Dalle donne fatali dei primi del '900 al neorealismo e digitale: sempre dive
Cinecittà rende omaggio a grandi interpreti del cinema italiano: dalla Calamai a Loren, Lisi, Bosè, fino alla Buy
L'ALTRA META' DEL CINEMA
- Magari qualcuno smentirà, ma visitando la mostra «Dive. Donne del Cinema Italiano»
– allestita nelle sale del Centro Sperimentale di Cinematografia fino al 31 ottobre (via Tuscolana 1524, ingresso libero) – si fa fatica a seguire il percorso espositivo, peraltro ben articolato. Troppo intenso è il richiamo degli scatti in mostra: volti e foto di scena che ritraggono le attrici più amate del cinema italiano.
OCCHI DA STAR – Straordinarie le fotografie che ritraggono le celebri attrici del cinema italiano nei primi decenni del Novecento: Assia Norris, Clara Calamai, Luisa Ferida, Maria Denis, Isa Miranda, Isa Pola, Doris Duranti, Adriana Benetti, Valentina Cortese. C’è tutta l’intensa interpretazione di Elisa Cegani nello scatto di Francesco Alessi, sul set de «La Monaca di Monza», regia di Carmine Gallone. Poi, lo spartiacque del neorealismo. Scrive Francesco Pitassio: «Il cinema del neorealismo è stato un punto di riferimento imprescindibile nella storia culturale italiana. Ma anche una linea di partizione obbligata. Le stelle del Ventennio splendono la luce dei riflettori, rispetto a quelle macchiate del fango delle risaie, della risciacquatura dei piatti, della polvere della strada. Eppure, la luce – continua Potassio – materia degli astri del dopoguerra offuscò la luminescenza della precedente galassia…».
NEOREALISMO - La cometa Clara Calamai in «Ossessione» di Luchino Visconti. Poi, Anna Magnani ritratta sul set di «Roma Città Aperta» di Roberto Rossellini. E Silvana Mangano in «Riso Amaro», regia di Giuseppe De Santis. Straordinaria Alida Valli in «Senso» di Luchino Visconti. Ancora: Giulietta Masina, Lucia Bosè, Giovanna Ralli. La diva Sophia Loren in «La Ciociara» di Vittorio De Sica. Sintesi di bellezza, Gina Lollobrigida in «La donna più bella del mondo» di Robert Z. Leonard. E Virna Lisi, Lea Massari, Elsa Martinelli, Sylvia Koscina, Marisa Allasio, Rosanna Schiaffino, Claudia Cardinale, Sandra Milo. Quel fotogramma in bianco e nero che ritrae Monica Vitti ne «L’avventura» di Michelangelo Antonioni.
ANNI SETTANTA - C'è anche la seducente alchimia di Stefania Sandrelli negli scatti di Divo Cavicchioli. In quelle che l’esposizione allestita a Cinecittà, chiama «Stelle Comete» ritroviamo le attrici più note del cinema italiano degli anni Settanta e Ottanta: da Barbara Bouchet a Laura Antonelli, Edwige Fenech, Mariangela Melato, Isabella Rossellini, Ornella Muti. Poi nel «firmamento dell’era digitale», le «cangianti fisionomie» di Laura Morante, Valeria Golino, Francesca Neri, Stefania Rocca, Maria Grazia Cucinotta, Asia Argento, Margherita Buy, Giovanna Mezzogiorno, Monica Bellucci, Claudia Gerini, Giuliana De Sio, Isabella Ferrari. Impossibile elencarle tutte. Per loro, parlano gli scatti in mostra.
CINEMA ITALIANO – Secondo quando scrive Antonio Azzalini, nell’introduzione all’importante catalogo della mostra, «l’Italia può essere considerata il paese nel quale, tra il primo e il secondo decennio del XX secolo, nacque la definizione di “diva”, fino alla creazione di un vero e proprio genere chiamato “Diva-film”». La nascita dei divi – continua Azzalini – «era legata alla nuova possibilità offerta dal cinema che un gran numero di persone assistesse alla stessa rappresentazione cinematografica». Un fenomeno quello del divismo, messo in crisi dall’avvento della tivù e dai momenti difficili passati dal cinema italiano negli anni Ottanta. E se, come dice Andy Warhol, «tutti hanno diritto a 10 minuti di popolarità», oggi, con l’avvento dei reality è la vita delle persone comuni a divenire spettacolo. Certo, il divismo è un’altra cosa. E l’esposizione allestita a Cinecittà lo dimostra.
DIVE E SOCIETA’ – «Vedere le foto delle dive italiane dal cinema muto ai giorni nostri – scrive Francesco Alberoni, presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia – significa intraprendere un particolare viaggio nel tempo, per capire attraverso i vestiti, gli sguardi, i volti di tante beniamine, i cambiamenti non solo di gusto, di sessualità, ma anche e soprattutto sociali di questo Paese». Ripercorrere la vita e la carriera artistica delle grandi dive del cinema aiuta, inoltre, a cogliere meglio alcune delle importanti conquiste delle donne nel nostro Paese. Pare di scorgere, in filigrana, nella bella mostra «Dive» – concepita per essere itinerante nel mondo – un omaggio non solo alle nostre attrici più amate, ma alla bellezza e alle donne tutte.
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