3.12.11

amo la famiglia ma è meglio non sposarsi



L'attrice racconta il suo rapporto fuori dalle convenzioni con i figli e il compagno. "So benissimo che i legami sono importanti, però non sono più forti se li regolarizzi" di SILVIA FUMAROLA

Si era presa una lunga pausa dopo Tutti pazzi per amore, per la nascita del figlio Zeno, ed era sparita. "Ho sempre pensato che sei fai un figlio, soprattutto quando non sei più una ragazzina, è giusto seguirlo. Leone invece me lo sono portato sul set, è sempre stato con me. Quando giravo a Cinecittà mi aspettava per le poppate con la tata". Oggi, come dice lei, è "tornata in pista": dopo Edda Ciano e il comunista, ha girato Una grande famiglia, La fuga di Teresa di Margarethe Von Trotta (a gennaio su RaiUno, fa parte della serie sulla violenza alle donne prodotta da Claudia Mori). Ha lasciato Roma per Milano, vive col compagno Carlo Capasa, mente di Costume National col fratello stilista Ennio, grande famiglia della moda con radici pugliesi "ed è bello ritrovarsi tutti insieme" prosegue l'attrice. "Le radici sono importanti, Leone e Zeno mi hanno ancorata alla realtà, ho imparato a essere più disponibile". Due figli, un compagno, un'organizzazione familiare d'acciaio. Ma niente nozze. "Non mi sono mai sposata, oggi che ho i figli qualche volta ci penso, ma stiamo così bene. L'amore c'è, c'è l'armonia, la voglia di stare insieme. Ho paura che il matrimonio rovini tutto, che le cose possano cambiare e questo equilibrio si possa spezzare. Molti vedono il matrimonio come se fosse un punto di arrivo e allora preferisco non arrivarci mai a quel traguardo, allungo il tempo sempre di più". Amare con la libertà di scegliersi ogni giorno,
"senza regole scritte o imposte", a Stefania, l'ex ragazza ribelle, non serve la patente di moglie: "Oggi stiamo bene così, non ci manca niente per essere felici". Nuovi ritmi di vita, la consapevolezza che quando è diventata madre tutto sarebbe cambiato: "Per un periodo" confessa "mi sono sentita in colpa, Leone veniva con me sul set e si alzava alle sette, cercavo di non svegliarlo oggi mi faccio meno problemi, giocando mi dice: "Allora mamma andiamo a Bruxelles o a Parigi?", mentre Zeno non ha avuto questa vita avventurosa, ha il suo lettino, le sue cose. Mi fa una tenerezza. I figli sono un amore incredibile, non pensi di arrivare a provarne tanto, è difficile da spiegare". Non ama la retorica, si affretta a scacciare ogni smanceria. "Prima dei figli mi dava fastidio l'idea che tutte le donne dovessero avere bambini, non è mica un obbligo. Quando mi chiedevano: "Perché non fai un figlio?" mi sembrava un'invasione di campo, non siamo tutte uguali. Ci sono donne senza figli felici, con una vita piena, diventare madre è una scelta. Sono sempre stata ribelle, pronta a difendere la mia libertà. Poi sono rimasta incinta, ho scoperto una nuova felicità. Per fortuna non sono una mamma ansiosa, anzi, in alcune situazioni sono anche irresponsabile, ricordo una traversata in traghetto per Lipari col mare mosso, una nottata terribile. Onde altissime, buio, ero paralizzata dal terrore, Leone era attaccato alla mia gamba, non potevo crollare. Mi sarei messa a urlare, ma non potevo. I figli ti fanno crescere". La famiglia come uno scudo che ti protegge e una ragnatela che t'intrappola: si è costruita la sua "ma ognuno fa i conti con la propria. Non è facile raccontare la mia, i miei genitori si sono separati dopo trent'anni di matrimonio, si sono sacrificati per noi, ero l'ultima di tre sorelle, mamma lavorava a casa, disegnava modelli. Non respiravo un'aria felice, sentivo la tensione. Non so quale sia la famiglia ideale. Penso che non importa quale famiglia ti crei ma devi avere la sensazione di averla, di appartenere a qualcosa. I legami sono anche motivo di nevrosi, lo so bene. Ho sempre pensato, fin da piccola, che la famiglia d'origine te la ritrovi ma l'altra te la costruisci: la sfida, per tutti, è provare a essere felici". Colleziona ruoli di madre, le viene naturale. Squilla il cellulare, si coordina con una mamma che è andata a prendere il figlio in piscina e accompagnerà anche il suo "perché ci diamo una mano tra noi, quando lavori è l'unico modo. Non m'immaginavo una vita familiare, ma è bella. La vita, è naturale, cambia perché cresciamo, ma con i bambini è tutto diverso, cambi perché cambia il tuo rapporto col mondo. Oggi do un valore al tempo, prima mi sembrava di averlo a disposizione. Voglio lavorare perché è importante per loro e per me, le donne non dovrebbero rinunciare a farlo, secondo me anche i figli sono più contenti se la mamma conserva un equilibrio psicofisico e mentale". Ride. "L'equilibrio è tutto, da ragazza ero una ribelle. Bianco o nero, tutto e subito, mai dubbi...". Le tracce di quel desiderio di ribellione sono rimaste, traspare la passione - senza se e senza ma - quando riflette a voce alta. "Mi fa paura come siamo diventati individualisti, la religione per me dovrebbe essere accoglienza. A Leone spiego che conta la solidarietà e che i bambini sono tutti uguali, non importa di chi sono figli. Questa società è diventata egoista, è così triste".

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