10.8.10

antica intervisteria del corso (la sesta)



Stefania Rocca si confessa"Le mie paure da madrina"
dal nostro inviato CLAUDIA MORGOGLIONE


VENEZIA - E' stata la prima cyber-eroina del nostro cinema, con il suo ruolo in "Nirvana" e soprattutto con la sua "Viola" diventata un'icona della virtualità; si dice entusiasta dell'applicazione delle nuove tecnologie al cinema; dichiara che ha intenzione di girare il suo primo film da regista interamente in digitale. Sorridente, sempre in movimento, occhi chiari e lentiggini, è lei, Stefania Rocca, la star di questa vigilia di Mostra orfana di divi. Anche se per l'attrice si tratta di un impegno inedito: quello di madrina, sul palco e in diretta televisiva, delle due serate di gala (trasmesse in chiaro da Tele+) che aprono e chiudono la rassegna. La prima si tiene domani, a partire dalle 19.30: ecco perché Stefania si sottopone a ritmi di prove massacranti, per riuscire bene laddove alcune colleghe che l'hanno preceduta (vedi Chiara Caselli, la scorsa edizione) non hanno convinto.Ha accettato perché è un evento cinematografico, o perché incuriosita dalla conduzione televisiva?
"Per tutti e due i motivi. In primo luogo, certo, perché si tratta di un festival. Non a caso l'unica altra mia partecipazione televisiva risale a due anni fa, quando commentai la notte degli Oscar, sempre per Tele+".
Stavolta, però, l'evento ha anche un forte coté mondano...
"E' vero. E quest'aspetto mi ha divertito, incuriosito. Certo, un po' mi preoccupo, anche se nel giusto grado. Ma un po' di paura ce l'ho".
Da madrina ad attrice: come giudica, almeno sulla carta, la presenza di film italiani qui alla Mostra?
"Alcuni hanno detto che mancano i grandi autori, ma in realtà in una rassegna come questa ci sono sempre stati anche i piccoli. Il festival deve avere il compito di dare visibilità a quei registi che possono diventare grandi. Se ci fossero solo nomi affermati, la rassegna perderebbe il suo carattere culturale, diventerebbe solo commerciale".
Altro tema forte dell'edizione 2001 è la massiccia presenza di film girati con le nuove tecnologie. Lo considera positivo?
"Sì, è stata un'evoluzione importante. L'ultimo film che ho interpretato è in digitale, così come sarà in digitale il primo che farò da regista. Non dimentichiamo che si tratta di un mezzo che consente di fare cinema anche senza grandi investimenti economici".
In programma c'è anche una pellicola, "Waking life", in cui attori veri sono stati trasformati in personaggi animati grazie al computer...
"Anche su questo non ho preclusioni. A me piacciono le contaminazioni tra mezzi diversi, e non credo comunque che il vecchio cinema, quello tradizionale, sia minacciato: continuerà a esistere".
Teme le classiche gaffe televisive?
"Cercherò in tutti i modi di non farne, ma se succederà non ne farò un dramma. Non sono mica Mara Venier o la Carlucci, non è il mio mestiere".
C'e chi dice che questa edizione è segnata dall'assenza di divi...
"E' un fatto positivo, perché invece c'è molta sostanza. Si parlerà di più dei film. Per me questa dell'organizzazione è stata una giusta: finché li lasceranno lavorare...".
(28 agosto 2001)

1 commento: