El ángel exterminador è un film del 1962 diretto da Luis Buñuel, tratto dall'opera teatrale Los naufragos di José Bergamin.
Dopo una serata a teatro, una famiglia dell'alta borghesia invita nel proprio palazzo alcuni ospiti per una cena. La servitù, nonostante la cena con così tanti invitati, se ne va, a parte il maggiordomo.
Iniziano ad accadere fatti insoliti: il maggiordomo inciampa con la prima portata, anche se tutti pensano a uno scherzo, un posacenere viene, improvvisamente e senza motivo apparente, lanciato contro una finestra, un orso e un gregge di pecore passeggiano indisturbati nel palazzo, dalla borsetta di una signora spuntano due zampe di gallina.
Finita la cena, gli invitati si riuniscono in salotto per conversare e ascoltare la musica suonata da un'invitata al pianoforte. Nonostante arrivino le 4 del mattino, nessuno sembra volersi congedare e, senza che nessuno ne parli, gli ospiti trascorrono la notte nel salotto.
Il mattino dopo, quando ormai gli invitati si decidono ad andarsene, si rendono conto che non riescono ad attraversare la porta, nonostante sia aperta. Il nervosismo e la tensione aumentano. Uno degli ospiti muore e si nasconde il cadavere in un armadio. Il tempo trascorre e anche dall'esterno della casa i tentativi per entrare falliscono uno dopo l'altro. Gli ospiti, sorpresi dai bisogni primari tra cui la fame e la sete, iniziano a sentirsi addosso il peso dei giorni e della frustrazione: iniziano così i litigi e le accuse.
L'atmosfera è talmente assurda che anche se un gregge di pecore attraversa la sala, nessuno ci trova niente di anormale. Sarà Letitia a trovare il modo per uscire, cioè rimettersi nella posizione in cui si trovavano all'inizio della serata.
Usciti dal palazzo si riuniscono tutti in chiesa, ma quando fanno per uscire, non ci riescono. Un altro gregge di pecore entra in chiesa mentre la polizia, all'esterno, disperde una folla di manifestanti.
Riferimenti culturali
Nel film Midnight in Paris, il protagonista, Gil (Owen Wilson), suggerisce una storia a un perplesso Buñuel (Adrien de Van) su degli invitati che arrivano a una cena e non riescono ad andarsene, il quale chiede "Ma perché non riescono ad andarsene? Non capisco.".
L'opera e la censura
Le tematiche sociologiche espresse da Buñuel, ispirato da Bergamin, sono in stile onirico e surreale, ad indicare le assurdità eccentriche di classi aristocratiche e clericali (in questo caso in Messico) e pertanto proprio ad indicare la perdizione di tutto il genere umano, bloccato e paralizzato nell'anima, prigioniero soprattutto delle sue stesse istituzioni.
Da 30 anni di esilio in Messico e dopo aver appena realizzato un film (Viridiana) censurato dal regime franchista, il sessantenne Buñuel regala al suo Paese un'altra opera di decisa e alta critica nei confronti dell'ordine costituito, sbeffeggiando i riti e le usanze della borghesia. Ma il surrealista Buñuel colora il bianco e nero del suo famoso operatore Gabriel Figueroa con i toni della suggestione e della drammaticità.
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