22.3.11

Laura Betti




nome d'arte di Laura Trombetti è stata un'attrice e cantante italiana, attiva tanto nel cinema quanto in teatro
Il suo nome è legato - oltre che ad una indubbia bravura di interprete dotata di grinta e di una voce caratterizzata da un timbro roco che la rendeva inconfondibile - al lungo sodalizio artistico ed umano che la unì al poeta, scrittore e regista Pier Paolo Pasolini.

Tragica Marlene, vera Garbo
Gli ultimi anni di vita li ha dedicati a curare il Fondo istituito nel nome di Pasolini. Per lo scrittore, Laura Betti era una tragica Marlene, una vera Garbo con sopra al volto una maschera inalterabile di pupattola bionda. In realtà - parole dello stesso Pasolini - l'attrice era una persona amabile e simpatica, oltre che, pare, un'ottima cuoca, forse retaggio delle sue origini emiliane.
La sua filmografia comprende pellicole importanti come La dolce vita (diretta da Fellini, 1960); poi, per la regia di Marco Bellocchio, Nel nome del padre (1972) e Sbatti il mostro in prima pagina (dello stesso anno), Con Bellocchio recitò ancora nel 1977 per la riduzione televisiva de Il gabbiano di Anton Cechov. Ebbe un ruolo di rilievo, memorabile, accanto a Donald Sutherland, anche in "Novecento" di Bernardo Bertolucci, nella parte della sadica cugina Regina del protagonista Alfredo (Robert De Niro).

Gli esordi
L'esordio nel mondo dello spettacolo Laura Betti lo aveva avuto come cantante di brani jazz; dopo una breve esperienza nel cabaret (1955) in coppia con Walter Chiari ne I saltimbanchi prese parte - anno 1960 - al recital di canzoni intitolato Giro a vuoto dal contenuto singolare con brani ispirati ai testi di letterati celebri come Buzzati, Calvino, Flaiano, Bassani, Moravia, oltre che dello stesso Pasolini.
Nel '55 debuttò in teatro ne Il crogiuolo di Arthur Miller, con la regia di Luchino Visconti; nel suo repertorio giovanile anche Il Cid di Corneille (in coppia con Enrico Maria Salerno) e I sette peccati capitali di Brecht e Weill.
L'inizio dell'attività di attrice cinematografica coincise per Betti con la conoscenza di Pier Paolo Pasolini, che l'avrebbe diretta ne La ricotta (episodio di Ro.Go.Pa.G.) e ne I racconti di Canterbury e, successivamente (1968), in Orgia e in Teorema (film per il quale l'attrice si aggiudicò la Coppa Volpi come miglior attrice al Festival del cinema di Venezia). Con Mario Monicelli girò In viaggio con Anita. Sempre nel 1968 esce un suo LP, "Potentissima signora", con testi di Pasolini (tra i quali spicca "Il valzer della toppa", in seguito incisa da Gabriella Ferri).
Altri film interpretati da Betti sono stati Allonsanfan (1974) di Paolo e Vittorio Taviani, Vizi privati, pubbliche virtù (1975, regia di Miklós Jancsó), Novecento (1976, di Bernardo Bertolucci), Caramelle da uno sconosciuto (1987, di Franco Ferrini), Il grande cocomero (1993, per la regia di Francesca Archibugi), Un eroe borghese (1995, con Michele Placido).
Uno fra gli ultimi registi a dirigerla fu Mimmo Calopresti, per il quale interpretò nel 2002 il ruolo di una suora nel film La felicità non costa niente.

Il Fondo Pasolini
Come ultimo atto di fede in Pasolini, nella parte finale della carriera (1996) Betti riuscì, oltre che a portare avanti come direttrice l'attività del Fondo intitolato al poeta, scrittore e regista, a mettere in scena un recital di poesie e testi pasoliniani dal titolo Una disperata vitalità.
Nel 2003 il Centro Studi Archivio Pier Paolo Pasolini di Bologna ha acquisito, tramite donazione, tutti i materiali precedentemente raccolti a Roma. Presso la Biblioteca della Cineteca di Bologna oggi si conservano più di 1000 volumi e altro materiale inerente all'opera di Pasolini. Il trasferimento del Centro Studi da Roma a Bologna ha causato notevoli attriti fra l'attrice e l'amministrazione capitolina. Laura Betti è morta a 77 anni per le conseguenze di un'obesità trascurata che la affliggeva da anni.

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