17.6.11

Sabina Guzzanti






Figlia del giornalista Paolo (ex parlamentare di Forza Italia e del Popolo della Libertà) e sorella di Corrado e di Caterina, dopo la maturità classica al liceo Orazio di Roma e gli studi di chitarra al conservatorio, si è diplomata all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio D'Amico", nel 1985.
In televisione ha iniziato nel 1987 con il programma Proffimamente... non stop di Enzo Trapani e l'anno successivo fece parte del cast di Matrjoska - L'araba fenice di Antonio Ricci.
La prima notorietà arrivò con La TV delle ragazze, seguita da altri programmi di satira presentati da Serena Dandini (Scusate l'interruzione, Tunnel e Avanzi), nei quali proponeva una memorabile imitazione della pornodiva Moana Pozzi.
Nel 1995 partecipò al Festival di Sanremo con la canzone Troppo sole, accompagnata dal gruppo La Riserva Indiana, formato da Sandro Curzi, Mario Capanna, Nichi Vendola, Antonio Ricci, Daria Bignardi, Bruno Voglino, Remo Remotti e capitanato da David Riondino.
In seguito si è dedicata maggiormente alla satira politica, realizzando tra l'altro delle riuscite imitazioni di Massimo D'Alema e Silvio Berlusconi.
Per il cinema, la Guzzanti ha interpretato con Giuseppe Bertolucci I cammelli e Troppo sole (in cui interpretava 13 personaggi diversi), film che però hanno ottenuto uno scarso successo di pubblico. In seguito ha girato Cuba Libre - Velocipedi ai tropici, sceneggiato e diretto da David Riondino. Nel 1998 è stata attrice e regista del cortometraggio Donna selvaggia.
Nel 2002 ha diretto il suo primo lungometraggio, Bimba, prodotto e distribuito dalla Medusa Film.
È poi tornata a teatro con lo spettacolo Recital, in cui interpreta personaggi immaginari e reali, quali Valeria Marini e Irene Pivetti. Autrice del celebre film Viva Zapatero! e di Le ragioni dell'aragosta, con protagonisti i ritrovati comici di Avanzi, il suo ultimo lavoro cinematografico si intitola Draquila - L'Italia che trema, uscito nel maggio 2010.
La Guzzanti si dichiara buddista, aderente alla Soka Gakkai; in particolare la Guzzanti ha dichiarato: "io pratico il Buddismo da vent'anni e tutto quello che c'è di bello e di importante nella mia vita è legato al Buddismo".

L'attività teatrale e televisiva

Nel novembre 2003 è tornata in televisione con la trasmissione Raiot, di nuovo su Rai 3: nonostante gli ascolti notevoli in tarda fascia oraria (23:30), l'attrice è stata querelata da Mediaset per «gravissime menzogne e insinuazioni» e i vertici della Rai hanno immediatamente sospeso la trasmissione dopo una sola puntata, suscitando molte polemiche.
Nonostante questo episodio, la prima puntata mandata in onda dalla Rai e le successive puntate (registrate ma non mandate in onda), vennero comunque riprese e distribuite liberamente su internet raccogliendo un enorme successo. La querela è poi stata archiviata dalla magistratura che ha giudicato infondate le accuse di Mediaset, in quanto (e la stessa comica non ha esitato a ripeterlo) i fatti presentati erano veri. Le frasi incriminate riguardavano la contestatissima legge Gasparri sul riordino delle TV (una su tutte: «Rete 4 è abusiva»).
Nel 2005 presenta a Venezia, in contemporanea alla Mostra del cinema il film-documentario Viva Zapatero! che denuncia la poca libertà d'informazione in Italia con il contributo di comici di satira di altri paesi europei. Il film ha vinto la 28esima edizione del Festival italiano del cinema di Villerupt (ex aequo con Sotto il sole nero di Enrico Verra).
Nel corso dell'edizione 2008 del programma Anno Zero, condotto da Michele Santoro è apparsa a sorpresa riproponendo alcune delle sue più apprezzate imitazioni.

L'impegno politico

Guzzanti ha sostenuto con forza la raccolta di firme per la legge d'iniziativa popolare (un'idea di Tana De Zulueta, Verdi) sul sistema dell'informazione televisiva: Nuove norme in materia di disciplina del sistema delle comunicazioni audiovisive e sulla concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo.
La legge proposta consta di 10 articoli e ha lo scopo di sostenere e garantire il pluralismo dell'informazione avendo sempre come punti di riferimento gli articoli 2, 3, 21 della Costituzione Italiana; il punto cardine è la Rai. Tra i numerosi sostenitori dell'iniziativa: Enzo Biagi, Angela Finocchiaro, Dario Fo, Dacia Maraini, Alfonso Pecoraro Scanio con tutto il partito dei Verdi, Elio Veltri, Giovanni Valentini e l'associazione Articolo 21.
Ha partecipato alla manifestazione "No Cav Day", l'8 luglio 2008 a Piazza Navona, contro i recenti provvedimenti del governo Berlusconi IV in materia di giustizia, insieme a giornalisti (Marco Travaglio, Paolo Flores d'Arcais), intellettuali (Andrea Camilleri, Umberto Eco, Pancho Pardi), esponenti politici (Antonio Di Pietro, Furio Colombo, Rita Borsellino), del mondo dello spettacolo (Beppe Grillo, Moni Ovadia, Ascanio Celestini) e dei girotondi; polemizzando, in prima persona, sul ruolo della Chiesa cattolica in Italia, sull'operato del Primo Ministro Silvio Berlusconi, e sulla scelta a Ministro di Mara Carfagna, citando un giornale argentino che parla del presunto scandalo a sfondo sessuale in cui quest'ultima e il premier sarebbero coinvolti. I toni forti usati dall'attrice ("gli ha succhiato l'uccello") hanno successivamente acceso polemiche fra i partiti politici e critiche sulle testate giornalistiche che hanno dominato la scena del dibattito mediatico sulla manifestazione lasciando in secondo piano i temi principali che avevano dato origine alla stessa.

Critiche

Il giornalista Giuliano Ferrara, rispondendo alle accuse di censura nei confronti di Sabina Guzzanti, ha definito la satira dell'attrice comizio politico "de paese", "de borgata", accusando la stessa di mancanza di stile.
In uno spettacolo, fece un'imitazione caricaturale della giornalista e scrittrice Oriana Fallaci: « Voi non conoscete la fatica di vivere a Manhattan al 38esimo piano, mentre, voi smidollati non avete avuto neppure il coraggio di sfasciare un bancomat. Amo la pace e l'amo tanto che sarei disposta a radere al suolo una città e a non fare prigionieri. Amo la guerra perché mi fa sentire viva». Dal pubblico arrivò la frase: «Ti venisse un cancro», e la Guzzanti rispose: «Ce l'ho già e ti venisse anche a te e alla tu' mamma».
La Fallaci rispose alla Guzzanti dichiarando: "Giovanotta, essendo una persona civile io le auguro che il cancro non le venga mai. Così non ha bisogno di quell'esperienza per capire che sul cancro non si può scherzare. Quanto alla guerra che lei ha visto soltanto al cinematografo, per odiarla non ho certo bisogno del suo presunto pacifismo. Infatti la conosco fin da ragazzina quando insieme ai miei genitori combattevo per dare a lei e ai suoi compari la libertà di cui vi approfittate". E sul libro La forza della ragione la definì «un'imitatrice senza intelligenza e senza civiltà» e un'«oca crudele che mi impersona con l'elmetto in testa e deride la mia malattia».
In merito agli insulti che le sono stati rivolti durante il "No Cav Day", il ministro Mara Carfagna ha definito la Guzzanti «una poveraccia, mentalmente fragile».

Procedimenti giudiziari a carico di Sabina Guzzanti

L'11 settembre 2008 si apprende dalle maggiori testate giornalistiche che Sabina Guzzanti è iscritta nel registro degli indagati per i presunti insulti rivolti al Papa durante la manifestazione No Cav Day contro il governo, tenutasi il precedente 8 luglio a piazza Navona. La Guzzanti è accusata di vilipendio nei confronti di un capo di Stato estero, perseguibile secondo procedura con l'assenso del Ministro della Giustizia; quest'ultimo ha comunicato in data 18 settembre 2008 che disporrà il non luogo a procedere nei confronti della Guzzanti, spiegando così la propria decisione: «Nonostante il parere favorevole sulla procedibilità ho deciso di non concedere l'autorizzazione ben conoscendo lo spessore e la capacità di perdono del Papa». Nel 2008-2009 è nei teatri il "Vilipendio Tour". Nel frattempo, anche il ministro Mara Carfagna ha citato in giudizio, civile e non penale, Sabina Guzzanti per le presunte ingiurie a sfondo sessuale da lei ricevute durante il No Cav day, chiedendo un risarcimento di un milione di euro di danni, affermando che li devolverà, in caso di vittoria, alle donne vittime di violenza.

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