è stata un'attrice italiana, una delle prime "dive" del cinema italiano e attrice di spicco del cosiddetto filone dei telefoni bianchi; fu anche celebre per la sua rivalità con Clara Calamai.
Inizia la sua carriera giovanissima con alcune apparizioni minori, come comparsa in L'urlo di Corrado D'Errico , in Vivere di Guido Brignone e in La gondola delle chimere di Augusto Genina; nel 1936, sempre con Genina, lavora nel film Squadrone bianco, girato in Libia .
Molto importante, per la sua carriera, sarà l'agente cinematografico Eugenio Fontana, che ne curerà, per molti anni i rapporti con i produttori e registi.
In Sentinelle di bronzo (1937), la Duranti consegue il suo primo grande successo da protagonista, interpretando una donna di colore; da quel momento diventa una stella del cinema e si fa notare, tra l'altro, per l'eleganza con cui si muove sulla scena e per i suoi lineamenti aggressivi.
Tra le sue più riuscite interpretazioni vanno inoltre ricordate Cavalleria rusticana (1939) e Carmela (1942).
In quest'ultimo film Doris Duranti si mostra a seno nudo, dando vita ad una celebre "querelle" con l'altra grande diva del cinema italiano di quegli anni, Clara Calamai, apparsa in una scena analoga nel film La cena delle beffe (1941). La Duranti teneva a dire che «il mio fu il primo seno nudo ripreso all'impiedi, apparve eretto com'era di natura, orgoglioso, senza trucchi, invece la Calamai si fece riprendere sdraiata, che non è una differenza da poco». Purtuttavia, contrariamente a quanto sostenuto dalla Calamai, la prima a mostrare il seno nudo nella storia del cinema italiano fu Vittoria Carpi nel film La corona di ferro, di Alessandro Blasetti (1940)
Inizia la sua carriera giovanissima con alcune apparizioni minori, come comparsa in L'urlo di Corrado D'Errico , in Vivere di Guido Brignone e in La gondola delle chimere di Augusto Genina; nel 1936, sempre con Genina, lavora nel film Squadrone bianco, girato in Libia .
Molto importante, per la sua carriera, sarà l'agente cinematografico Eugenio Fontana, che ne curerà, per molti anni i rapporti con i produttori e registi.
In Sentinelle di bronzo (1937), la Duranti consegue il suo primo grande successo da protagonista, interpretando una donna di colore; da quel momento diventa una stella del cinema e si fa notare, tra l'altro, per l'eleganza con cui si muove sulla scena e per i suoi lineamenti aggressivi.
Tra le sue più riuscite interpretazioni vanno inoltre ricordate Cavalleria rusticana (1939) e Carmela (1942).
In quest'ultimo film Doris Duranti si mostra a seno nudo, dando vita ad una celebre "querelle" con l'altra grande diva del cinema italiano di quegli anni, Clara Calamai, apparsa in una scena analoga nel film La cena delle beffe (1941). La Duranti teneva a dire che «il mio fu il primo seno nudo ripreso all'impiedi, apparve eretto com'era di natura, orgoglioso, senza trucchi, invece la Calamai si fece riprendere sdraiata, che non è una differenza da poco». Purtuttavia, contrariamente a quanto sostenuto dalla Calamai, la prima a mostrare il seno nudo nella storia del cinema italiano fu Vittoria Carpi nel film La corona di ferro, di Alessandro Blasetti (1940)
Diva del regime
Divenuta l'attrice più ammirata e pagata del regime fascista, la Duranti inizia una relazione sentimentale con il gerarca toscano Alessandro Pavolini, ministro della Cultura Popolare. La relazione viene in un primo momento osteggiata, ma poi tollerata da Mussolini che, pare, fosse rimasto colpito positivamente dalla Duranti nel film Il re si diverte (1941).
Divenuti amanti, alla caduta del regime fascista l'attrice segue Pavolini al nord, stabilendosi prima a Venezia, dove la Repubblica Sociale Italiana intendeva ricostruire parte di Cinecittà, e successivamente sul Lago di Como, .
Ma ben presto gli eventi storici portano verso la rovina la Repubblica Sociale Italiana, e conseguentemente Pavolini che, prima di essere catturato e ucciso, riesce a far avere alla Duranti un passaggio per la Svizzera e l'attrice si trasferisce a Lugano; qui viene incarcerata dagli svizzeri e, durante la detenzione, tenta di uccidersi tagliandosi le vene. In seguito sposa un tenente di polizia e si trasferisce con lui in Sudamerica, dove risiederà per diversi anni.
Tornata in Italia nei primi anni 50 incontra Mario Ferretti, famoso giornalista e radiocronista, i due si innamorano e decidono di trasferirsi in Sud America a Santo Domingo, dove aprono un ristorante.
Divenuti amanti, alla caduta del regime fascista l'attrice segue Pavolini al nord, stabilendosi prima a Venezia, dove la Repubblica Sociale Italiana intendeva ricostruire parte di Cinecittà, e successivamente sul Lago di Como, .
Ma ben presto gli eventi storici portano verso la rovina la Repubblica Sociale Italiana, e conseguentemente Pavolini che, prima di essere catturato e ucciso, riesce a far avere alla Duranti un passaggio per la Svizzera e l'attrice si trasferisce a Lugano; qui viene incarcerata dagli svizzeri e, durante la detenzione, tenta di uccidersi tagliandosi le vene. In seguito sposa un tenente di polizia e si trasferisce con lui in Sudamerica, dove risiederà per diversi anni.
Tornata in Italia nei primi anni 50 incontra Mario Ferretti, famoso giornalista e radiocronista, i due si innamorano e decidono di trasferirsi in Sud America a Santo Domingo, dove aprono un ristorante.
Gli ultimi anni
L'ultima apparizione della Duranti sul grande schermo risale al 1976 nel film Divina creatura, diretto da Patroni Griffi e interpretato accanto a Laura Antonelli.
L'attrice si spegne nel 1995 a Santo Domingo, dove si era trasferita da tempo, all'età di 78 anni.
La vita di Doris Duranti è stata soggetto di una fiction televisiva, trasmessa da Raiuno nel 1991. Il lavoro, intitolato Doris una diva di regime era firmato da Alfredo Giannetti e vedeva Elide Melli come protagonista.
L'attrice si spegne nel 1995 a Santo Domingo, dove si era trasferita da tempo, all'età di 78 anni.
La vita di Doris Duranti è stata soggetto di una fiction televisiva, trasmessa da Raiuno nel 1991. Il lavoro, intitolato Doris una diva di regime era firmato da Alfredo Giannetti e vedeva Elide Melli come protagonista.
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