Franco Fortunato Gilberto Augusto Bonvicini più noto con lo pseudonimo di Bonvi, è stato un autore di fumetti italiano
Franco Bonvicini nasce probabilmente a Parma (diverse biografie riportano Bonvi come nato a Modena invece di Parma, poiché pare fosse stato registrato dalla madre ad entrambe le anagrafi, per ricevere una doppia tessera annonaria, ovvero una tessera nominale che veniva consegnata ad ogni cittadino per ottenere i viveri previsti dal razionamento imposto dalla guerra). Trascorre la giovinezza a Modena, dove si diletta a disegnare, per la gioia di amici e conoscenti, su sacche da ginnastica e tovaglie da osteria. Questo già evidenzia il carattere e la verve creativa, estrosa e sopra le righe, che lo avrebbe caratterizzato negli anni a venire.
Tali gioviali attività lo portano ad incontrare, nel 1956, uno sconosciuto Francesco Guccini, col quale diverrà grande amico e collaboratore in testi, gag ed altro ancora.
Tramite Guccini, Bonvi viene presentato al vulcanico Guido De Maria e inizia a collaborare per la sua neo-nata casa di cinema d'animazione, la Vimder Film, per la quale Guccini stesso collaborava. Partecipa così, nel 1966 alla realizzazione di uno dei più apprezzati recláme animati apparsi su Carosello, "Salomone pirata pacioccone", che pubblicizzava gli sciroppi Fabbri. In quel periodo ha anche alcune esperienze in campo cinematografico come truccatore e costumista.
Nel 1968, partecipa ad un concorso indetto per il quarto Salone dei Comics di Lucca, dal quotidiano Paese Sera, che vince, presentando una striscia che sarebbe diventata il suo cavallo di battaglia, negli anni a venire: le Sturmtruppen. Le Sturmtruppen rappresentavano la sua personale parodia della vita militare e il nazismo, che ridicolizzava, portando il formato delle daily strip statunitensi anche in Italia.
La prima vera apparizione fu quindi nell'almanacco del Salone di Lucca (novembre 1968), seguita poi da alcune apparizioni sulla rivista "alternativa" romana "Off-Side" (assieme ad altre sue storie), per proseguire, in forma "ufficiale" sul quotidiano Paese Sera (e su L'Ora di Palermo), nel 1969, riuscendo dopo pochi anni a varcare anche i confini nazionali.
Gli anni immediatamente seguenti sono ricchi di fervore creativo, facendo esordire tutta una serie di nuovi e divertenti personaggi, ognuno a suo modo una caricatura di un particolare aspetto del vivere quotidiano. Il tratto vivace (ma talvolta viziato da evidenti errori di prospettiva) e il suo senso umoristico, gli permettono di conquistare una rapida notorietà. Inizia infatti una proficua collaborazione con le Edizioni Alpe, per le quali crea, tra l'altro, il famoso anti-eroe Cattivik (1965), parodia dei fumetti neri, e Capitan Posapiano (apparsi inizialmente sulle pagine di Tiramolla). Lo "studio Bonvi", con il nome di PlayComics, presto si sarebbe allargato, includendo gli allievi e amici Silver (1970) e Clod. Silver, dopo un periodo di collaborazione saltuaria, inizierà a disegnare Capitan Posapiano, passato poi a Clod, quando Bonvi gli permetterà di sviluppare la creatura più promettente: Cattivik.
A partire dal 1969 pubblica, sulla rivista Psyco, le Storie dello spazio profondo, su testi di Guccini, il cui personaggio principale aveva il volto dello stesso Bonvi. Le Storie dello spazio profondo anticipavano di un decennio situazioni e atmosfere che si ritroveranno nel kolossal cinematografico Guerre Stellari.
Sempre al 1969 (anche se andò in onda per la prima volta nel 1972) risale l'ideazione del detective Nick Carter, ideato in coppia con il regista Guido De Maria, per la trasmissione Gulp! I Fumetti in TV. L'episodio pilota (intitolato Il mistero dei dieci dollari), venne realizzato infatti tra il 1969 e il 1970. Il personaggio ebbe grande successo, divenendo, nella successiva edizione del programma, Supergulp!, il presentatore "virtuale" di tutta la serie, per poi trasferirsi sulle pagine del Corriere dei Ragazzi. La trasmissione Supergulp! ebbe un enorme successo e Bonvi proporrà in seguito altri due suoi personaggi animati, Marzolino Tarantola (apparso dalla puntata del 8 Marzo 1979, parodia di Saturnino Farandola di Albert Robida) e perfino le Sturmtruppen (apparsi nelle puntate n.16-20, trasmesse dal 6 al 10 aprile 1981).
L'attività di Bonvi prosegue alacremente e presenta ai lettori ed appassionati italiani personaggi e opere come Milo Marat, in compagnia di Mario Gomboli (1973 - in quell'anno vince il titolo di miglior cartoonist europeo), le Cronache del dopobomba (1974), che oscillano tra la drammaticità di un mondo post-olocausto atomico e l'assurdità delle situazioni descritte (uomini che si uccidono per una scatoletta vuota o perché di fedi politiche differenti), L'Uomo di Tsushima (1978), che esce nella collana Un uomo, un'avventura della Sergio Bonelli Editore (allora CEPIM), per finire con il già citato Marzolino Tarantola del 1979 e Blob del 1994. Nel corso degli anni ottanta, dal matrimonio con Mariangela Villani, nascono i figli Sofia (1984, che ha recentemente conseguito la laurea in architettura) e Francesco "Chicco" Bonvicini (1989).
Tali gioviali attività lo portano ad incontrare, nel 1956, uno sconosciuto Francesco Guccini, col quale diverrà grande amico e collaboratore in testi, gag ed altro ancora.
Tramite Guccini, Bonvi viene presentato al vulcanico Guido De Maria e inizia a collaborare per la sua neo-nata casa di cinema d'animazione, la Vimder Film, per la quale Guccini stesso collaborava. Partecipa così, nel 1966 alla realizzazione di uno dei più apprezzati recláme animati apparsi su Carosello, "Salomone pirata pacioccone", che pubblicizzava gli sciroppi Fabbri. In quel periodo ha anche alcune esperienze in campo cinematografico come truccatore e costumista.
Nel 1968, partecipa ad un concorso indetto per il quarto Salone dei Comics di Lucca, dal quotidiano Paese Sera, che vince, presentando una striscia che sarebbe diventata il suo cavallo di battaglia, negli anni a venire: le Sturmtruppen. Le Sturmtruppen rappresentavano la sua personale parodia della vita militare e il nazismo, che ridicolizzava, portando il formato delle daily strip statunitensi anche in Italia.
La prima vera apparizione fu quindi nell'almanacco del Salone di Lucca (novembre 1968), seguita poi da alcune apparizioni sulla rivista "alternativa" romana "Off-Side" (assieme ad altre sue storie), per proseguire, in forma "ufficiale" sul quotidiano Paese Sera (e su L'Ora di Palermo), nel 1969, riuscendo dopo pochi anni a varcare anche i confini nazionali.
Gli anni immediatamente seguenti sono ricchi di fervore creativo, facendo esordire tutta una serie di nuovi e divertenti personaggi, ognuno a suo modo una caricatura di un particolare aspetto del vivere quotidiano. Il tratto vivace (ma talvolta viziato da evidenti errori di prospettiva) e il suo senso umoristico, gli permettono di conquistare una rapida notorietà. Inizia infatti una proficua collaborazione con le Edizioni Alpe, per le quali crea, tra l'altro, il famoso anti-eroe Cattivik (1965), parodia dei fumetti neri, e Capitan Posapiano (apparsi inizialmente sulle pagine di Tiramolla). Lo "studio Bonvi", con il nome di PlayComics, presto si sarebbe allargato, includendo gli allievi e amici Silver (1970) e Clod. Silver, dopo un periodo di collaborazione saltuaria, inizierà a disegnare Capitan Posapiano, passato poi a Clod, quando Bonvi gli permetterà di sviluppare la creatura più promettente: Cattivik.
A partire dal 1969 pubblica, sulla rivista Psyco, le Storie dello spazio profondo, su testi di Guccini, il cui personaggio principale aveva il volto dello stesso Bonvi. Le Storie dello spazio profondo anticipavano di un decennio situazioni e atmosfere che si ritroveranno nel kolossal cinematografico Guerre Stellari.
Sempre al 1969 (anche se andò in onda per la prima volta nel 1972) risale l'ideazione del detective Nick Carter, ideato in coppia con il regista Guido De Maria, per la trasmissione Gulp! I Fumetti in TV. L'episodio pilota (intitolato Il mistero dei dieci dollari), venne realizzato infatti tra il 1969 e il 1970. Il personaggio ebbe grande successo, divenendo, nella successiva edizione del programma, Supergulp!, il presentatore "virtuale" di tutta la serie, per poi trasferirsi sulle pagine del Corriere dei Ragazzi. La trasmissione Supergulp! ebbe un enorme successo e Bonvi proporrà in seguito altri due suoi personaggi animati, Marzolino Tarantola (apparso dalla puntata del 8 Marzo 1979, parodia di Saturnino Farandola di Albert Robida) e perfino le Sturmtruppen (apparsi nelle puntate n.16-20, trasmesse dal 6 al 10 aprile 1981).
L'attività di Bonvi prosegue alacremente e presenta ai lettori ed appassionati italiani personaggi e opere come Milo Marat, in compagnia di Mario Gomboli (1973 - in quell'anno vince il titolo di miglior cartoonist europeo), le Cronache del dopobomba (1974), che oscillano tra la drammaticità di un mondo post-olocausto atomico e l'assurdità delle situazioni descritte (uomini che si uccidono per una scatoletta vuota o perché di fedi politiche differenti), L'Uomo di Tsushima (1978), che esce nella collana Un uomo, un'avventura della Sergio Bonelli Editore (allora CEPIM), per finire con il già citato Marzolino Tarantola del 1979 e Blob del 1994. Nel corso degli anni ottanta, dal matrimonio con Mariangela Villani, nascono i figli Sofia (1984, che ha recentemente conseguito la laurea in architettura) e Francesco "Chicco" Bonvicini (1989).
Gli ultimi anni e la morte prematura
La sua ultima opera è La città, una sceneggiatura disegnata da Giorgio Cavazzano, originariamente pensata per la miniserie Zona X ma uscita postuma nello stesso anno della sua morte nella serie I Grandi Comici del Fumetto, sempre per la Bonelli. Bonvi muore infatti in un incidente stradale a Bologna, investito mentre si sta recando come ospite alla trasmissione Roxy Bar dell'amico Red Ronnie, per vendere alcune sue tavole il cui ricavato sarebbe andato all'amico Magnus, all'epoca malato di cancro. Dal 2004 lo studio grafico (e casa editrice) "Chiaroscuro" di Bologna (che detiene – su licenza degli eredi – i diritti esclusivi di tutta l'opera di Bonvi) sta restaurando e ripropronendo le opere dell' autore. Le più recenti pubblicazioni in libreria sono state il volume definitivo "Storie dello spazio profondo" (2010, Rizzoli Lizard) e "SuperSturmtruppen" (2010, Magazzini Salani) che contiene anche materiale inedito.
Per approfondire, vedi la voce Supergulp!.
Tra il 1969 e il 1971 Giancarlo Governi, giornalista e responsabile del Reparto Programmi Speciali della RAI iniziò a sviluppare l'idea di un programma, ispirato da un carosello di Paul Campani, che portasse letteralmente i fumetti in TV. Contattò quindi lo studio di Guido De Maria, ed insieme a Bonvi, iniziarono a realizzare un programma che fece epoca Gulp!, andato in onda a partire dal 1972 sul Secondo Canale della RAI. Bonvi, insieme al regista De Maria, creò per l'occasione un nuovo personaggio: Nick Carter. Nick Carter era un investigatore privato, impegnato a risolvere, insieme ai collaboratori Ten e Patsy, intricati casi che spesso hanno come mente oscura il nemico di sempre Stanislao Moulinsky.
Tra il 1969 e il 1971 Giancarlo Governi, giornalista e responsabile del Reparto Programmi Speciali della RAI iniziò a sviluppare l'idea di un programma, ispirato da un carosello di Paul Campani, che portasse letteralmente i fumetti in TV. Contattò quindi lo studio di Guido De Maria, ed insieme a Bonvi, iniziarono a realizzare un programma che fece epoca Gulp!, andato in onda a partire dal 1972 sul Secondo Canale della RAI. Bonvi, insieme al regista De Maria, creò per l'occasione un nuovo personaggio: Nick Carter. Nick Carter era un investigatore privato, impegnato a risolvere, insieme ai collaboratori Ten e Patsy, intricati casi che spesso hanno come mente oscura il nemico di sempre Stanislao Moulinsky.
Curiosità
In una ballata del mare salato Hugo Pratt dà all'ufficiale tedesco di marina Slutter le fattezze dell'amico Bonvi.
La canzone Lettera di Francesco Guccini, del 1996, è dedicata all'amico scomparso Bonvi.
Secondo Alessandra Ferro, sua compagna negli ultimi 7 anni di vita, Bonvi non era un pacifista anzi aveva un ricordo molto romantico e cavalleresco della guerra nonostante non fosse un duro ma un anarchico folle. Infatti l'immagine che gli si attribuì da anti-militarista, pacifista e comunista la stessa Ferro dirà che è falsa. Bonvi veniva da una famiglia di militari di carriera e possedeva una collezione di armi.
Bonvi era conciato spesso con uniformi d'epoca, mimetiche improbabili e machete vero. Silver raccontò tempo fa che in una torrida estate, circa alle tre di notte, i due erano in slip in soffitta che finivano un lavoro urgente. Bonvi era un omone grande e grosso, tutto coperto da una bionda peluria e Silver dimostrava molto meno dei suoi 18 anni. Arriva nella notte una scossa di terremoto e i due spaventati vanno già dalle scale così come si trovavano, in slip e sudati si sono messi a urlare e correre. Prontamente gli altri condomini si affacciamo sui pianerottoli per commentare la scena di un ragazzetto magro e giovanissimo, praticamente nudo, urlante che veniva inseguito da un energumeno seminudo. Cosa dovettero pensare gli altri inquilini fu chiaro l'indomani, quando, incontrando i due per le scale, li guardavano con sospetto Bonvi fa delle brevi apparizioni anche come attore. Infatti lo troviamo nelle vesti di condannato-giullare nel film Sturmtruppen, e in un piccolo ruolo nel film Cavalli si nasce. Ha anche un ruolo nel film Come rubammo la bomba atomica
Leonardo Ortolani racconterà in un'intervista pubblicata su un sito amatoriale sul come una volta Bonvi gli chiese: "Mi chiese di poterla pubblicare su un numero di Sturmtruppen (come fece) dicendomi "Ho riso come uno stronzo!" Ecco, uno dei più bei complimenti ricevuti!"
Sempre Alessandra Ferro, compagna di Bonvi, racconta che: "Bonvi era quasi schizofrenico: tanto nella vita normale era scombinato, incasinato, perennemente assorto nei propri pensieri e teneramente distratto. Una volta rispose al saluto d’una distinta compaesana di mezz’età in quel di Modena, apostrofandola con un “… Buongiorno, signora!” e sentendosi ringhiare in risposta un eloquente: “Franco, sono tua madre!” Tanto nel lavoro era una macchina formidabile, in grado di sfornare con estrema metodicità un elevato numero di tavole delle Sturmtruppen ogni giorno, che io completavo rifinendole con parziale inchiostrazione e una paziente retinatura. ". In una sua "Bustina di Minerva" (Le veline di Ugo Eco, «l'espresso», 1 ottobre 2004), Umberto Eco racconta un aneddoto raccontatogli da Bonvi, il quale, per arrotondare i guadagni che gli derivavano dal fumetto, lavorava anche nella pubblicità. Un giorno, dovendo trovare uno slogan per un insetticida, Bonvi scoprì che uno dei suoi ingredienti era il piretro. Così gli era venuta l'idea di mettere, su inserti pubblicitari e spot televisivi, la frase 'al fiore di piretro'. Era, dunque, un espediente per rendere il cattivo odore dell'insetticida fresco e desiderabile per il consumatore. Un giorno, andando a casa di sua madre, Bonvi senti un forte odore d'insetticida; la madre gli rispose che usava spanderne in abbondanza perché era una miscela deliziosa al fiore di piretro. Bonvi allora si arrabbiò e disse: "Ma mamma, quella è una cazzata che mi sono inventato io!". La mamma rispose: "Eh no, figlio mio. L'ha detto la televisione"
Leonardo Ortolani racconterà in un'intervista pubblicata su un sito amatoriale sul come una volta Bonvi gli chiese: "Mi chiese di poterla pubblicare su un numero di Sturmtruppen (come fece) dicendomi "Ho riso come uno stronzo!" Ecco, uno dei più bei complimenti ricevuti!"
Sempre Alessandra Ferro, compagna di Bonvi, racconta che: "Bonvi era quasi schizofrenico: tanto nella vita normale era scombinato, incasinato, perennemente assorto nei propri pensieri e teneramente distratto. Una volta rispose al saluto d’una distinta compaesana di mezz’età in quel di Modena, apostrofandola con un “… Buongiorno, signora!” e sentendosi ringhiare in risposta un eloquente: “Franco, sono tua madre!” Tanto nel lavoro era una macchina formidabile, in grado di sfornare con estrema metodicità un elevato numero di tavole delle Sturmtruppen ogni giorno, che io completavo rifinendole con parziale inchiostrazione e una paziente retinatura. ". In una sua "Bustina di Minerva" (Le veline di Ugo Eco, «l'espresso», 1 ottobre 2004), Umberto Eco racconta un aneddoto raccontatogli da Bonvi, il quale, per arrotondare i guadagni che gli derivavano dal fumetto, lavorava anche nella pubblicità. Un giorno, dovendo trovare uno slogan per un insetticida, Bonvi scoprì che uno dei suoi ingredienti era il piretro. Così gli era venuta l'idea di mettere, su inserti pubblicitari e spot televisivi, la frase 'al fiore di piretro'. Era, dunque, un espediente per rendere il cattivo odore dell'insetticida fresco e desiderabile per il consumatore. Un giorno, andando a casa di sua madre, Bonvi senti un forte odore d'insetticida; la madre gli rispose che usava spanderne in abbondanza perché era una miscela deliziosa al fiore di piretro. Bonvi allora si arrabbiò e disse: "Ma mamma, quella è una cazzata che mi sono inventato io!". La mamma rispose: "Eh no, figlio mio. L'ha detto la televisione"
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