episodio Toby Dammit in Tre passi nel delirio e il Fellini Satyricon (entrambi di Federico Fellini), La colonna infame di Nelo Risi
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