Una storia vera
Edda Ciano e il Comunista
Edda Ciano e il Comunista
Un’inconfessabile passione fra la figlia del Duce in esilio a Lipari e un partigiano
di Paola Scaramozzino
di Paola Scaramozzino
“E’ stato un colpo di fulmine partito addirittura da una recensione letta sulla Stampa ancor prima che uscisse il libro” racconta Graziano Diana, regista e sceneggiatore insieme a Stefano Marcocci e Domenico Tomassetti di “Edda Ciano e il Comunista” tratto dall’omonimo libro di Marcello Sorgi (Rizzoli editore). Il tv-movie, prodotto dalla Casanova Multimedia di Luca Barbareschi per Rai Fiction, andrà in onda in una sola puntata il 13 marzo su Raiuno.
“Questa bellissima storia d’amore scoperta casualmente da Sorgi, l’ho sentita subito mia e non sono stato il solo. Anche Stefania Rocca che interpreta Edda (Ellenica), la protagonista insieme a Alessandro Preziosi (Leonida Bongiorno), voleva comprarne i diritti d’autore dopo averla letta. Il personaggio le appartiene e lo si percepisce vedendola recitare”.
Siamo nel settembre 1945 ed Edda Ciano, figlia di Mussolini ucciso appena cinque mesi prima e moglie di Galeazzo, fucilato da più di un anno, viene portata al confine a Lipari. Edda è una donna ancora giovane ma distrutta, depressa, sola e separata anche dai figli. Sull’isola è rientrato prima di lei, Leonida, capo dei comunisti liparoti che è stato partigiano in Francia. Accolto con una grande festa dagli abitanti dell’isola ormai sfiniti dalla guerra, su di lui si riversano le speranze di una rinascita. E Leonida si dà da fare. Durante una manifestazione scoppia una rissa ed Edda viene salvata da quest’uomo. L’incontro è fatale per entrambi.
Graziano Diana, lei nasce come sceneggiatore di molti film per il cinema (è nelle sale in questi giorni: “Il padre e lo straniero” di Ricky Tognazzi ma ricordiamo, fra i tanti “Canone inverso”, “La scorta”,“Ultrà”) e molte fiction per la tv. Qui si cimenta anche nella regia per la seconda volta, dopo la “Vita rubata" del 2008 . E’ diverso scrivere per la Tv e perché il passaggio dalla scrittura alla macchina da presa?
“Per quanto riguarda la sceneggiatura, no, non vedo grosse differenze. Io l’ho scritta come un film che potrebbe andare nelle sale cinematografiche. L’unica cosa su cui ho insistito, andando in Tv, è che il film fosse trasmesso in una sola puntata, perché è da vedere tutto in una sera. La regia? “La regia è il proseguimento della scrittura” diceva Kubrick e io la penso davvero così. In fondo, quando si scrive, si hanno già in mente i personaggi, il loro modo di muoversi, gli atteggiamenti, gli sguardi, le atmosfere, i luoghi e i colori. Certo il regista si espone in prima persona, non ha scusanti e si deve prendere fino in fondo le proprie responsabilità. E poi è faticoso. Abbiamo girato in 4 settimane e senza sosta un po’ a Lipari, a Salina e in altri punti bellissimi delle Eolie. Oltre 200 sono state le comparse del posto. Abbiamo ricostruito i luoghi come dovevano essere nel 1945. L’isola ha avuto una grande importanza nella storia e lo ha anche nel film”.
E mi mostra un bellissimo libro di foto sul set fatte da Bepi Caroli in cui sembra di palpare con mano l’atmosfera delle riprese: il ritorno di Leonida dalla guerra con il volto provato di Alessandro Preziosi; l’arrivo di Edda, Stefania Rocca, smunta in un essenziale cappotto grigio scuro. E poi la gente: i visi segnati dei pescatori di Lipari, i volti delle donne e dei bambini che riflettono la luce limpida del posto. E i luoghi, angoli di mare di una bellezza emozionante . Il film è fedele al racconto di Sorgi?
“Sì, abbastanza. Ho voluto presentare la storia dalla parte di Leonida, quest’uomo forte che ha studiato e che ha un padre, Don Eduardo, anche lui antifascista e di notevole spessore interpretato da Adriano Chiaramida, con il quale si scontra proprio a causa della passione per Edda.
“Come può un comunista amare la figlia del Duce? “ chiede al figlio.
Sembrano diversi ma in verità i due sono simili e si vedrà. Leonida può amare Edda perché il suo pensiero supera il pregiudizio e l’ideologia e perché la considera soprattutto come una persona”.
Edda fragile nella sua condizione di “sorvegliata speciale numero 1” come lei stessa si definisce, ma davvero oltre per quei tempi….”.
“Sì, Edda beve, fuma, indossa i pantaloni e sarà la prima che “mostrerà la pancia” indossando il due pezzi a Lipari. Una donna davvero innamorata di Baiardo, come lo chiama riferendosi al cavallo baio dell’Orlando Furioso.”
. Perché la storia d’amore raccontata anche attraverso le lettere di Edda al suo amato, non continuerà? Per un fatto ideologico o perché finisce la passione?
“Nessuno di questi due motivi. In effetti l’amore fra i due non finirà mai ma saranno gli eventi, la fine dell’esilio e la partenza da Lipari nel 1946 di lei, a determinarne la fine. Il posto di Edda è accanto ai suoi figli e quello di Leonida è sulla sua isola e non nella mondaneità. Dopo averla accompagnata in un viaggio al Nord nell’intento di mettere in mani sicure i diari del marito Ciano, si lasceranno”.
Ad attendere il ritorno di Leonida sull’isola, ci sarà la sua futura moglie, la giovane Angelina, interpretata da Dajana Roncione. Diana ci racconta di aver saputo da un erede della famiglia Ciano, che nessuno era a conoscenza della storia d’amore fra Leonida ed Edda. Solo ora però, si è capito a chi appartenesse quel disegno di nudo di donna tenuto per anni in cantina. E’ lo schizzo fatto a matita dal Comunista alla sua amata. Ed è l’unico ricordo che Edda porterà con se lasciando l’isola.
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