31.5.11

partecipazioni













Marcello Verziera



pugile romano degli anni sessanta, ha alternato le apparizioni sul ring a quelle a Cinecittà come generico in alcuni film, compresi parecchi di Bud Spencer e Terence Hill, in qualche caso come attore con qualche battuta. Non essendo propriamente un acrobata ma pur sempre un atleta, nelle spettacolari scazzottate difficilmente appare in primo piano, lasciando spesso il posto ad altri meglio dotati di qualità atletiche. Lo ricordiamo particolarmente in "...Più forte ragazzi!" come scagnozzo di Mr. Ears.Scarsa è la sua filmografia al di fuori delle pellicole girate con Bud e Terence (a parte le comparsate negli anni sessanta), solo pochi film, di cui due nel 1977 e uno, l'ultimo, nel 1991.

Osiride Pevarello



Osiride Pevarello (questo è il suo vero cognome, anche se spesso è riportato come Peverello) nasce a Padova nel 1915 in una famiglia di zingari; è fratello di Renzo, anche lui attore (compare in "I due superpiedi quasi piatti"). Ha passato la sua vita nell'ambiente circense, esibendosi in particolare come equestre, e grazie a questa abilità è entrato subito nel giro delle comparse western.È forse il caratterista dei film di Bud Spencer e Terence Hill più particolare e diverso fisicamente dagli altri, dato che appare sempre (tranne in "...Continuavano a chiamarlo Trinità") con una folta barba. Lo troviamo in numerosi film, poche le battute recitate, e non sempre ha il ruolo di acrobata tanto che in alcuni casi non partecipa alle scazzottate avendo così il ruolo di mera comparsa ("Piedone lo sbirro", "Bomber"). In altri film invece mostra una discreta agilità come stuntman, ma, al contrario di altri, spesso non interpreta il solito tirapiedi o scagnozzo del cattivo di turno bensì semplicemente un personaggio che si trova sul luogo della scazzottata per caso (per esempio in "Lo chiamavano Bulldozer" e "Uno sceriffo extraterrestre... poco extra e molto terrestre"). Ricca è la sua filmografia soprattutto dalla metà degli anni sessanta alla metà degli anni settanta, tra cui si annoverano tantissimi (e praticamente solo) "spaghetti western". Una curiosità: partecipa a quasi tutti i film di Tinto Brass, da "L'americano" del 1966 al recente "Senso '45" (2002).

30.5.11

fanz













Fernando Pessoa








Fernando António Nogueira Pessoa è stato un poeta e scrittore portoghese.
È considerato uno dei maggiori poeti di lingua portoghese, e per il suo valore è comparato a Camões. Il critico letterario Harold Bloom lo definì, accanto a Pablo Neruda, il poeta più rappresentativo del XX secolo.
Avendo vissuto la maggior parte della sua giovinezza in Sudafrica, la lingua inglese giocò un ruolo fondamentale nella sua vita, tanto che traduceva, lavorava, scriveva, studiava e perfino pensava in inglese. Visse una vita discreta, trovando espressione nel giornalismo, nella pubblicità, nel commercio e, principalmente, nella letteratura, in cui si scompose in varie altre personalità, note come eteronimi. La sua figura enigmatica interessa gran parte degli studi sulla sua vita e opera, oltre ad essere il maggior autore della eteronomia.
Morì a causa di problemi epatici all'età di 47 anni nella stessa città dov'era nato. L'ultima frase che scrisse fu in inglese "I know not what tomorrow will bring... ", e si riportano come le sue ultime parole (essendo molto miope) "De-me os meus òculos!" (Datemi i miei occhiali).


« Se depois de eu morrer, quiserem escrever a minha biografia,
Não há nada mais simples.Tem só duas datas - a da minha nascença e a da minha morte.Entre uma e outra todos os dias são meus. »
(IT)
« Se dopo la mia morte volessero scrivere la mia biografia,
non c'è niente di più semplice.Ci sono solo due date – quella della mia nascita e quella della mia morte.Tutti i giorni fra l'una e l'altra sono miei. »

(Fernando Pessoa/Alberto Caeiro, Poemas Inconjuntos. Scritto nel 1913-15; pubblicato in Atena numero 5, febbraio 1925)

La giovinezza a Durban
Alle 15.20 del 13 giugno 1888 nasceva a Lisbona Fernando Pessoa. Il parto avvenne al quarto piano a sinistra del numero 4 del Largo de São Carlos, davanti all'Opera di Lisbona, il Teatro Nacional de São Carlos.
Suo padre era il funzionario pubblico del Ministero della Giustizia e critico musicale del «Diário de Notícias» Joaquim de Seabra Pessoa, di Lisbona; sua madre Maria Magdalena Pinheiro Nogueira, originaria della Ilha Terceira nelle Azzorre. Con loro vivevano anche la nonna Dionisia, malata mentale, e due zie non sposate, Joana ed Emilia.
Venne battezzato il 12 luglio nella Chiesa dei Martiri del quartiere del Chiado. I padrini furono sua zia materna Ana Luísa Pinheiro Nogueira e il Generale Chaby. Il nome Fernando Antonio è collegato a Sant'Antonio di Padova, da cui la sua famiglia reclamava una discendenza genealogica. Il nome di battesimo del Santo era infatti Fernando Bulhões, e il giorno a lui consacrato a Lisbona era il 13 giugno, lo stesso della nascita di Pessoa.
La sua infanzia e adolescenza vennero marcate da fatti che lo avrebbero influenzato in seguito. Cinque anni dopo il padre morì, a soli 43 anni, vittima della tubercolosi. Lasciò la moglie, il piccolo Fernando e suo fratello Jorge, che non avrebbe raggiunto l'anno di vita. La madre fu costretta a vendere parte della mobilia e a trasferirsi in una abitazione più modesta, al terzo piano di Rua de São Marçal n. 104. È in questo periodo che nasce il suo primo pseudonimo, Chevalier de Pas. Lui stesso rivelò questo fatto a Adolfo Casais Monteiro in una lettera del 13 gennaio 1935, in cui parla diffusamente dell'origine degli eteronomi.
« [...] Ricordo, così, quello che mi sembra sia stato il mio primo eteronimo o, meglio, il mio primo conoscente inesistente: un certo Chevalier de Pas di quando avevo sei anni, attraverso il quale scrivevo lettere a me stesso, e la cui figura, non del tutto vaga, ancora colpisce quella parte del mio affetto che confina con la nostalgia." »
Nello stesso anno scrive il suo primo poema, un'epigrafe infantile dedicata "Alla mia amata mamma".
Nel 1895 sua madre si risposa per procura con il Comandante João Miguel Rosa, console del Portogallo a Durban (Sudafrica), che aveva conosciuto un anno prima. In Africa Pessoa dimostrerà presto di possedere abilità letterarie.
A seguito del matrimonio si trasferisce con la madre e un prozio, Manuel Gualdino da Cunha, per Durban, dove passa la maggior parte della sua giovinezza. Viaggiano con la nave "Funchal" fino a Madera, e poi si imbarcano nel vascello inglese "Hawarden Castle" fino al Capo di Buona Speranza.
Dovendo dividere le attenzioni della madre con la prole del nuovo matrimonio e con il patrigno, Pessoa si isola, propiziandosi così momenti di intensa riflessione. A Durban riceve una educazione di stampo britannico, con un profondo contatto con la lingua inglese. I suoi primi testi e studi saranno infatti in inglese. Mantiene il contatto con la letteratura inglese con autori come Shakespeare, Edgar Allan Poe, John Milton, Lord Byron, John Keats, Percy Shelley, Alfred Tennyson, solo per citarne alcuni. L'inglese giocò un ruolo importante nella sua vita, sia per il lavoro (divenne infatti corrispondente commerciale a Lisbona), che per alcuni dei suoi scritti, che per traduzioni di opere quali "Annabel Lee" e "Il Corvo" di Edgar Allan Poe. Con l'eccezione del libro Mensagem, gli unici lavori pubblicati in vita saranno le due raccolte delle sue poesie in inglese: Antinous and 35 Sonnets e English Poems I - II e III, scritti fra il 1918 e il 1921.
Frequenta le scuole primarie nell'istituto dei frati irlandesi di West Street, dove riceve anche la prima comunione e riesce a concentrare 5 anni in soli 3. Nel 1899 entra nella Durban High School, dove resterà per tre anni e sarà uno dei primi alunni della classe. Nello stesso anno crea lo pseudonimo di Alexander Search, con cui si auto-invia delle lettere. Nel 1901 è promosso con distinzione nel primo esame della Cape School High Examination, e scrive le prime poesie in inglese. Nello stesso periodo muore sua sorella di due anni Madalena Henriqueta. Nelle vacanze parte con la famiglia per il Portogallo. Sulla stessa nave con la quale viaggiano si trova anche la salma della sorella defunta. A Lisbona abita con la famiglia nella zona di Pedrouços, poi nella Avenida de D. Carlos I, n. 109. Nella capitale portoghese nasce João Maria, quarto figlio del secondo matrimonio della madre. Con il patrigno, la madre e i fratelli compie un viaggio alla Ilha Terceira, nelle Azzorre, dove abita la famiglia materna. Si recano anche a Tavira per visitare i parenti del padre. In questo periodo scrive la poesia Quando ela passa.
Pessoa resta a Lisbona quando la famiglia rientra a Durban. Torna in Africa da solo con il vapore "Herzog". È il periodo in cui tenta di scrivere romanzi in inglese, e si iscrive alla Commercial School. Lì studierà la notte, perché durante il giorno si occupa di discipline umanistiche. Nel 1903 si candida all'Università del Capo di Buona Speranza. Nella prova di esame per l'ammissione non ottiene un buon punteggio, ma riceve il voto più alto fra 899 candidati nel saggio stilistico di inglese. Per questo riceve il Queen Victoria Memorial Prize.
Un anno dopo rientra alla Durban High School dove frequenta l'equivalente di un primo anno universitario. Approfondisce la sua cultura, leggendo classici inglesi e latini; scrive poesia e prosa in inglese, e nascono gli eteronimi Charles Robert Anon e H. M. F. Lecher; nasce sua sorella Maria Clara e pubblica nel giornale del liceo un saggio critico intitolato Macaulay. Infine, chiude i suoi ben avviati studi sudafricani raggiungendo all'università il «Intermediate Examination in Arts», con buoni risultati.

Rientro definitivo in Portogallo e inizio della carriera
Lasciando la famiglia a Durban rientra definitivamente nella capitale portoghese da solo nel 1905, dove abita presso una zia. La madre e il patrigno tornano a loro volta, e Pessoa si trasferisce a vivere con loro. Continua la produzione di poesie in inglese, e nel 1906 si immatricola nel corso superiore di lettere dell'Università di Lisbona, che però abbandona senza neanche completare il primo anno. È in questo periodo che entra in contatto con importanti scrittori della letteratura portoghese. Si interessa all'opera di Cesário Verde e ai sermoni di Padre Antônio Vieira. I suoi rientrano a Durban, e Fernando inizia a vivere con la nonna, che muore poco dopo, lasciandogli una piccola eredità. Passa quindi a dedicarsi alla traduzione di corrispondenza commerciale, un lavoro che viene normalmente definito "corrispondente estero". Sarà il suo lavoro per tutta la vita, con una modesta vita pubblica.
Pessoa viene ricoverato il 29 novembre 1935 nell'ospedale di Luís dos Franceses, vittima di una crisi epatica; si tratta chiaramente di cirrosi epatica, causata dall'abuso di alcool di tutta una vita. A titolo di curiosità, si riporta che fosse molto fedele alla marca di brandy "Águia Real". Il 30 novembre muore all'età di 47 anni. Negli ultimi momenti della sua vita chiede i suoi occhiali e invoca gli eteronimi. La sua ultima frase scritta è nella lingua in cui fu educato, l'inglese: I know not what tomorrow will bring (Non so cosa porterà il domani).

Eredità
Si può dire che la vita del poeta fu dedicata a creare, e che con questa creazione, creò altre vite attraverso i suoi eteronimi. Questo è stata la sua principale caratteristica, e il motivo di interesse per la sua persona, apparentemente così pacata. Alcuni critici si chiedono se Pessoa abbia realmente fatto trasparire il suo "io" reale, o se questo non fosse un altro prodotto della sua fertile creatività. Quando tratta temi soggettivi e quando usa l'eteronimia, Pessoa diviene enigmatico fino all'estremo. Questo particolare aspetto è quello che muove gran parte delle ricerche sulla sua opera. Il poeta e critico brasiliano Frederico Barbosa dichiara che Fernando Pessoa fu «l'enigma in persona» (il sottile gioco di parole non viene reso nella traduzione, perché in portoghese "pessoa" significa "persona"). Scrisse da sempre, partendo dal primo poema all'età di 7 anni fino al letto di morte. Aveva a cuore l'intelletto dell'uomo, giungendo a dire che la sua vita era stata una costante divulgazione della lingua portoghese; nelle parole del poeta riportate per bocca dell'eteronimo Bernardo Soares «la mia patria è la lingua portoghese». Oppure, attraverso un poema:
« Ho il dovere di chiudermi in casa nel mio spirito e lavorarequanto io possa e in tutto ciò che io posso, per il progressodella civiltà e l'allargamento della conoscenza dell'umanità »
Come Pompeo, che disse che «navigare è necessario, vivere non è necessario», Pessoa dice nel poema Navegar é Preciso che «vivere non è necessario; quel che è necessario è creare».
Su Pessoa il poeta messicano premio Nobel per la letteratura Octavio Paz dice che «il poeta non ha biografia: la sua opera è la sua biografia», e inoltre che «niente nella sua vita è sorprendente – nulla, eccetto i suoi poemi». Il critico letterario statunitense Harold Bloom lo considerò il poeta più rappresentativo del XX secolo assieme al cileno Pablo Neruda.
In occasione del cinquantenario della morte il suo corpo è stato traslato, come un eroe nazionale, nel Monastero dei Jerónimos a Lisbona, vicino ai cenotafi di Camões e di Vasco da Gama.

Pessoa e l'occultismo
Fernado Pessoa possedeva legami con l'occultismo e il misticismo, con la massoneria e con i rosacroce (benché non si conosca alcuna affiliazione concreta in una loggia o fraternità di queste organizzazioni), e difese pubblicamente le organizzazioni iniziatiche sul quotidiano "Diario di Lisbona" del 4 febbraio 1935 contro gli attacchi della dittatura del "Nuovo Stato". Il suo poema ermetico più noto e apprezzato nei circoli esoterici si intitola "No Túmulo de Christian Rosenkreutz". Aveva l'abitudine di richiedere consultazioni astrologiche, grazie anche alla certezza della sua data e ora di nascita.
Una volta, leggendo una pubblicazione del famoso occultista inglese Aleister Crowley, Pessoa vi trovò alcuni errori, e scrisse all'autore perché li correggesse. Crowley fu impressionato dalle conoscenze di Pessoa e, amando molto viaggiare, arrivò fino in Portogallo per incontrarlo. Con lui vi era una giovanissima artista tedesca, Hanni Jaeger, che in seguito corrispose anche con Pessoa. L'incontro fu cordiale, e terminò con il famoso affaire della "Boca do Inferno", nel quale Crowley inscenò con l'aiuto di Pessoa il suo finto suicidio.


29.5.11

Milena Vukotic






in alcune pellicole indicata come Milena Vucotich, è un'attrice italiana di teatro, cinema e televisione vincitrice di un Nastro d'argento e nominata al David di Donatello.
È celebre per le sue interpretazioni in Gran Bollito di Bolognini, Giulietta degli spiriti di Fellini, nella saga Fantozzi di Paolo Villaggio, e più di recente nella serie tv Un medico in famiglia.
Ha recitato anche sotto la regia di Lina Wertmüller e di Steno, nonché di Federico Fellini e Silvio Soldini, e ultimamente di Ferzan Ozpetek in due sue recenti opere: Saturno contro, dove ella ha il ruolo dell'arcigna dottoressa che dovrà fare le analisi e informare dello stato di salute del personaggio interpretato da Luca Argentero e che di lì a poco morirà, e in Un giorno perfetto, nel cameo di una professoressa.
Nasce a Roma il 23 aprile 1938. Figlia di un commediografo di origine montenegrina e di una pianista italiana, fin da piccola ha studiato recitazione e danza classica, in Italia e in Francia. Dopo aver fatto parte del corpo di ballo del Grand Ballet du Marquis De Cuevas, aiutata da un fisico esile perfetto per la danza, decise di dedicarsi esclusivamente alla sua primaria passione, la recitazione.
Attrice minuta e delicata, dotata di soavità e leggerezza unita ad una notevole dose di classe che da sempre la contraddistingue, ha attraversato il nostro cinema (e non solo), dai primi anni Sessanta fino ad oggi. Nel 1960 il debutto cinematografico nel Sicario di Damiani.
Poi le numerose commedie degli anni sessanta, assieme a film d'autore dei più prestigiosi registi: Il giovedì (1963) di Risi, Giulietta degli spiriti (1965) e l'episodio Toby Dammit (inserito in Tre passi nel delirio, 1968) di Fellini, i primi due capitoli (1975 e 1982, entrambi di Monicelli) della trilogia di Amici miei, L'arcidiavolo (1966) e La terrazza (1980) di Scola, La bisbetica domata (1967) di Zeffirelli, Il fascino discreto della borghesia (1973) e Quell'oscuro oggetto del desiderio (1976) di Buñuel.
I suoi ruoli comunque sono quasi sempre di contorno, da caratterista, come la servetta timida e silenziosa oppure la signora dell'alta borghesia sofisticata e distinta. Attiva anche in televisione, nel 1964 Lina Wertmüller la scelse per il ruolo di una delle sorelle del Gian Burrasca di Rita Pavone e fu anche una azzeccatissima Alice nella trasposizione televisiva del celebre romanzo Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll del 1970.
Molto particolare la sua partecipazione in Bianco, rosso e Verdone (1981) di Verdone, nel ruolo di una prostituta che si mostra nuda al protagonista. Le parti intime che si vedono nella scena in cui la prostituta tenta di sedurre Mimmo non appartengono alla Vukotic bensì ad una vera prostituta: l'idea, come ha ricordato lo stesso Verdone in un'intervista, venne al produttore Sergio Leone che voleva risparmiare tale scena di nudo ad un'attrice come la Vukotic.
In teatro divenne una delle attrici predilette di Rina Morelli (fra gli spettacoli Oh, che bella guerra del 1982 o Così è se vi pare di Pirandello nel 1983). Ha lavorato anche in altri prestigiosi allestimenti accanto a Franco Zeffirelli, Giorgio Strehler, Paolo Poli e Jean Cocteau.
Al grande pubblico è rimasta indissolubilmente legata al personaggio della "Pina", la moglie disincantata ma sempre sottomessa di Ugo Fantozzi, il personaggio di Paolo Villaggio. Subentrata a Liù Bosisio dopo i primi due film della serie, sarà però proprio la Vukotic a restare nell'immaginario collettivo in una delle coppie più note del cinema italiano, fino al Nastro d'Argento come miglior attrice non protagonista conseguito nel 1994 per Fantozzi in paradiso.
Dal 1998 è riuscita a scrollarsi di dosso un po' il "fardello" di questo personaggio così popolare, grazie alla partecipazione alla serie TV di successo Un medico in famiglia, dove interpreta il personaggio un po' snob di nonna Enrica, contrapposta al più affabile Lino Banfi nel ruolo di nonno Libero. Nel 2007 ha lavorato nel film Saturno contro di Ferzan Ozpetek, e sempre nello stesso anno ha vinto il Ciak d'oro alla carriera.

Annie Leibovitz


































Anna-Lou (Annie) Leibovitz è una fotografa statunitense di origini ebraiche.
Ritrattista affermata, Leibovitz ha uno stile caratterizzato dalla stretta collaborazione tra fotografo e modello.La sua compagna di vita è stata Susan Sontag, fino alla morte della Sontag nel 2004.

La Leibovitz divenne famosa durante i suoi 13 anni passati come fotografa per la rivista Rolling Stone, dal 1970 al 1983. Nel 1975, occupò il ruolo di fotografa della tournee di concerti del gruppo rock dei Rolling Stones. Negli anni 1980 la Leibovitz fotografò delle celebrità per una campagna pubblicitaria internazionale della American Express. Dal 1983 ha lavorato come fotografa ritrattista per Vanity Fair. Nel 1990 viene premiata col Infinity Awards per la Applied photography. Nel 1991 ha tenuto un'esposizione alla National Portrait Gallery. Annie Leibovitz ha inoltre pubblicato cinque libri di sue fotografie, Photographs, Photographs 1970-1990, American Olympians, Women, e American Music. Nel 2008 ha realizzato il calendario Lavazza 2009.

Foto celebri di Annie Leibovitz

John Lennon, nudo, che abbraccia Yoko Ono vestita. Scattata nel 1980 la mattina prima della morte di Lennon.
Demi Moore, nuda con un abito maschile dipinto sul corpo.
Whoopi Goldberg immersa in una vasca da bagno piena di latte, inquadrata dall'alto.
Christo, completamente impacchettato, così che chi guarda deve fidarsi del fotografo sul fatto che Christo sia realmente sotto l'imballo.
Miley Cyrus l'attrice della sitcom Hannah Montana, ritrae le Cyrus avvolta in un lenzuolo di seta con la schiena scoperta mentre guarda l'obiettivo.
Regina Elisabetta II in occasione della sua visita negli Stati Uniti nel 2007.
Sting nel deserto, nudo ma coperto di fango per fondersi con lo scenario.

28.5.11

l'angolo pittura XIII












Renato Guttuso all'anagrafe Aldo Renato è stato un pittore e politico italiano.
Figlio di Gioacchino, agrimensore e acquerellista dilettante, e di Giuseppina d'Amico - che preferiscono denunciare la nascita a Palermo il 2 gennaio 1912 per contrasti con l'amministrazione comunale di Bagheria dovuti alle idee liberali dei coniugi - il piccolo Renato manifestò precocemente la sua predisposizione alla pittura.
Influenzato dall'hobby del padre e dalla frequentazione dello studio del pittore Domenico Quattrociocchi e della bottega del pittore di carri Emilio Murdolo, il giovane Renato iniziò appena tredicenne a datare e firmare i propri quadri. Si tratta per lo più di copie (paesaggisti siciliani dell'Ottocento ma anche pittori francesi come Millet o artisti contemporanei come Carrà), ma non mancano ritratti originali. Durante l'adolescenza iniziò anche a frequentare lo studio del pittore futurista Pippo Rizzo e gli ambienti artistici palermitani. Nel 1928, appena diciassettenne partecipa alla sua prima mostra collettiva a Palermo.

Renato Guttuso nacque il giorno di Santo Stefano del 1911 nella cittadina siciliana di Bagheria. Il padre, il cavaliere Gioacchino Guttuso, era agrimensore e di lui, nella collezione donata al Comune di Bagheria, esistono vari ritratti: il primo, addirittura risalente al 1925, dimostra il genio precoce dell'artista; altri con riga e squadra ne sottolineano la professione e l'ammirazione per l'uomo tutto d'un pezzo appassionato nelle lettere e nelle arti, con il culto della libertà trasmessagli dal padre Ciro che aveva combattuto con Garibaldi. L'adolescenza borghese è fitta di stimoli per il futuro pittore.
Il giovane Guttuso abita in una casa vicino alle ville Valguarnera e Palagonia, di cui ritrarrà particolari in quadri successivi e s'ispira agli scogli dell'Aspra e tra le gite al mare e i primi amori vive tutta la crisi siciliana del dopoguerra in cui comincia a delinearsi lo scempio architettonico e sociale. A Palermo e nella stessa Bagheria vede in completa decadenza la nobiltà delle splendide ville settecentesche, coi loro mostri famosi e l'avanzare di un vero massacro urbanistico e di lotte di potere all'interno del comune che scuotono il temperamento di Guttuso, mentre la famiglia viene segnata da ristrettezze economiche a causa dell'ostilità di clericali e fascisti nei confronti del padre di Renato.
Questi, sentendo sempre più forte l'inclinazione alla pittura, si trasferì a Palermo per gli studi liceali e poi all'Università (dove lo troviamo iscritto al Gruppo Universitario Fascista (GUF), arrivando 2° ai Littoriali della cultura e dell'arte del 1937 a Napoli per la critica d'arte, mentre la sua formazione si modella sulle correnti figurative europee, da Courbet a Van Gogh a Picasso e lo porta a Milano e a viaggiare per l'Europa. Nel suo espressionismo si fanno via via sempre più forte non solo i motivi siciliani come i rigogliosi limoneti, l'ulivo saraceno, il Palinuro, tra mito e solitudine isolana che, inviati nel '31 alla I Quadriennale di Roma, confluirono in una collettiva di sei pittori siciliani accolti dalla critica – dice Franco Grasso nella citata monografia – come “una rivelazione, un'affermazione siciliana”.
Tornato a Palermo apre uno studio in Corso Pisani e con la pittrice Lia Pasqualino e gli scultori Giovanni Barbera e Nino Franchina forma il Gruppo dei Quattro.
Rifiutato ogni canone accademico, con le figure libere nello spazio o la ricerca del puro senso del colore, Guttuso s'inserisce nel movimento artistico “Corrente”, che con atteggiamenti scapigliati s'oppone alla cultura ufficiale e denota una forte opposizione antifascista nelle scelte tematiche negli anni della guerra di Spagna e che preparano la seconda guerra mondiale.

L'Arte Sociale di Guttuso

Un lungo soggiorno di tre anni a Milano, nel corso dei quali non manca però di tornare in estate a Bagheria, matura l'arte “sociale” di Guttuso, con un impegno morale e politico via via più scoperto che si rivelava in quadri come “Fucilazione in Campagna”, dedicato a García Lorca, fra il '37 ed il '38, “Fuga dall'Etna “ in due stesure. Si trasferisce intanto a Roma, con studio in Via Margutta dove, per l'esuberanza di vita, l'amico Mazzacurati lo soprannomina scherzosamente “Sfrenato Guttuso” e frequenta la trattoria Fratelli Menghi, punto d’incontro per registi, sceneggiatori, poeti e pittori: Emilio Vedova, Mario Mafai, Pericle Fazzini, Corrado Cagli, Giulio Turcato, Antonio Corpora, Mario Monicelli e si tiene anche in contatto col gruppo milanese di Treccani, Giacomo Manzù, Aligi Sassu. Il dipinto che gli dà la fama, fra mille polemiche da parte anche del clero e del fascio perché sotto il soggetto sacro denunzia gli orrori della guerra, è La Crocifissione. Di esso Guttuso ha scritto nel suo Diario che è “il simbolo di tutti coloro che subiscono oltraggio, carcere, supplizio per le loro idee” con il quale al Premio Bergamo sigla la sua nuova stagione.
L'artista non cesserà mai di lavorare in anni difficili come quelli della guerra ed alterna, specie nelle nature morte, gli oggetti delle case umili della sua terra, a squarci di paesaggio del Golfo di Palermo a una collezione di disegni intitolata “Massacri”, che circolarono clandestinamente poiché ritraggono le repressioni naziste, come quello dedicato alle Fosse Ardeatine.

Il dopoguerra e il matrimonio di Guttuso

Conosce e sposa quella che sarà la sua fedele compagna e confidente Mimise che ritrarrà nel '47. Già all'indomani della Liberazione un anelito di speranza torna ad alitare nella pittura del maestro come nel quadro “Pausa dal lavoro”, china e acquerello nel 1945, quasi un simbolo della rinascita di cui Pier Paolo Pasolini ha scritto (1962):
“Le figure di dieci operai
emergono bianche sui mattoni bianchi
il mezzogiorno è d'estate.
Ma le carni umiliate
fanno ombra: e lo scomposto ordine
dei bianchi è fedelmente seguito
dai neri. Il mezzogiorno è di pace”.
Seguono “Carrettieri che cantano”, “Contadino che zappa” (1947), “Contadini di Sicilia” (dieci disegni pubblicati a Roma nel '51) in cui il linguaggio pittorico diventa chiaro ed essenziale e di cui lo stesso Guttuso ebbe a scrivere che erano preparatori del quadro “Occupazione delle terre incolte di Sicilia”, esposto alla Biennale d'Arte a Venezia nel 1950, affermando: “Credo siano legati alla mia ispirazione più profonda e remota. Alla mia infanzia, alla mia gente, ai miei contadini, a mio padre agrimensore, ai giardini di limoni e di aranci, alle pianure del latifondo familiari al mio occhio ed al mio sentimento, da che sono nato. Contadini siciliani che hanno nel mio cuore il primo posto, perché io sono dei loro, i cui volti mi vengono continuamente davanti agli occhi qualunque cosa io faccia, contadini siciliani che sono tanta parte della storia d'Italia…”.
Sempre nel 1949-1950, Renato Guttuso aderisce al progetto della importante collezione Verzocchi (attualmente conservata presso la Pinacoteca civica di Forlì), inviando, oltre ad un autoritratto, l'opera "Bracciante siciliano".
Puntualmente torna a stupire, alternando la visione luminosa e piena di colore di “Bagheria sul golfo di Palermo” alla “Battaglia al ponte dell'Ammiraglio” in cui ritrae il nonno Ciro Guttuso, arruolatosi come garibaldino, e con una serie di dipinti dal vero le lotte contadine per l'occupazione delle terre, gli zolfatari, o squarci di paesaggio fra cactus e ficodindia, ritratti di amici e uomini di cultura, pittori come Nino Garajo e Bruno Caruso.
Affascinato dal modello dantesco, dal '59 al '61, l'artista concepisce una serie di disegni colorati che poi verranno pubblicati in volume nel '70, “Il Dante di Guttuso”, in cui i personaggi dell'Inferno vengono rivisitati come esemplari della storia del genere umano, confermando la versatilità dell'ingegno. Un intero ciclo, invece, viene dedicato negli anni settanta alla sua autobiografia in pittura, quadri d'eccezionale valore per la conoscenza del Guttuso uomo-artista.
La figura femminile diventa dominante nella pittura come lo fu nella vita privata e fra i dipinti più grandi per mistura ricordiamo “Donne stanze paesaggi oggetti” del '67, oggi esposto alla galleria comunale di Bagheria, a Villa Cattolica, com'è importante la serie di dipinti in cui ritrae Marta Marzotto, musa ispiratrice e modella prediletta per lunghi anni. Celebre è anche la serie delle Cartoline, un insieme di 37 disegni e tecniche miste (pubblicate dalla casa editrice Archinto nel volume Le Cartoline di Renato Guttuso) in cui l'artista magistralmente rappresenta i ricordi, i sentimenti, le emozioni, le fantasie e gli stati d'animo dell'uomo Guttuso verso la donna Marta Marzotto.
Nel 1971 disegnò il drappellone del Palio di Siena del 16 agosto.
Nel 1972 dipinge I funerali di Togliatti, che diverrà opera-manifesto della pittura antifascista.
Alle Elezioni Politiche del 20 giugno 1976 fu eletto al Senato della Repubblica per il PCI nel collegio di Sciacca, raccogliendo 29.897 preferenze.
Fu confermato alle Elezioni Politiche del 3 giugno 1979 al Senato della Repubblica per il PCI nel collegio di Lucera, raccogliendo 29.418 preferenze.

La morte

Guttuso si spense malinconicamente in isolamento, dopo la morte della moglie, riavvicinandosi, secondo una testimonianza di Giulio Andreotti, alla fede cristiana, di cui aveva condiviso a suo modo i valori umani e di pietà per gli oppressi. Una testimonianza che comunque sembra essere in contrasto con le dichiarazioni di alcuni suoi intimi e colleghi. Alla morte donò alla città natale molte opere che sono raccolte nel museo di Villa Cattolica a Bagheria.
Guttuso non ebbe figli biologici riconosciuti, ma un figlio adottivo, adottato poco prima della morte, Fabio Carapezza Guttuso, che gli fu molto vicino negli ultimi anni di vita, unico conforto dopo la perdita di molti cari. Fabio Carapezza Guttuso fu l'unico erede dell'immenso patrimonio di Guttuso. Fondò gli Archivi Guttuso, cui destinò lo studio di Piazza del Grillo, e integrò la collezione del museo di Bagheria con numerose opere ereditate.

Curiosità

Nel 2009 Guttuso viene interpretato da Corrado Fortuna nel film Baarìa di Giuseppe Tornatore.
Viene citato ne "La Canzone del Padre" dell'album Storia di un impiegato di Fabrizio De André.
Viene citato nella canzone "A.D. 4000" dell'album Ingresso libero di Rino Gaetano.
Tra i suoi allievi si annovera anche Antonio Pedretti.
Ha collaborato con la rivista Il Calendario del Popolo.

Onorificenze

happy days







è una sit-com televisiva statunitense di grande popolarità e successo andata in onda in prima visione negli Stati Uniti dal 1974 al 1984. La serie presenta una visione idealizzata della vita americana a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta.
La serie, ambientata a Milwaukee, è imperniata sulle vicende quotidiane della famiglia Cunningham. Anche in Italia la serie ha ottenuto un grande successo, che ha contribuito a rendere questa trasmissione un vero cult.

La serie narra le vicende di una famiglia borghese degli anni '50 e '60 (in particolare dal 1954 al 1964) che vive nella città di Milwaukee, i Cunningham; la famiglia è composta da Howard, proprietario di un negozio di ferramenta, da sua moglie Marion, casalinga, e dai figli Charles (detto Chuck), Richard (detto Richie) e Joanie. Il figlio maggiore Chuck appare sporadicamente solo durante la prima e la seconda stagione (interpretato da due diversi attori), per poi scomparire dal cast senza alcuna spiegazione da parte degli sceneggiatori, lasciando solo i due figli minori di età adolescenziale.
Il quadro è completato dai migliori amici di Richie, Ralph Malph e Warren Webber "Potsie" (in particolar modo il secondo avrà dapprima un ruolo maggiore del primo, in quanto sarà identificato nelle prime puntate come il miglior amico di Richie e inizialmente sarà l'unico dei due a comparire nella sigla iniziale), e soprattutto da Arthur Fonzarelli, detto Fonzie (o anche Fonz nella versione originale), meccanico rubacuori con più di un tocco alla James Dean, che all'inizio della terza stagione andrà a vivere in un piccolo appartamento ricavato sopra il garage dei Cunningham. Nato come tipico duro e delinquente giovanile anni '50 di poche parole, che avrebbe dovuto avere un ruolo marginale nel telefilm per dare un tocco di realismo maggiore, il personaggio, visto il successo che ottenne, si trasformerà ben presto quasi in un membro della famiglia Cunningham, che fa da mentore a Richie grazie alla sua maggiore esperienza, prendendo così quello che avrebbe dovuto essere il ruolo del fratello maggiore Chuck, il quale probabilmente sparì dalla serie per questo motivo.
Nel corso della serie vari altri personaggi intrecciano le loro storie con quelle dei protagonisti, fra cui i più importanti sono Arnold e Alfred, che si alternano come proprietari del locale frequentato dai giovani, Arnold's, e Chachi Arcola, cugino di Fonzie e innamorato di Joanie. Dopo la settima stagione, Richie e Ralph lasceranno la serie e faranno la loro comparsa nuovi personaggi, tra cui il principale è Roger Phillips, nipote di Marion, che va ad abitare in casa Cunningham e che prende il posto di Richie come controparte di Fonzie nello svolgimento degli episodi.
Le storie proposte da Happy Days sono in massima parte incentrate sui problemi del passaggio dall'adolescenza alla maturità, più in specifico sui rapporti con sé stessi e con l'altro sesso, affrontati comunque con leggerezza e ironia. Sia i coniugi Cunningham che Fonzie, anche se in modo diverso e alle volte opposto, sono per i personaggi più giovani gli esempi, la cui autorevolezza si basa sulla saggezza dell'esperienza.


Cast

Famiglia Cunningham
Howard Cunningham (Tom Bosley) - Il capofamiglia, proprietario di un negozio di ferramenta.
Marion Cunningham (Marion Ross) - La moglie, casalinga. È l'unico personaggio a chiamare Fonzie con il suo vero nome, Arthur.
Richard "Richie" Cunningham (Ron Howard) - Il figlio, studente. È il protagonista delle prime sette stagioni della serie. Il personaggio fu estromesso dopo che Ron Howard decise di lasciare la serie per seguire la carriera di regista. Nella trama l'uscita di scena di Richie viene giustificata con la partenza per il servizio militare.
Joanie Louise "Sottiletta" Cunningham (Erin Moran) - La figlia, chiamata "Sottiletta" ("Shortcake") da Fonzie.
Charles "Chuck" Cunningham (Gavan O'Herlihy, Randolph Roberts) - Il figlio maggiore, escluso dopo la prima stagione senza spiegazioni.
Roger Phillips (Ted McGinley) - Nipote di Marion. Inserito nella serie dopo che Richie aveva lasciato la serie.
Flip Phillips (Billy Warlock) - Fratello di Roger. Appare solo nella decima stagione.
Krystal "KC" Cunningham (Crystal Bernard) - Nipote di Howard. Appare solo nella decima stagione.
Altri personaggi ricorrenti
Arthur Herbert "Fonzie" Fonzarelli (Henry Winkler) - Inizialmente personaggio minore, divenne enormemente popolare e assunse presto il ruolo di punto focale della serie. Nella serie Fonzie diventa il miglior amico del protagonista Richie Cunningham, mettendo in ombra i personaggi di Ralph e Potsie, che avrebbero dovuto avere quel ruolo.
Warren "Potsie" Weber (Anson Williams) - Inizialmente è considerato il migliore amico di Richie di cui risulta essere più sveglio e mondano, col passare del tempo diviene sempre più imbranato e tontolone. Si scoprirà essere un ottimo cantante.
Ralph Malph (Donny Most) - Amico di Richie, il pagliaccio della compagnia. Esce dalla serie come Richie perché chiamato a compiere il servizio militare.
Charles "Chachi" Arcola (Scott Baio) - Cugino di Fonzie. Nell'ultima stagione sposa Joanie.
Raymond "Spadino" Fonzarelli (Danny Butch) - Soprannominato "Spike" nell'originale, è il cugino di Fonzie che però chiama "zio" a causa della differenza d'età. Presente solo in qualche puntata prima dell'apparizione di Chachi, che in pratica lo sostituirà.
Matsumoto "Arnold" Takahashi (Pat Morita) - Il primo proprietario di Arnold's. Tornò nella serie dopo che Al Molinaro l'aveva lasciata.
Alfred "Al" Delvecchio (Al Molinaro) - Secondo proprietario di Arnold's. Sposa la madre di Chachi. Ottimo cuoco, ama suonare un ukulele ma con scarsi risultati.
Marsha Simms (Beatrice Colen) - La cameriera di Arnold's nelle prime due stagioni.
Jenny Piccalo (Cathy Silvers) - La migliore amica di Joanie. Spesso menzionata ma mai apparsa nelle prime sette stagioni. Entra come personaggio a partire dall'ottava stagione.
Mickie Malph (Mike Monahan, Alan Oppenheimer, Jack Dodson) - Il padre di Ralph. Nella prima stagione il suo nome era Harry ed era proprietario di un negozio di abiti per signora. Dalla terza stagione il nome cambia in Mickie, di professione ottico optometrista.
Bill Downey (Jack Baker) - Il batterista del complesso formato da Richie, Potsie e Ralph. Verrà sostituito da Chachi.
Lori Beth Allen (Lynda Goodfriend) - Fidanzata e poi moglie di Richie.
Luisa Arcola (Ellen Travolta) - Madre di Chachi Arcola. Nelle ultime stagioni della serie sposa Alfred Delvecchio.
Gloria (Linda Purl) ragazza di Richie in alcuni episodi della seconda stagione.
Pinky Tuscadero (Roz Kelly) - La prima fidanzata regolare di Fonzie, compare durante la quarta stagione.
Leather Tuscadero (Suzi Quatro) - Sorella di Pinky, musicista e con precedenti giovanili.
Ashley Pfister (Linda Purl) - Madre divorziata che, per una stagione, la decima, è la ragazza fissa di Fonzie.
Heather Pfister (Heather O'Rourke) - La figlia di Ashley Pfister. Ha partecipato solo alla decima stagione.
Nonna Nussbaum (Lillian Bronson, Frances Bay) - La nonna di Fonzie e Chachi.
Danny Fonzarelli (Danny Ponce) - Adottato come figlio da Fonzie nell'ultima stagione.


Episodi

Alcuni episodi di durata doppia rispetto al normale, originariamente trasmessi come unici, in Italia sono stati divisi in due parti da 20 minuti ciascuna (come accaduto anche negli USA con le successive repliche). Due episodi invece non sono stati trasmessi e sono presenti solo nella versione in DVD.

27.5.11

premio Afrodite 2011




MIGLIOR FILM: CORPO CELESTE un film scritto e diretto da Alice Rohrwacher con ANITA CAPRIOLI e RENATO CARPENTIERI

ATTRICE DELL’ANNO: VITTORIA PUCCINI

PERSONAGGIO DELL’ANNO: PAOLA CORTELLESI

PREMIO TECNICO: ANTONELLA CANNAROZZI Costumista del film Io sono l’amore

GIOVANE ATTRICE BRILLANTE: CHIARA FRANCINI

PREMIO SPECIALE DECENNALE: ALDA FENDI per la coerenza di un impegno al sostegno e alla promozione della cultura

MIGLIOR PRODUTTRICE: TILDE CORSI Per il film 20 sigarette

DOCUMENTARIO: MONICA MAGGIONI Per War 54

MENZIONE DOCUMENTARIO: a Giulietta Revel per “WHERE IS MY TOMORROW”

MENZIONE a Valeria Moretti Per “Clara Schumann” operazione editoriale affascinante e inconsueta

I premi saranno consegnati durante la cena di gala che avrà luogo Giovedì 31 Maggio 2011 a Roma come tradizione agli “STUDIOS” cinematografici. Il Premio, ideato e assegnato dall’Associazione DONNE NELL’AUDIOVISIVO PROMOTION, attiva dal 1996, con Presidente Cristina Zucchiatti, è dedicato interamente all’universo femminile nell’ambito dello Spettacolo, e in particolare del cinema, della fiction, della Cultura e della creatività artistica femminile. La giuria lo assegna dunque scegliendo in una rosa di donne che hanno dimostrato interesse a promuovere la professionalità al femminile ma anche sensibilità alle tematiche che riguardano le donne. Oltre ad attrici, registe e produttrici, è infatti consuetudine del premio Afrodite conferire un riconoscimento speciale ad altre figure professionali dello Spettacolo che con le loro capacità danno un contributo importante e fondamentale alla realizzazione del cinema e dell’audiovisivo italiano.Conducono la serata lo sceneggiatore e giornalista Andrea Purgatori affiancato dalla giornalista Laura Delli Colli presidente della giuria 2011. Ti aspettiamo per festeggiarti, ricordandoti che nella sua tradizione già decennale Afrodite ha premiato, tra le altre Laura Morante, Maria Sole Tognazzi, Margherita Buy, Carolina Crescentini, Fiona May, Laura Muccino e Annamaria Sambucco, Violante Placido, Cinzia TH Torrini, Donatella Finocchiaro, Claire Peploe, Virna Lisi, Cristina Comencini, Alessandra Martines, Stefania Rocca, Elena Sofia Ricci, Cecilia Zanuso, Francesca Archibugi, Andrea Osvart, Claudia Gerini, Laura Chiatti, Francesca Neri, Anita Caprioli, Margaret Madè, Valeria Solarino, Isabella Aragonese, Micaela Ramazzotti, Nicole Grimaudo, Paola Comencini.

26.5.11

Jimi Hendrix






" Blues is easy to play, but not to feel "

« Il blues è facile da suonare, ma non da percepire »
(Jimi Hendrix)

James Marshall "Jimi" Hendrix è stato un chitarrista e cantautore statunitense. Era uno dei maggiori innovatori nell'ambito della chitarra elettrica: durante la sua parabola artistica, tanto breve quanto intensa, si è reso precursore di molte strutture e del sound di quelle che sarebbero state le future evoluzioni del rock attraverso un'inedita fusione di blues, rhythm and blues/soul, hard rock, psichedelia e funky.
Secondo la classifica stilata nel 2003, dalla rivista Rolling Stone, è uno tra i più grandi chitarristi di tutti i tempi.

La sua esibizione in chiusura del festival di Woodstock del 1969 è divenuta un vero e proprio simbolo: l'immagine del chitarrista che, con dissacrante visionarietà artistica, suona l'inno nazionale americano in modo provocatoriamente distorto è entrata di prepotenza nell'immaginario collettivo musicale.
Hendrix è stato introdotto nella Rock and Roll Hall of Fame nel 1992






25.5.11

Bruce Lee







« Il miglior combattente non è un pugile, un karateka o un Judoka. Il miglior combattente è qualcuno che si può adattare a qualsiasi stile di combattimento. »
(Bruce Lee)


Bruce Jun Fan Lee (cinese tradizionale 李小龍範軍, in pinyin Lǐ Xiǎolóng; è stato un attore e artista marziale statunitense.
Nato a San Francisco e cresciuto ad Hong Kong, Lee è l'attore più ricordato per la presentazione delle arti marziali cinesi al mondo non cinese. I suoi film, prodotti ad Hong Kong e ad Hollywood, elevarono ad un nuovo livello di popolarità e gradimento le pellicole di arti marziali, facendo aumentare per la prima volta ed improvvisamente anche l'interesse per questo tipo di discipline in Occidente. La direzione ed il tono delle sue opere influenzarono profondamente i film di arti marziali di Hong Kong, che fino ad allora mostravano più un senso teatrale che realistico delle scene.
Lee divenne un'icona soprattutto per i cinesi, come ritratto dell'orgoglio nazionale e per alcuni tratti nazionalistici presenti nei suoi film. Alcuni videro Lee come un modello per acquisire un corpo forte ed efficiente ed un altissimo livello di benessere fisico, sviluppando allo stesso tempo destrezza nel combattimento corpo a corpo. Nonostante il contenuto violento dei suoi film, Bruce in realtà era una persona pacifica e fermamente contraria all'uso delle arti marziali come metodo di offesa e supremazia.
Nell'occasione di quello che sarebbe stato il suo 65º compleanno (novembre 2005), una statua commemorativa è stata posata sull'Avenue of the Stars a Kowloon, in sua memoria. Nonché memoria di colui che è stato votato "Star of the Century" dagli addetti ai lavori del mondo del cinema di Hong Kong. Nel 1993 è stato anche onorato con una stella sulla Hollywood Walk of Fame a Los Angeles.





Janis Joplin








« Janis Joplin è il soul. »
(Disc Magazine)

Janis Lyn Joplin è stata una cantante statunitense.
Divenne nota verso la fine degli anni sessanta come cantante del gruppo Big Brother and the Holding Company, e successivamente per i suoi lavori da solista. La sua carriera continuò fino alla morte per overdose all'età di 27 anni. La rivista americana Rolling Stone ha piazzato Janis al quarantaseiesimo posto nella lista dei 100 artisti più importanti della storia e al ventottesimo posto nella classifica del 2008 dei 100 cantanti più importanti di tutti i tempi.

« Quella ragazza prova le stesse cose che sento io. »
(Big Mama Thornton)

Infanzia e studi

Il padre della Joplin era un ingegnere della Texaco, mentre la madre era impiegata di un college. La famiglia era composta anche dai fratelli Michael e Laura. Da giovane divenne amica di Jim Langdon e Grant Lyons. Lyons fu il primo a farle conoscere il blues. Iniziò quindi a cantare nel coro cittadino e ad ascoltare artisti come Leadbelly, Bessie Smith, Odetta e Big Mama Thornton. Durante la frequentazione della Thomas Jefferson High School il suo interesse primario era il disegno, e solo successivamente iniziò a cantare blues e folk insieme ad alcuni amici, accompagnandosi con l'autoharp nei club di Austin, Beaumont e dintorni. Si diplomò nel 1960 e si iscrisse alla Università del Texas di Austin, anche se alla fine non ottenne nessuna laurea. In quel periodo visse in una costruzione comunemente chiamata "The Ghetto" che si trovava al 2812 1/2 di Nueces Street. L'affitto era di 40 dollari al mese. Il 1965 la vide iscritta alla facoltà di Scienze Sociali presso l'Università di Houston/Lamark con profitto quasi massimo nelle prove di esame (99/100).
Nel 1966 venne chiamata per un posto di voce solista nella band Big Brother and the Holding Company, quindi lasciò gli studi per proseguire la carriera di cantante blues/soul/rock.

La carriera

Lo stile emancipato che la Joplin ostentava in quel periodo era ispirato anche alla difesa dell'uguaglianza fra bianchi e neri e sostenuto da una particolare ammirazione per la musica delle sue cantanti blues preferite; non a caso avrebbe provveduto prima della propria morte ad acquistare una più dignitosa lapide per Bessie Smith, deceduta perché, dopo un incidente stradale, non venne soccorsa subito in quanto "negra". Questo ideale di uguaglianza fra persone Janis Joplin pare affermarlo anche durante i suoi concerti: durante il concerto tenuto a Francoforte, dopo essere stata, al suo arrivo nella città, "assalita" da una sua fan, la invitò a salire sul palco, poi insistette perché salissero sul palco anche altri spettatori per poi farli ballare e cantare assieme a lei.
A venti anni si trasferì in California, a San Francisco, vivendo prima a North Beach e successivamente a Haight-Ashbury, e stabilendo poi la propria residenza definitiva a Larkspur in una bellissima casa che integrava l'architettura naturale (gli alberi) all'architettura abitativa (più precisamente in: 380 W Baltimore Ave Larkspur, CA 94939) condivideva gli ideali del suo tempo di Peace & Love che a breve avrebbero portato all'esplosione del movimento Hippy, partecipando con altri cantanti e gruppi musicali a concerti come quello tenutosi a Woodstock o quello organizzato dopo l'assassinio di Martin Luther King, in sua memoria. A Haight-Ashbury visse nella stessa abitazione insieme al campione di scacchi Jude Acers. Il 25 giugno del 1964, la Joplin ed il futuro chitarrista dei Jefferson Airplane Jorma Kaukonen registrarono alcuni standard blues, dove in sottofondo si può sentire una macchina da scrivere (la moglie di Kaukonen stava scrivendo, da qui il titolo del bootleg: The Typewriter Tape). Queste session vennero incise con un registratore a bobine mono, e includevano sette brani: Typewriter Talk, Trouble in Mind, Kansas City Blues, Hesitation Blues, Nobody Knows You When You're Down and Out, Daddy, Daddy, Daddy e Long Black Train Blues. Altre registrazioni di quei primi anni si possono trovare nella raccolta Janis, The Early Performances del 1974 e Janis del 1993, incluse le tracce What Good Can Drinkin' Do, Mary Jane e No Reason for Livin'.
Nel 1966 entrò a far parte della band Big Brother and the Holding Company, un gruppo di musicisti della Bay Area che cercava una cantante. Dopo diversi concerti effettuati in vari locali della California, nel giugno del 1967 con la partecipazione al Festival Pop di Monterey si registrò il trionfo dell'artista che eseguì con personalità un'indimenticabile versione del brano Ball and Chain (Big Mama Thornton).
Nel 1968 incise Cheap Thrills, secondo album del gruppo (tra i brani una cover di Summertime di Gershwin e Piece of My Heart) che entrò velocemente nella classifica di Billboard raggiungendo il n. 1 e mantenendo tale posizione per otto settimane.
L'anno seguente si mise in proprio scegliendo un nuovo gruppo d'accompagnamento, la Kozmic Blues Band, con il quale pubblicò l'album I Got Dem Ol' Kozmic Blues Again Mama! in cui la Joplin fa mostra delle proprie qualità di performer (Kozmic Blues, Little Girl Blue, Maybe, Work Me Lord).
In realtà la sua ricerca e pretesa di perfezione musicale (nella dinamica dell'improvvisazione) la metteva in conflitto con i gruppi musicali con cui si esibiva. Cambiò ancora gruppo scegliendo la Full-Tilt Boogie Band: l'album Pearl fu pubblicato postumo nel gennaio 1971 ed entrò subito in classifica al n. 1 mantenendo tale posizione per 9 settimane. Il primo singolo tratto dall'album fu Me and Bobby McGee, che raggiunse il primo posto nella classifica dei singoli, ma vi sono altri brani molto intensi quali Cry Baby, Get It While You Can, Mercedes Benz, Trust Me e My Baby.
Sempre nel 1969, dopo un concerto venne fermata, schedata e denunciata dalle forze di polizia per "linguaggio volgare e osceno", procedimento penale contro di lei da cui, grazie ad un buon avvocato, uscì vittoriosa.

La morte

Il 4 ottobre 1970 Janis Joplin fu trovata morta nella stanza di un motel di Hollywood: l'esame autoptico ipotizzò una morte accidentale causata da overdose di eroina. Di fatto venne trovata dopo 18 ore con il viso riverso sul pavimento, sanguinante dal naso e dalla bocca, ovviamente sangue ormai coagulato; il corpo era incuneato fra il comodino e il letto, e da ciò si deduce non vi sia stato alcun riflesso teso a evitare l'ostacolo. Tale ricostruzione della dinamica del decesso permise al suo manager di riscuotere centomila dollari derivanti da un'assicurazione sulla vita. Negli anni successivi il manager di Janis Joplin Albert Grossman si impegnò a lungo riguardo all'eredità a favore della famiglia Joplin.
Riconosciuta e ricordata per l'intensità delle sue interpretazioni, nel 1995 è stata inserita nella Rock and Roll Hall of Fame e nel 2005 è stata insignita del Grammy Award alla carriera. È lei la protagonista della canzone di Leonard Cohen Chelsea Hotel, nella quale il cantautore canadese rievoca una loro fugace relazione sessuale avvenuta tra le lenzuola del mitico hotel.