28.8.11

Bruno Beatrice



è stato un calciatore italiano.
Centrocampista d'interdizione dal fisico prestante, giocò in Serie A nella Ternana, nella Fiorentina, dal 1973 al 1976, e nel Cesena, collezionando complessivamente 126 presenze e 3 reti in Serie A e 127 presenze e 1 rete in Serie B, e aggiudicandosi la Coppa Italia 1974-75 con la Fiorentina.

La scomparsa e l'ombra del doping

« È morto con la schiuma alla bocca, lividi sul corpo, piaghe dappertutto. Era diventato l'ombra del calciatore che era stato. L'unica cosa che gli era rimasta di quegli anni erano i tre buchini viola sul braccio sinistro, che non gli erano mai andati via. »
(Gabriella Beatrice, vedova di Bruno)

Nel 1985, Bruno Beatrice si ammalò di leucemia linfoblastica acuta e morì due anni dopo. Nel 2005 la procura di Firenze, su richiesta della vedova Gabriella Bernardini Beatrice, aprì un'indagine sulla morte del calciatore (in seguito allargatasi ad altri casi) ipotizzando che questa potesse essere stata determinata dal doping. L'ipotesi che l'uso di sostanze dopanti durante la carriera agonistica fosse stata la causa della leucemia, fu rafforzata, secondo i legali della vedova Beatrice, dal decesso di alcuni ex compagni di squadra ai tempi della Fiorentina come Nello Saltutti, colpito da un infarto nel 2003 a 56 anni, Ugo Ferrante, ucciso da un tumore alla gola nel 2004, Giuseppe Longoni, morto nel 2006 a causa di una vasculopatia, Adriano Lombardi, deceduto nel 2007 per il morbo di Gehrig e Massimo Mattolini, morto nel 2009 dopo essersi sottoposto ad un trapianto di reni. Altri membri di quella squadra invece, hanno sofferto di malattie gravissime come Domenico Caso, colpito da un tumore al fegato, Giancarlo Antognoni, quasi stroncato da un'improvvisa crisi cardiaca risalente al novembre del 2004 e Giancarlo De Sisti, reduce da un ascesso frontale al cervello. La vedova Beatrice denunciò in diverse interviste che, durante i ritiri, il marito veniva sottoposto a lunghe sedute di flebo e che la società gli imponeva di assumere continuamente diversi farmaci cardiotonici, come il Micoren, e farmaci a base di corteccia surrenale come il Cortex. In particolare, secondo la vedova Beatrice, la leucemia che causò la morte di suo marito sarebbe stata correllata a una cura intensiva di raggi Roentgen, a cui Beatrice fu sottoposto nel 1976 per riprendersi dai postumi di una pubalgia.

L'indagine dei Nas

L'indagine dei Nas di Firenze, limitatamente alla morte di Beatrice, si concluse nel giugno del 2008, ipotizzando il reato di omicidio preterintenzionale per l'allenatore Carlo Mazzone e un suo uomo di fiducia, Ivo Micucci. Secondo i Nas, infatti, Mazzone avrebbe avocato a sè la gestione delle terapie per Bruno Beatrice sottraendole allo staff medico della Fiorentina. In particolare, secondo i carabinieri, sarebbe stato lo stesso Mazzone, in accordo con Micucci, a decidere di far curare Beatrice con i raggi Roentgen per ottenere un recupero più rapido dalla pubalgia, contrariamente a quanto prescritto al giocatore dal medico.
Il 2 gennaio 2009 la procura di Firenze ha chiesto l'archiviazione del caso per prescrizione.

L'attività civile della famiglia

Nel 2006 la figlia del giocatore scomparso, Claudia Beatrice, ha dato vita all'Associazione Vittime del Doping il cui scopo è fare luce sull'uso di sostanze nocive nello sport e sensibilizzare i più giovani sui rischi che corrono se fanno ricorso a sostanze dopanti.

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