31.1.12

carciofi alla giudia




I carciofi alla giudia sono un tipico contorno della gastronomia Laziale, in particolar modo della città di Roma, dove questo piatto è stato inventato.
I carciofi alla giudia sono un piatto classico, molto semplice da preparare ma allo stesso tempo capace di esaltare l'aroma e il sapore di questo ortaggio.
La storia di questo piatto ci riporta indietro nel tempo e nello spazio, nel ghetto ebraico di Roma.
Qui, le massaie Ebree, utilizzando la "mammola" romana, ovvero il carciofo tipico del Lazio, preparavano questo piatto semplice ma gustoso che veniva mangiato in particolar modo nel periodo della ricorrenza di Kippur.
Kippur, chiamata anche festa dell'espiazione, è un giorno di digiuno totale, in cui ci si astiene dal mangiare, dal bere e da qualsiasi lavoro o divertimento e ci si dedica solo al raccoglimento e alla preghiera.
Dopo avere passato 24 ore di digiuno, gli Ebrei solitamente mangiavano i carciofi che per questo motivo furono chiamati "alla giudia".

Per prima cosa occupatevi della pulizia dei carciofi: pulite i carciofi facendoli ruotare lentamente con la mano sinistra, mentre sta ferma la mano destra che fa penetrare la lama di un piccolo coltello ben affilato nella polpa del carciofo.
Va eliminata, partendo dalle foglie esterne, la parte viola di ogni foglia facendo attenzione a non intaccare la foglia sotto, procedendo così via via verso l'interno.
Alla fine di questa operazione, il carciofo ha assunto la forma rotonda di una rosa.
In tal modo il taglio si effettua a spirale e di ogni foglia viene ad essere eliminata la parte legnosa e conservata la parte tenera.
Immergete quindi i carciofi così puliti in una bacinella con dell'acqua acidulata, per almeno 10 minuti.
Toglieteli dall'acqua, scolateli, asciugateli e batteteli l'uno contro l'altro per far si che le foglie comincino ad aprirsi.
A questo punto, condite l'interno dei carciofi con sale ed abbondante pepe e lasciateli riposare per qualche minuto per far si che si insaporiscano per bene prima della cottura.
Fate scaldare in un tegame dell'olio in una quantità tale che i carciofi ne siano ricoperti.
Immergete quindi i carciofi e lasciateli nell'olio caldo, ma non bollente per 7- 10 minuti, tempo necessario affinchè cuociano senza però diventare troppo molli.
Toglieteli dall'olio, lasciateli raffreddare in un vassoio per una ventina di minuti e, con il pollice, aprite le foglie dall'interno verso l'esterno a mo' di fiore in modo che assumano la caratteristica forma a "rosa sbocciata".
Versate abbondante olio in una padella e mettete a friggere i carciofi a fiamma vivace, uno alla volta a testa in giù, premendoli leggermente verso il basso per far si che si friggano anche all'interno.
Quasi a fine cottura, spruzzate i vostri carciofi con un pò d'acqua, affinchè risultino più croccanti.
Una volta fritti, togliete i carciofi dalla padella e metteteli ad asciugare su un foglio di carta assorbente.
Servite ben caldi e....buon appetito!

■ CONSIGLIO

La prima cosa da dire è sicuramente che per la realizzazione di questo piatto i carciofi devono essere asolutamente quelli romani, che potete trovare anche con il nome di "mammole" o "cimaroli" e che hanno la caratteristica di essere rotondi, senza spine, molto teneri e senza barba interna.
Altro accorgimento: per friggere usate dell'olio extravergine d'oliva, al posto dell'olio di semi, che renderà il vostro piatto più digeribile ed i vostri carciofi più croccanti.

■ CURIOSITÀ

Ai giorni nostri, per mangiare i carciofi alla giudia, quelli veri, bisogna recarsi a Roma nelle zone dove anticamente sorgeva il ghetto, piene di ristorantini e trattorie dove si possono gustare piatti Ebraico-Romani.



29.1.12

il ventre dell'architetto



Il ventre dell'architetto (The Belly of an Architect) è un film del 1987 diretto da Peter Greenaway.
È stato presentato in concorso al 40º Festival di Cannes.

Trama

L'architetto americano Stourley Kracklite arriva a Roma con la giovane moglie incinta, Louisa, per organizzare una mostra di architettura dedicata ai progetti di Etienne-Louis Boullée. Durante il suo soggiorno scopre di soffrire di una forma terminale di cancro al pancreas. Cerca di cancellare dalla sua mente il dramma che lo ha colpito, ma gli unici sollievi alla sua disgrazia sono il pensiero del bambino che sta per nascere e la sensazione che le pietre della Città Eterna minimizzino l'importanza di ogni destino individuale. Nodi centrali del film divengono ben presto le riflessioni dell'architetto statunitense sui monumenti che lo circondano e che pongono in una prospettiva più acuta la sofferenza individuale: nel corso della storia l'uomo non Kracklite si circonda in modo maniacale di immagini riproducenti ventri di statue celebri. Mentre l'architetto è sempre più solo e inizia a perdere il lume della ragione (scrive lettere a Boullée e fa scenate in pubblico) la moglie diviene l'amante di un giovane italiano che riesce anche ad estromettere Kracklite dall'organizzazione. Louise sostituisce il marito nel discorso inaugurale della mostra, ma viene colta dalle doglie. Nello stesso momento, Kracklite si getta dal Vittoriano, uccidendosi.

Curiosità

L'allestimento della mostra su Boullée rappresentata nel film fu ideato da Costantino Dardi.

25.1.12

il federale






Il federale è un film del 1961 diretto da Luciano Salce.
Siamo agli inizi di giugno 1944, tedeschi e anglo-americani combattono la guerra sul territorio italiano. I capi del fascio di Cremona assegnano al graduato della milizia Primo Arcovazzi una missione: prelevare il professor Erminio Bonafé, noto filosofo antifascista, e condurlo a Roma. Ligio al dovere e aspirante al grado di Federale, Arcovazzi si mette subito all'opera e con una motocarrozzetta preleva il professore nella sua abitazione in uno sperduto villaggio degli Abruzzi, mettendosi in marcia per la capitale. La missione in apparenza è semplice, ma la strada per Roma è lunga.
Giunti neanche a metà del percorso accade un incidente: per evitare una ragazzina che si trova in mezzo alla strada, Arcovazzi sbanda a lato della carreggiata danneggiando il mezzo. La giovane, che si chiama Lisa, dice di cercare aiuto, invece si dedica a piccoli furti: nasconde gli occhiali del professore e poi glieli rivende a 150 lire, poi se ne va.
Rimasti a piedi, il camerata scorge un camion di tedeschi e li ferma. I soldati scendono ma, invece di aiutarlo gli sequestrano il sidecar ed arrestano il professore. Primo, pur di non pregiudicare la sua missione, afferma davanti al caporale tedesco di pensarla allo stesso modo del professore, ottenendo così di venire arrestato insieme a Bonafè. Finiscono nella stessa cella, e riescono ad evadere fabbricando una rudimentale bomba con zolfo e salnitro.
Durante la notte gli anglo-americani attaccano e bombardano la zona. Nella confusione, i due riescono a tramortire un soldato tedesco e a rubare la sua divisa che viene indossata da Bonafè. Dopodiché il filosofo riesce a scappare da Arcovazzi che rimasto senza il prigioniero viene condotto verso un campo di aviazione come "volontario" per ricoprire i buchi di un bombadamento sul campo di volo. Il campo e successivamente preso di mira dai bombardieri Alleati, e sfruttando il caos venitosi a creare Arcovazzi riesce a scappare a bordo di una schwimmwagen tedesca. Entrambi attirati in una fattoria dal canto di un gallo, nel tentativo di rubare l'animale per placare la fame si rincontrano per caso nel fienile dove ritrovano anche Elisa. Non le chiedono i soldi indietro, a patto che la piccola ladra li aiuti a tirare il collo ad una gallina che hanno appena rubato. La ragazza accetta. Ma la mattina dopo Arcovazzi scopre di essere rimasto in mutande, e che la ragazza è scomparsa. Proseguendo il viaggio con lo schwimmwagen, si ritrovano davanti a un fiume. Contando sulla proverbiale efficienza dei mezzi tedeschi, il camerata cerca di guadarlo, ma il mezzo affonda. I due, trattisi in salvo, attraversano poi il fiume a cavalcioni di un serbatoio d'aereo vuoto (probabilmente sganciato da un bombardiere di passaggio), che hanno ritrovato vicino alla riva.
Giunti in un paesino semi-distrutto i due, con Primo ancora in mutande, si dirigono alla casa del fascio per farsi dare un mezzo di trasporto. Appena entrati, trovano due giovani avanguardisti che gli puntano contro i fucili. Applicando il regolamento, pongono ad Arcovazzi delle domande precise sulla storia del fascismo per smascherare l'intruso. Arcovazzi risponde esattamente e senza indugio finché, proprio all'ultima domanda (Quando è stata varata la Carta del Lavoro?), il camerata rimane in silenzio: solo grazie al suggerimento provvidenziale del professor Bonafé passa la prova. Requisiscono un tandem, una pistola e i pantaloni di uno dei ragazzi e si rimettono in marcia.Dopo pochi km incontrano un passaggio a livello. Sfortunatamente, il mezzo rimane intrappolato nella sbarra.
Costretti nuovamente a proseguire a piedi, il camerata decide di fare tappa nel paese di Rocca Sabina, dove dimora il poeta Arcangelo Bardacci, suo ex maestro e di cui conosce a memoria tutti i componimenti. Giunti nei pressi del paese incontrano un soldato. Credendo che sia del posto gli chiedono informazioni, ma il militare è completamente allo sbando e, chiedendo di essere abbandonato al suo destino, si allontana.
A sera inoltrata, giunti in paese, il camerata si precipita nella casa del maestro, che però nel frattempo, gli dicono, è morto precipitando con un aereo in Albania. I familiari comunque gli offrono ospitalità per la notte. La mattina dopo Arcovazzi si accorge che il prigionero è scappato. Il camerata apprende anche che Bardacci è ancora in vita, vive nascosto ed è passato dalla parte dei partigiani. Ma non si perde d'animo: si fa dire dov'è nascosto Bonafé e, recuperatolo, prosegue per Roma. L'unico mezzo che riesce a intercettare è una corriera che va a gassogeno.
Dopo una delle numerose soste, il prigioniero scappa. L'inseguimento è lungo e i due perdono contatto con l'autobus. Ritornati sulla strada per Roma, incontrano di nuovo la giovane ladra. Arcovazzi vuole farsi dare indietro i suoi vestiti, Lisa gli offre di più: una divisa completa da federale. Il camerata accetta l'offerta, si veste e si rimette in marcia con il prigioniero. Arcovazzi pensa di aver fatto un grande affare, ma non sa ancora che quei vestiti non valgono più niente.
Una volti giunti nella capitale (all'indomani del 4 giugno 1944), Arcovazzi sente da lontano un gruppo di persone cantare in lingua straniera. Sbotta: "Devo ricominciare a ripassare il tedesco, non ci capisco nulla!" . Ma Bonafé lo corregge: quelle persone parlano in inglese. Il camerata va a vedere e si trova davanti a dei soldati in una divisa sconosciuta seduti e stravaccati. Uno di loro gli si avvicina e gli domanda: "Fascista?"; ottenuta risposta, gli scatta subito una foto. Il gruppo esplode in una sonora risata. Sono soldati americani, che hanno appena liberato la città dai fascisti.
Contrariato, va via. Ma la sua divisa dà troppo nell'occhio e, fatti pochi passi, viene notato da un gruppo di persone, che gli saltano addosso e cominciano a linciarlo. Bonafé chiede aiuto ad una pattuglia di partigiani, tra i quali riconosce Taddei, un capo partigiano, che interviene e disperde il gruppo.
Quando anche Taddei vede la divisa di Arcovazzi, dà subito l'ordine di formare il plotone d'esecuzione: per i gerarchi fascisti c'è la pena di morte. Ma il professore chiede che il prigioniero venga consegnato a lui. Si fa dare una pistola e lo porta via. Ma una volta fuori dalla vista del gruppo, butta la pistola nel Tevere, lo aiuta a togliersi la divisa fascista e gli dà la libertà, permettendogli di fuggire travestito in borghese.

18.1.12

Maurizio Crozza





Si diploma nel 1980 alla Scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova, prosegue la sua carriera con il Teatro dell'Archivolto di Genova dove forma, insieme agli altri attori, il gruppo cabarettista genovese Broncoviz, di cui facevano parte anche gli attori Ugo Dighero, Marcello Cesena, Mauro Pirovano e Carla Signoris.
Acquisisce popolarità in televisione in programmi satirici di Rai 3 come Avanzi e Tunnel, nella trasmissione Hollywood Party nel 1995 e nei programmi della Gialappa's Band. Nel 1995 avviene l'esordio come attore cinematografico, come co-protagonista, nel film Peggio di così si muore di Marcello Cesena a cui fa seguito, nel 1999, Tutti gli uomini del deficiente, di Paolo Costella da un soggetto della Gialappa's Band.
Le stagioni 2001/2002, 2002/2003, 2003/2004 vedono Crozza come comico e trasformista di punta nelle trasmissioni Quelli che... il calcio e La grande notte del lunedì sera, presentate entrambe da Simona Ventura. Nel 2002 appare nella sesta e ultima puntata di Stasera pago io... in euro, programma televisivo condotto da Fiorello su Rai 1. Dopo due anni guadagnerà lo stesso ruolo sul palco di Sanremo, nel festival di Tony Renis.
Nel 2005 ritorna al teatro con il monologo Ognuno è libero, nel quale dimostra le sue capacità di imitatore e comico. Lo stesso anno Adriano Celentano lo vuole nel suo programma Rockpolitik. Il 25 aprile 2006, esordisce come show man in un nuovo programma, del quale è anche autore, Crozza Italia, su LA7. Nel novembre dello stesso anno viene criticato dal quotidiano L' Avvenire nonché da esponenti del mondo cattolico, a causa della sua imitazione del Papa all'interno della trasmissione.
Dal 2007 cura e interpreta stabilmente la copertina del programma Ballarò su Rai 3. Nel giugno 2009 il suo show, che sarebbe dovuto ripartire nell'autunno dello stesso anno, viene rimandato al 18 aprile 2010 col titolo Crozza Alive. Il 20 maggio 2011 Crozza riparte su LA7, col programma di satira: Italialand. Da venerdì 21 ottobre 2011 riprende il suo show con il titolo Italialand - Nuove Attrazioni. Il programma andrà in onda per dieci settimane ogni venerdì sera.

Imitazioni

Tra i personaggi famosi imitati nel corso della sua carriera si ricordano Angela Merkel, Serse Cosmi, Antonino Zichichi, Arrigo Sacchi, José Altafini, Fatih Terim, Franco Scoglio, Luciano Pavarotti, Carmelo Bene, Don Vito Corleone, Nino D'Angelo, Mahmud Ahmadinejad, Papa Benedetto XVI, George W. Bush, Marco Pannella, Alan Friedman, Gigi Marzullo, Francesco Guccini, Walter Veltroni, Carlo Taormina (nei panni del Mago di Taormina), Candido Cannavò, Massimiliano Fuksas (nei panni dell'architetto Massimiliano Fuffas), il senatore Renato Brunetta, il segretario del PD Pier Luigi Bersani, il presidente di Banca Mediolanum Ennio Doris, Milena Gabanelli, Roberto Giacobbo, José Mourinho, Umberto Bossi (nei panni di Re Umberto e Forrest Bossi), Sergio Marchionne, Matteo Renzi, Niccolò Ghedini (nei panni di Ghedinello), Angela Merkel, Luca Cordero di Montezemolo, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Gianni Letta, Silvio Berlusconi, Mario Monti, Gianfranco Rotondi, Vasco Rossi e Lucio Battisti (con una cover di Pensieri e parole a Italialand).

Vita privata

Dal 1992 è sposato con l'attrice Carla Signoris, da cui ha avuto due figli, Giovanni e Pietro, che hanno debuttato nell'edizione 2010 di Crozza Alive.
È tifoso della Sampdoria.