30.8.11

due più due





Athina Cenci






è un'attrice e cabarettista italiana.
Greca di nascita, ma pratese di adozione, ha esordito nello spettacolo in compagnia di Alessandro Benvenuti e Paolo Nativi nella prima formazione del trio cabarettistico dei Giancattivi, all'interno degli spazi culturali del Teatro Metastasio di Prato. La trasmissione televisiva che li consacrò al successo popolare fu Non stop diretta da Enzo Trapani, nella quale i Giancattivi si esibivano a fianco del trio napoletano de La Smorfia, di Massimo Troisi Lello Arena Enzo Decaro, Zuzzurro e Gaspare e di molti altri giovani comici che avrebbero calcato le scene cinematografiche, teatrali e televisive negli anni successivi.
L'esordio al cinema avvenne nel 1982 sotto la direzione di Alessandro Benvenuti in Ad ovest di Paperino, un film in cui Athina Cenci, assieme ai due compagni di sempre, dava libero sfogo alla sua comicità surreale, intervallata a momenti di una pur blanda analisi sociale.
Le sue due prove cinematografiche più mature sono state però senz'altro in Speriamo che sia femmina (1986), per la regia di Mario Monicelli e Compagni di scuola (1988) di Carlo Verdone. L'interpretazione di queste pellicole le è valsa, in entrambi i casi, l'assegnazione del David di Donatello quale miglior attrice non protagonista.
L'attività cinematografica (e televisiva) della Cenci è proseguita, pur se con alterne fortune, anche negli anni Novanta (Benvenuti in casa Gori, Ritorno a casa Gori e I miei più cari amici sempre di Alessandro Benvenuti e le serie TV Il coraggio di Anna e Il mastino, solo per ricordare le interpretazioni principali).
La sua profonda capacità di mescolare i toni comici a quelli drammatici, la sua vena surreale sempre presente nei dialoghi e la sua chiara sensibilità a conformarsi ai dettati della regia, hanno fatto e fanno di Athina Cenci una delle migliori attrici che il cinema italiano contemporaneo abbia conosciuto.
Nel 1999 è entrata a far parte del consiglio comunale di Firenze dopo le elezioni del 13 giugno, nelle file dei Democratici di Sinistra. Degna di nota anche la sua presenza sulle scene teatrali. Un discreto successo ha ottenuto la pièce teatrale La donna gigante di Lidia Ravera.
Nel maggio 2001 è stata colpita da un ictus a Firenze, e a causa di questo è stata costretta ad abbandonare l'attività artistica e politica.

29.8.11

Carlo Petrini







Attaccante attivo soprattutto nella seconda metà degli anni sessanta e negli anni settanta e cresciuto nelle giovanili del Genoa, passò al Lecce (Serie C 1965-1966), tornò al Genoa (Serie B, 1966-1968), quindi cominciò l'avventura ai vertici del calcio italiano: al Milan di Nereo Rocco nel 1968-1969, al Torino dal 1969 al 1971, con cui vinse la Coppa Italia 1970-1971, al Varese nella stagione successiva, nel Catanzaro dal 1972 al 1974, alla Ternana nel 1974-1975, nella Roma di Nils Liedholm durante l'annata 1975-1976, al Verona sempre in Serie A (1976-1977), al Cesena dal 1977 al 1979 e al Bologna nel 1979-1980.
La carriera di Petrini ebbe una battuta d'arresto nella stagione 1979-1980, quando scoppiò il noto scandalo del calcioscommesse del 1980: Petrini fu ritenuto uno dei calciatori responsabili dello scandalo e venne squalificato per tre anni e sei mesi. Solo dopo l'amnistia, concessa dalla FIGC nel 1982 in seguito alla vittoria dell'Italia al Mondiale spagnolo, il calciatore tornò a giocare nel Savona in Serie C2, prima di chiudere con il Rapallo Ruentes nel Campionato Interregionale 1984-1985.

Allenatore

Ha avuto anche una breve esperienza da allenatore alla guida del Rapallo Ruentes nel Campionato Interregionale 1985-1986, conclusa con la retrocessione del club in Promozione.

Dopo il ritiro

Dopo aver chiuso la carriera nel calcio a metà degli anni ottanta si dedicò agli affari, gestendo per qualche tempo una propria società finanziaria. Dopo un iniziale successo, l'attività fu compromessa dall'accumulo di debiti nei confronti di usurai e dal coinvolgimento dell'ex calciatore in un giro di cattive conoscenze. Per sfuggire ai creditori abbandonò l'Italia e si rifugiò in Francia, dove visse per alcuni anni nel completo anonimato.
Le cronache tornarono a occuparsi di Petrini nel 1995, allorché il diciannovenne figlio Diego, morente per un tumore al cervello all'ospedale "Galliera" di Genova, lanciò un appello attraverso i media, chiedendo di poter rivedere il padre, di cui non aveva notizie da ormai sei anni. Diego, promettente calciatore, morì senza aver rivisto Petrini, il quale aveva deciso di non tornare in Italia. Su questa triste vicenda Petrini scriverà più tardi un toccante libro di poesie, dopo il suo definitivo ritorno in Italia nel 1998.
Attualmente risiede nella natia Monticiano, ed è affetto da tempo da una grave forma di glaucoma, che gli ha procurato la quasi completa cecità dell'occhio sinistro e la seria compromissione del destro. A detta dei medici che lo hanno curato nel corso degli anni, sottoponendolo a ben cinque interventi chirurgici, la malattia potrebbe essere correlata all'assunzione dei tanti farmaci dopanti e non, avvenuta durante la carriera di calciatore.
Nel 2000 Petrini pubblicò la sua autobiografia, intitolata Nel fango del dio pallone (KAOS Edizioni), in cui narrò in prima persona fatti e trascorsi nel mondo del calcio. In particolare, il libro denunciò la pratica del doping che già negli anni sessanta/settanta era dilagante: Petrini scrisse di esservi ricorso più volte con la complicità dei medici sportivi, ma è l'intero sistema-calcio che nel libro viene messo sotto accusa, con le partite già decise in anticipo dalle stesse società, i pagamenti in nero, l'estrema bassezza morale del calciatore tipo.
Successivamente Petrini pubblicò un altro libro intitolato Il calciatore suicidato, dove indagò in prima persona sulla misteriosa morte di Donato Bergamini, calciatore del Cosenza, ritrovato morto nel 1989 sulla Statale 106, presso Roseto Capo Spulico; Petrini sostenne che la morte del calciatore fosse avvenuta per mano della criminalità locale, nonostante la magistratura ordinaria avesse imputato la scomparsa di Bergamini a un suicidio. Successivamente ha pubblicato altri sei libri, l'ultimo dei quali è intitolato Piedi nudi, uscito nell 2010. Tutte le pubblicazioni sono edite da KAOS Edizioni.

L'impegno nella società civile

Negli ultimi anni Petrini si è mostrato preoccupato sul dilagare delle pratiche dopanti tra i giovanissimi, affermando: «Una recente indagine ha dimostrato che un adolescente su tre è disposto a fare uso di sostanze illecite pur di raggiungere il successo nel mondo del calcio. La cosa ancora più inquietante è che il 10% di loro si dichiara ‘pronto a morire per uso di questo sostanze’, pur di assomigliare al proprio idolo sportivo».
Nel 2006, insieme ad altri ex calciatori tra cui Aldo Agroppi, ha aderito all'Associazione Vittime del Doping fondata da Claudia Beatrice, figlia di Bruno Beatrice, ex centrocampista della Fiorentina morto di leucemia nel 1987 a soli 39 anni.
L'attore Alessandro Castellucci ha tratto dalla vicenda biografica di Nel fango del dio pallone una trasposizione teatrale che è stata rappresentata in tutto il Nord Italia ed in Toscana, riscuotendo un vasto consenso di critica e un notevole apprezzamento da parte del pubblico.
Il regista Gian Claudio Guiducci ha dedicato alla vita di Carlo Petrini un film intitolato Centravanti nato, prodotto da Barbara Balzaretti, in cui con interviste e filmati d'epoca si ripercorre la vita del calciatore, sia in ambito sportivo che a livello personale.




28.8.11

Bruno Beatrice



è stato un calciatore italiano.
Centrocampista d'interdizione dal fisico prestante, giocò in Serie A nella Ternana, nella Fiorentina, dal 1973 al 1976, e nel Cesena, collezionando complessivamente 126 presenze e 3 reti in Serie A e 127 presenze e 1 rete in Serie B, e aggiudicandosi la Coppa Italia 1974-75 con la Fiorentina.

La scomparsa e l'ombra del doping

« È morto con la schiuma alla bocca, lividi sul corpo, piaghe dappertutto. Era diventato l'ombra del calciatore che era stato. L'unica cosa che gli era rimasta di quegli anni erano i tre buchini viola sul braccio sinistro, che non gli erano mai andati via. »
(Gabriella Beatrice, vedova di Bruno)

Nel 1985, Bruno Beatrice si ammalò di leucemia linfoblastica acuta e morì due anni dopo. Nel 2005 la procura di Firenze, su richiesta della vedova Gabriella Bernardini Beatrice, aprì un'indagine sulla morte del calciatore (in seguito allargatasi ad altri casi) ipotizzando che questa potesse essere stata determinata dal doping. L'ipotesi che l'uso di sostanze dopanti durante la carriera agonistica fosse stata la causa della leucemia, fu rafforzata, secondo i legali della vedova Beatrice, dal decesso di alcuni ex compagni di squadra ai tempi della Fiorentina come Nello Saltutti, colpito da un infarto nel 2003 a 56 anni, Ugo Ferrante, ucciso da un tumore alla gola nel 2004, Giuseppe Longoni, morto nel 2006 a causa di una vasculopatia, Adriano Lombardi, deceduto nel 2007 per il morbo di Gehrig e Massimo Mattolini, morto nel 2009 dopo essersi sottoposto ad un trapianto di reni. Altri membri di quella squadra invece, hanno sofferto di malattie gravissime come Domenico Caso, colpito da un tumore al fegato, Giancarlo Antognoni, quasi stroncato da un'improvvisa crisi cardiaca risalente al novembre del 2004 e Giancarlo De Sisti, reduce da un ascesso frontale al cervello. La vedova Beatrice denunciò in diverse interviste che, durante i ritiri, il marito veniva sottoposto a lunghe sedute di flebo e che la società gli imponeva di assumere continuamente diversi farmaci cardiotonici, come il Micoren, e farmaci a base di corteccia surrenale come il Cortex. In particolare, secondo la vedova Beatrice, la leucemia che causò la morte di suo marito sarebbe stata correllata a una cura intensiva di raggi Roentgen, a cui Beatrice fu sottoposto nel 1976 per riprendersi dai postumi di una pubalgia.

L'indagine dei Nas

L'indagine dei Nas di Firenze, limitatamente alla morte di Beatrice, si concluse nel giugno del 2008, ipotizzando il reato di omicidio preterintenzionale per l'allenatore Carlo Mazzone e un suo uomo di fiducia, Ivo Micucci. Secondo i Nas, infatti, Mazzone avrebbe avocato a sè la gestione delle terapie per Bruno Beatrice sottraendole allo staff medico della Fiorentina. In particolare, secondo i carabinieri, sarebbe stato lo stesso Mazzone, in accordo con Micucci, a decidere di far curare Beatrice con i raggi Roentgen per ottenere un recupero più rapido dalla pubalgia, contrariamente a quanto prescritto al giocatore dal medico.
Il 2 gennaio 2009 la procura di Firenze ha chiesto l'archiviazione del caso per prescrizione.

L'attività civile della famiglia

Nel 2006 la figlia del giocatore scomparso, Claudia Beatrice, ha dato vita all'Associazione Vittime del Doping il cui scopo è fare luce sull'uso di sostanze nocive nello sport e sensibilizzare i più giovani sui rischi che corrono se fanno ricorso a sostanze dopanti.

26.8.11

Maurizio Nichetti








è un attore, sceneggiatore, regista e produttore cinematografico italiano.
Dopo il liceo scientifico si iscrive ad architettura e si laurea nel 1975. Nel frattempo inizia a muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo. Inizia nel 1971 a lavorare come sceneggiatore per la Bruno Bozzetto Film mentre, presso il Piccolo Teatro, nel quale lavora anche come attore, frequenta anche un corso di mimo tenuto da un'allieva di Etienne Decroux. Fa parte del gruppo teatrale Quelli di Grock, in cui perfeziona l'attitudine mimica e surreale che caratterizzerà la sua carriera artistica.
Nel 1979 il suo primo film, Ratataplan, ottiene un successo a livello nazionale, permettendogli di iniziare la sua carriera di attore-regista. È stato chiamato "il Woody Allen italiano". Nella stagione 1984-85 dirige e conduce il varietà Quo vadiz? su Retequattro, con Sydne Rome, e nel 1985-'86 conduce su Raiuno la trasmissione televisiva per ragazzi Pista! con la partecipazione della Banda Osiris. Nel 1998 è membro della giuria del Festival internazionale del Cinema di Berlino e nel 1999 di quella del Festival di Cannes. Dal 2004 al 2010 ha diretto il Festival internazionale film della montagna di Trento.

Riconoscimenti
David di Donatello 1991: miglior sceneggiatura - Volere volare
Nastri d'argento
1980: miglior regista esordiente - Ratataplan
1989: miglior soggetto - Ladri di saponette
1997: regista del miglior film - Luna e l'altra
Festival internazionale del cinema fantastico di Bruxelles 1997: Corvo d'oro - Luna e l'altra

24.8.11

Irene Grandi








è una cantautrice italiana.
Una delle sue prime apparizioni televisive ufficiali risale al 20 novembre 1993 alla trasmissione Roxy Bar per promuovere il suo primo 45 giri Un motivo maledetto. A 24 anni viene scoperta dal grande pubblico grazie a Fuori e T.V.B., scritta appositamente per lei da Jovanotti, ma il grande successo lo raggiunge l'anno seguente, nel 1995, vendendo con l'album In vacanza da una vita, trainato dal fortunato singolo Bum Bum.
Nel corso della sua carriera ha cantato anche in inglese e spagnolo ed ha eseguito duetti in inglese, tedesco, francese, indiano ed in lingue africane; ha attraversato diversi generi musicali (rap[senza fonte], pop, soul, rock, hard rock, blues, jazz ed unplugged, ma senza rinunciare alla melodia italiana), collaborando spesso con artisti del panorama musicale nazionale (Jovanotti, Eros Ramazzotti, Paolo Vallesi, Pino Daniele, Vasco Rossi, Gaetano Curreri degli Stadio, Stefano Bollani, Edoardo Bennato, Francesco Bianconi dei Baustelle, fino ad Elio e le Storie Tese). Ha ricoperto anche ruoli di attrice e presentatrice; il 2008 la vede anche autrice, scrittrice della sua prima autobiografia ufficiale e prima donna ad interpretare un intero album natalizio in Italia.





Irene Grandi - Bruci la città di Warner-Music

23.8.11

Cannes di... battaglia







Gino De Dominicis







è stato un artista italiano.
È stato uno dei più emblematici e controversi artisti del panorama italiano del secondo dopoguerra. Complesso ed enigmatico, esplicitò la propria poetica attraverso le più diverse tecniche espressive (egli stesso si definì un pittore, uno scultore, un filosofo ed un architetto).Difficilmente inquadrabile in una precisa corrente artistica, non rientrando né nell'arte povera, né nella Transavanguardia, né in altre correnti artistiche più o meno note, il suo lavoro si caratterizza invece per una totale indipendenza sia dalle mode che dai gruppi. In vita fu circondato da un alone di mistero e di irreperibilità, soprattutto per la sua volontà di isolare il proprio lavoro dall' omologazione del mondo dell'arte, centellinando sia mostre che apparizioni pubbliche. Per sua scelta non furono mai pubblicati cataloghi o libri sulla sua produzione, né attribuì alla fotografia alcun valore documentario o pubblicitario della propria opera.
Nato ad Ancona nel 1947, Gino de Dominicis formò la propria coscienza artistica nell' istituto d'arte della città, sotto la guida di Ettore Guerriero.Espose per la prima volta le sue opere in una galleria della città a diciassette anni, nel 1964. Dopo un periodo di viaggi si stabilì a Roma, dove espose nel 1969 alcune opere realizzate negli anni precedenti e pubblicò la sua Lettera sull' immortalità del corpo. La ricerca artistica di De Dominicis può essere per semplicità divisa in due periodi, il primo compreso tra la fine degli anni sessanta e la fine degli anni settanta, erroneamente definito più concettuale, e il secondo compreso tra i primi anni ottanta e il 1998, anno della sua morte, più figurativo e pittorico.Del primo periodo di attività rimangono alcuni lavori divenuti celebri. Del 1969 sono i due filmati “Tentativo di far formare dei quadrati invece che dei cerchi attorno ad un sasso che cade nell'acqua” e “Tentativo di volo”, sempre del 1969 è la scultura "Il tempo, lo sbaglio, lo spazio" dove uno scheletro umano con i pattini mantiene in equilibrio con un dito un'asta mentre tiene uno scheletro di cane al guinzaglio. Espose nello stesso anno degli oggetti invisibili come “il Cubo, il Cilindro, la Piramide”, mostrati solo dai loro perimetri tracciati sul pavimento.Sempre alla fine degli anni sessanta apparivano per la prima volta le figure mitologiche di Urvasi e Gilgamesh, destinate a essere rappresentate in molte forme e in molte occasioni durante tutta l' attività artistica di De Dominicis.Del 1970 va ricordato “Zodiaco” dove rappresentò concretamente i dodici segni zodiacali esponendo un toro, un leone vivo, una giovane vergine e due pesci morti appoggiati sul pavimento.
Nella Biennale di Venezia del 1972 presenterà l' opera “Seconda soluzione d'Immortalità, (L'Universo è Immobile)” nella quale il signor Paolo Rosa, un giovane affetto dalla sindrome di Down, sedeva in un angolo di fronte ad un cubo invisibile, a una palla di gomma (caduta da due metri) nell'attimo precedente al rimbalzo e a una pietra in attesa di movimento.
Nel 1972 terrà a Roma un cocktail per festeggiare il superamento del secondo principio della termodinamica, nel 1975 a Pescara una mostra il cui ingresso era riservato ai soli animali.Dalla fine degli anni settanta De Dominicis si dedicherà quasi esclusivamente a opere pittoriche e disegni, i lavori di questo secondo periodo sono quasi esclusivamente figurativi, realizzati con tecniche basilari come la tempera e la matita su tavola o su carta, più raramente su tela.In questo periodo partecipò a altre manifestazioni d'importanza internazionale, oltre che a diverse presenze alla Biennale di Venezia, nel 1982 non accettò l' invito a Documenta di Kassel, nel 1985 vinse il Premio internazionale della Biennale di Parigi.Nel 1990 in occasione di una mostra antologica al Museo d'Arte Contemporanea di Grenoble espose per la prima volta "Calamita Cosmica", un gigantesco scheletro umano lungo ventiquattro metri, largo nove e alto quasi quattro sdraiato al suolo, perfettamente corretto da un punto di vista anatomico tranne che per il lungo naso, un altro segno, quello dei lunghi nasi caratteristico e ricorrente in molte opere di De Dominicis.

Le tematiche

Risulta difficile parlare della ricerca e del pensiero di De Dominicis, che ha fatto della riservatezza dell' isolamento e del mistero sulla sua persona un tratto distintivo. Tuttavia è possibile riconoscere delle tematiche e dei caratteri ricorrenti in tutta la sua attività artistica:La questione dell'immortalità del corpo.La creazione artistica come pratica anti-entropica e capace di arrestare l'irreversibilità del tempo.Un sistema di pensiero radicato nella Storia, in particolare sui Sumeri e l'epopea di Gilgamesh.Le figure mitologiche di Urvasi la dea indiana della bellezza e, appunto, di Gilgamesh il favoloso signore della città mesopotamica di Uruk.Il tema dell'invisibilità e del raggiungimento di obiettivi impossibili.Il superamento della gravità, come ebbe a dichiarare: “Così come il disegno e la pittura, la mia "scultura" non è condizionata dalla forza di gravità.”La visione dell' artista come un prestigiatore: “ Un pittore è come un prestigiatore che con i suoi giochi deve riuscire a sorprendere se stesso. E in questo sta la complessità.”Altri temi ricorrenti riguardano il mistero della creazione, la bellezza umana, il demoniaco, le tradizioni occulte, i punti di vista multipli e le prospettive rovesciate, la nascita dell'universo, il senso ultimo ed il significato stesso della materia e dell'esistenza delle cose.Ricorse spesso a elementi archeotipici alchemici e religiosi come la croce, la piramide, le stelle, le figure geometriche, i lunghi nasi delle sue figure.Per De Dominicis l'arte non è comunicazione, ma è creazione, magia e mistero, ritenendo perfino lo spettatore superfluo rispetto all'opera.

Queen








sono un gruppo rock britannico, formatosi a Londra nel 1971, composto dal cantante e pianista Freddie Mercury, dal chitarrista Brian May, dal batterista Roger Taylor e dal bassista John Deacon.
La band, conosciuta come una tra le più importanti sulla scena internazionale, ha venduto oltre 150 milioni di dischi, tra le più importanti canzoni del quartetto si ricordano Bohemian Rhapsody, proclamata sia da critici sia da sondaggi popolari tra le migliori canzoni di tutti i tempi, We Are The Champions e Somebody to Love di Mercury, We Will Rock You, Who Wants to Live Forever e The Show Must Go On di May, Radio Ga Ga e A Kind of Magic di Taylor e Another One Bites the Dust e I Want to Break Free di Deacon. La loro prima raccolta del 1981, Greatest Hits, risulta l'album più acquistato in assoluto in Inghilterra, con oltre cinque milioni di copie vendute, precedendo Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band dei Beatles. Il gruppo ha riscosso nel corso degli anni un grandissimo successo di pubblico ed ha avuto una forte influenza sulle generazioni e sui musicisti successivi. Nel 2001 la band è stata inclusa nella Rock and Roll Hall of Fame di Cleveland e, nel 2004, nella UK Music Hall of Fame. Un sondaggio d'opinione, effettuato in Gran Bretagna dalla BBC nel 2007, elesse i Queen a "miglior gruppo britannico di tutti i tempi", davanti a Beatles e Rolling Stones; inoltre, i quattro membri della band sono stati ammessi nella Songwriters Hall Of Fame. I Queen, che attinsero principalmente al progressive ed al glam rock, furono capaci di adottare generi musicali molto diversi e innovativi, come heavy metal, gospel, blues rock, musica elettronica, funky e rock psichedelico.
Caratteristica del gruppo erano i loro concerti, che sono stati 707 in 26 nazioni dal 1971 al 1986, che, animati da Mercury, considerato un vero e proprio frontman, venivano considerati dei veri spettacoli teatrali; per questo motivo, alla band è stato spesso attribuito il titolo di miglior live-band della storia. La loro esibizione al Live Aid è stata votata da un vasto numero di critici non solo come la migliore dell'evento, ma una delle migliori in assoluto della storia della musica moderna. La morte di Mercury, leader carismatico del gruppo, avvenuta il 24 novembre 1991, e l'abbandono di Deacon nel 1997 frenarono la produzione musicale della band; May e Taylor continuarono a suonare insieme, formando con Paul Rodgers, a partire dal 2005, i Queen + Paul Rodgers, esperienza terminata nel 2009.




the invader



Nella sezione "Orizzonti" della 68. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, in anteprima mondiale, sarà presentato "The Invader" (Belgio, 2011, 95') di Nicolas Provost con protagonista Stefania Rocca. Il film narra la storia di Amadou, un carismatico e forte uomo africano, si ritrova sbattuto su una spiaggia del sud Europa. Il destino lo conduce a Bruxelles dove, carico di ottimismo, tenta di costruirsi una vita migliore. Sfruttato dai trafficanti, vede la sua vita quotidiana svuotarsi poco a poco di speranza, finché non incontra Agnès, donna d’affari bella e molto brillante. Lei viene sedotta dal suo charme e dalla sua forza di carattere, mentre lui proietta su di lei tutti i suoi sogni e le sue speranze.


pubblicato da Simone Pinchiorri

22.8.11

notizie dalla laguna




Cinema

Brividi caldi a Venezia una parata di scene hot
Sesso, erotismo (e violenza) in parecchi film in concorso e non alla Mostra del Lido, al via il prossimo 31 agosto. Attesa per una lunga sequenza di nudo integrale con protagonista Monica Bellucci. E Stefania Rocca...

Monica Bellucci in "Un eté brulant" ROMA -
A mandare in visibilio il pubblico maschile sarà senz'altro la lunga scena di nudo integrale con protagonista una splendida Monica Bellucci, in Un eté brulant del francese Philippe Garrel. Mentre le signore più disinibite certo non si indigneranno di fronte alle ripetute sequenze in cui Michael Fassbender compare completamente nudo in Shame. Nel ricordo di quello Stefano Accorsi senza veli che nel 2004, in Ovunque sei di Michele Placido animò il dibattito festivaliero. FOTO Il nuovo film della Bellucci 1 FOTO I film "caldi" a Venezia 2 L'edizione 2011 della Mostra del Cinema di Venezia, al via il 31 agosto con The Ides of March di George Clooney (che va benissimo pure vestito) promette brividi caldi grazie a non pochi film in cui si dispensano generosamente corpi maschili e femminili come mamma li ha fatti. Qualcuno, poi, fa pure il bis. E' il caso sempre di Fassbender che recita pure in A dangerous method di David Cronenberg, che racconta le vicende dei due padri della psicanalisi, Sigmund Freud (interpretato da Viggo Mortensen) e Carl Jung (Fassbender), e del loro rapporto con la bellissima paziente e allieva Sabina
Spielrein (Keira Knightley), una delle prime donne a diventare analiste. Jung-Fassbender non solo va a letto con la sua paziente ma si lascia da lei condurre sul terreno sadomaso: la scena clou - secondo i rumors di chi ha già visto il film - è quella in cui lei si fa frustare da un eccitatissimo Jung. A contribuire all'innalzamento della temperatura ci pensano anche l'australiano Hail, di Amiel Courtin-Wilson, che propone un viaggio nei commerci di ogni tipo, anche sessuali. E - ancora di più del precedente Le Petit Poucet, il Pollicino di Marina de Van, che pare proporrà il più scandaloso orco della storia del cinema - interpretato dal bravissimo Denis Lavant. Sottile erotismo che sfiora il macabro vedrà protagonista sabato 3 settembre, nei panni di una "controfigura" pagata per piangere un morto, l'attrice (già Coppa Volpi a Venezia 2010) Ariane Labed nel film Alpis del greco Yorgos Lanthimos. Ma il giorno dopo, domenica 4, sarà Al Pacino a portare al Lido la sensualità ai massimi livelli mettendo a nudo nella sua Wilde Salome una delle attrici più celebrate dell'anno, Jessica Chastain. Domenica sarà la volta del già citato Shame, in concorso, mentre nella sezione Orizzonti sarà presentata l'opera prima di Nicholas Provost The Invader, nel quale spicca una Stefania Rocca coinvolta in un amplesso con vista da un grattacielo di Bruxelles, dove l'attrice si congiunge a un immigrato africano (l'attore Issaka Sawadogo). Martedì 6 settembre Wuthering Heights di Andrea Arnold, già definita la versione pulp di Cime tempestose - dispenserà sesso e violenza in abbondanza. E nello stesso giorno farà irruzione in concorso l'attualità giapponese in salsa erotica di Himizu, di Sono Sion, con una minorenne che, fra tsunami e radioattività, cerca in tutti i modi di portarsi a letto il giovane che ama. Fare sesso in tutti i modi e i luoghi possibili sarà poi il modo per resistere all'imminente fine del mondo per la coppia protagonista di 4:44 Last Day on Earth di Abel Ferrara (in concorso mercoledì 7), composta da Willem Dafoe e da Shanyn Leigh - ex compagna del regista. Il giorno dopo, giovedì 8 settembre, sarà Juno Temple, figlia del regista inglese Julien, a puntare le luci rosse sul Lido in una sorta di remake molto più sfrontato della Baby Doll di Carroll Baker nel film in concorso di William Friedkin Killer Joe, in cui abbondano scene di nudo e di sesso dell'attrice con Matthew McConaughey. Per gli amanti del genere c'è poi una panoramica su tutti gli amplessi degli insetti in La Clé des Champs, sorta di sequel di Microcosmos ad opera degli stessi registi, Claude Nuridsany e Marie Pèrennou, in programma sempre venerdì ma fuori concorso. Infine abbastanza scabroso anche il film di chiusura fuori concorso Damsels in Distress, di Whit Stillman, che vede protagoniste tre intraprendenti ragazze alla prese con l'iniziazione ad alcune particolari pratiche sessuali dopo l'incontro con degli studenti che rischieranno di mettere a repentaglio l'amicizia (e la salute) delle fanciulle.