19.8.12

Nannetti Oreste Fernando


« ...sistema telepatico mi sono arrivate che vi paiono strane ma sono vere [...] io sono un astronautico ingegnere minerario nel sistema mentale. Questa è la mia chiave mineraria. Sono anche un colonnello dell’astronautica mineraria astrale e terrestre. »

(Trascrizione del graffito a cura di A. Trafeli)

meglio noto con lo pseudonimo di N.O.F.4, è stato un pittore e graffitista italiano. Durante la reclusione presso l'ospedale psichiatrico di Volterra, fu autore di un ciclo di graffiti considerato un capolavoro dell'Art Brut.
Figlio di padre sconosciuto (indicato su tutti gli atti, come d'uso all'epoca, con la sigla NN) e di Concetta Nannetti, Oreste, all'età di sette anni, fu affidato a un'opera di carità e poi, a dieci anni, fu ricoverato in una struttura per persone affette da problemi psichici. A causa di una grave forma di spondilite, fu ricoverato per lungo tempo all'ospedale Carlo Forlanini. Non si hanno notizie precise sulla sua vita fino al 1948, quando fu processato per oltraggio a pubblico ufficiale, accusa dalla quale fu prosciolto il 29 settembre dello stesso anno per vizio totale di mente. Trascorse i successivi anni nell'ospedale psichiatrico di Santa Maria della Pietà a Roma, prima di essere trasferito, nel 1958, nell'ospedale psichiatrico di Volterra. Nel 1959 fu trasferito nella sezione giudiziaria "Ferri" del complesso volterriano. Dal 1961 al 1967 fu invece nella sezione civile "Charcot" del manicomio, per poi tornare al "Ferri" fino al 1968. Fu affidato alternativamente alle due strutture fino alla dimissione. Nel 1973 fu assegnato all'Istituto Bianchi e, come molti altri ex-pazienti, visse a Volterra fino alla morte, avvenuta nel 1994.

NOF4

Nannetti scrisse un gran numero di lettere e cartoline a parenti immaginari, firmandosi con le sigle Nanof, Nof o Nof4 e definendosi, senza soluzione di continuità, Astronautico Ingegnere Minerario, colonnello astrale, scassinatore nucleare o Nannettaicus Meccanicus - santo della cellula fotoelettrica. La sigla NOF venne da lui stesso risolta, di volta in volta, come "Nannetti Oreste Ferdinando" o "Nucleare Orientale Francese" o, ancora, "Nazioni Orientali Francesi", mentre il «4» costituiva il riferimento alla matricola che aveva ricevuto all'entrata della struttura.

I graffiti

Negli anni di degenza al Ferri, Nannetti incise una serie di graffiti sugli intonaci del complesso, utilizzando le fibbie delle cinture che facevano parte della divisa degli internati. Uno, lungo 180 metri e alto in media due, correva intorno al padiglione dell'istituto. L'altro, lungo 102 metri e alto in media 20 centimetri, occupava il passamano in cemento di una scala. I due cicli erano organizzati come un sorta di racconto per immagini.

Contenuto

I graffiti hanno per tema visionari racconti fantascientifici spesso incoerenti o di difficile interpretazione.
Fra i testi è possibile leggere:

« io sono un astronautico ingegnere minerario nel sistema mentale »
(Trascrizioni a cura di A. Trafeli)

« il vetro le lamiere i metalli il legno le ossa dell’essere umano e animale e l’occhio e lo spirito si controllano attraverso il riflessivo fascio magnetico catotico »
(Trascrizioni a cura di A. Trafeli)

« grafico metrico mobile della mortalità ospedaliera 10% per radiazioni magnetiche teletrasmesse 40% per malattie varie trasmesse o provocate 50% per odi e rancori personali provocati o trasmessi »
(Trascrizioni a cura di A. Trafeli)

« amo il mio essere materiale come me stesso »
(Trascrizioni a cura di A. Trafeli)

Nei "racconti" Nannetti afferma di poter comunicare telepaticamente con alieni (definiti alti, spinacei, naso ad Y) e narra la conquista di mondi sconosciuti e terribili guerre combattute con armi altamente tecnologiche, nel racconto si intrecciano magie alchemiche e selve di tralicci metallici e antenne.

Riscoperta e memoria

NOF4 nel 1985, nel documentario girato dallo Studio AzzurroA seguito della legge Basaglia, il manicomio fu chiuso nel 1979. Nel 1980 l'ex infermiere Aldo Trafeli, riconoscendo l'importanza dell'opera di Nannetti, commissionò al fotografo Pier Nello Manoni delle riproduzioni fotografiche dei graffiti, oggi conservate nel museo Lombroso di Volterra. Nel 1985 l'Unità sanitaria locale numero 15 della Toscana acconsentì alla pubblicazione del volume N.O.F. 4 Il Libro della Vita, a cura di M. Trafeli, con le trascrizioni di A. Trafeli e le foto di Manoni.

A Nannetti venne riconosciuto un compenso di due milioni di lire. Nannetti non gradì la ricompensa, manifestando, invece, apprezzamento per l'articolo pubblicato dal settimanale «l'Espresso» il 14 settembre 1986, firmato da Antonio Tabucchi e dal titolo Caro muro ti scrivo.

Nel 1998 i graffiti sono stati filmati ed inseriti nel film Prima la musica, poi le parole di Fulvio Wetzl, in alcune sequenze narrative e, soprattutto, anche a scopo di memoria visiva, integralmente filmati in pianosequenza sotto i titoli di coda del film.

Lo Studio Azzurro dedicò all'opera di Nannetti un film-documentario, intitolato L'osservatorio nucleare del signor Nanof, girato da Paolo Rosa. Negli anni si sono susseguite diverse mostre e convegni dedicati a quello che viene oggi considerato un raro e importante esempio di Art Brut.

Le lettere e gli scritti di Nannetti (circa 1700 pagine), in ossequio alle normative vigenti, furono distrutti dopo la sua morte, non essendoci alcun parente in vita che potesse reclamarne la proprietà. Erano, tuttavia, stati fotocopiati per tempo.

I graffiti, dopo la chiusura e l'abbandono dell'ospedale psichiatrico, sono andati incontro a un rapido deterioramento; al 2011 si stima che ne rimangano integri solo 53 metri.

Al 21.03.2012 i graffiti, anche se coperti da una tettoia in lamiera, in modo alquanto precario per lo scopo di volerli preservare nel tempo, sono vistosamente danneggiati e rimangono ancor meno di quei 53 metri. ed ogni giorno che passa un pezzo di quel muro si stacca, cancellando in modo definitivo quest'opera unica.


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