26.3.11

l'angolo pittura IX
























« Ho cinquant'anni ed ho sempre vissuto libero; lasciatemi finire libero la mia vita; quando sarò morto voglio che questo si dica di me: Non ha fatto parte di alcuna scuola, di alcuna chiesa, di alcuna istituzione, di alcuna accademia e men che meno di alcun sistema: l'unica cosa a cui è appartenuto è stata la libertà. »
(Gustave Courbet)

Jean Désiré Gustave Courbet è stato un pittore francese, il più rappresentativo del movimento realista francese del XIX secolo.

Il Realismo
Conosciuto soprattutto come il Sergyi del momento (e accreditato anche dell'invenzione del termine stesso), Courbet è pittore di composizioni figurative, paesaggi e paesaggi marini. Si occupa anche di problematiche sociali, prendendosi a cuore le difficili condizioni di vita e lavoro dei contadini e dei poveri. Il suo lavoro non può essere classificato come appartenente né alla scuola romantica, all'epoca predominante, né a quella neoclassica. Courbet crede invece che la missione dell'artista realista sia la ricerca della verità, che aiuterebbe ad eliminare le contraddizioni e le disuguaglianze sociali.
Per Courbet il realismo non ha a che fare con la perfezione del tratto e delle forme, ma richiede un uso del colore spontaneo ed immediato, che suggerisca come l'artista grazie all'osservazione diretta ritragga anche le irregolarità della natura. Ritrae la durezza della vita e, così facendo, sfida il concetto di arte accademico tipico della sua epoca, attirando su di sé la critica di aver deliberatamente adottato una sorta di "culto della bruttezza".

Nato ad Ornans (Dipartimento del Doubs) in una prospera famiglia di agricoltori che vorrebbe si dedicasse allo studio della legge, decide di trasferirsi a Parigi nel 1839, trovando lavoro nello studio di Steuben e Hesse. Spirito indipendente, abbandona presto i maestri preferendo sviluppare uno stile personale attraverso lo studio dei pittori spagnoli, francesi e fiamminghi ed eseguendo copie delle loro opere. I suoi primi lavori sono un' Odalisca, ispirata agli scritti di Victor Hugo, e una Lélia, illustrazione per l'omonimo romanzo di George Sand, ma lascia presto perdere le ispirazioni di tipo letterario per dedicarsi alla studio della vita reale.
Un viaggio nei Paesi Bassi fatto nel 1847 rafforza la convinzione di Courbet che i pittori dovrebbero ritrarre la vita che sta attorno a loro, come avevano fatto Rembrandt, Hals e gli altri maestri olandesi.
Tra i suoi primi dipinti vi sono due autoritratti, uno con il suo cane e l'altro con la pipa in bocca: entrambe le opere vengono rifiutate dalla giuria del Salon di Parigi. Tuttavia i critici più giovani, legati ai movimenti neoromantico e realista, cominciano ad acclamarlo e lodarlo e già nel 1849 Courbet inizia a diventare abbastanza noto, realizzando dipinti come Dopocena ad Ornans (per cui il Salon lo premia con una medaglia) e La valle della Loira.
Una delle opere più rappresentative di Courbet è Funerale a Ornans, una tela in cui fissa un avvenimento a cui assiste nel settembre 1848.
Il quadro, che ritrae il funerale di un prozio dell'artista, è considerato uno dei primi capolavori delle stile realista. Come modelli l'artista si serve semplicemente delle persone che hanno partecipato alla cerimonia. In precedenza, per ritrarre i protagonisti di scene a carattere storico ci si serviva di veri modelli; in questo caso invece Courbet afferma che ha "ritratto le vere persone presenti alla sepoltura, tutte le persone del paese". Il risultato è una rappresentazione estremamente realistica del funerale stesso e della vita a Ornans.
Il dipinto suscita un vivo dibattito sia tra la critica che tra il pubblico. È un'opera enorme (misura m. 3,1 x 6,6) e ritrae un rito banale e ordinario in una scala che fino ad allora era stata riservata a soggetti religiosi o relativi alle famiglie reali. Il pubblico finisce per interessarsi maggiormente al nuovo approccio realistico all'arte di Courbet e il sontuoso e decadente immaginario del romanticismo finisce per perdere popolarità. L'artista è pienamente consapevole dell'importanza della sua opera; dice infatti: "Il funerale a Ornans è stato in realtà il funerale del romanticismo."

All'esposizione del Salon del 1850 Courbet riscuote un grande successo grazie a Funerale a Ornans, Gli spaccapietre (dipinto andato distrutto nel 1945 durante la seconda guerra mondiale) e I contadini di Flagey. Realizza altre opere a carattere figurativo in cui ritrae persone comuni o suoi amici, come Le fanciulle del villaggio (1852), I lottatori e Le bagnanti.
Courbet, oltre a sviluppare le basi del movimento realista in campo artistico, abbraccia l'ideologia anarchica e, sfruttando la propria popolarità, sostiene e diffonde pubblicamente ideali democratici e socialisti scrivendo saggi e dissertazioni politiche.
Nel 1850 scrive ad un amico:
« ...nella nostra società, così civilizzata, sento il bisogno di vivere la vita di un selvaggio. Devo essere libero anche dai governi. Le mie simpatie vanno al popolo, e devo rivolgermi direttamente a loro. »
(Gustave Courbet)
Nel 1855 espone al pubblico il monumentale L'atelier dell'artista. Si tratta di un'allegoria della sua vita di pittore, vista come un'epica avventura, nella quale lo si vede circondato dai suoi amici e ammiratori, tra cui il poeta Charles Baudelaire.

La fama
Gustave Courbet mentre abbatte una colonnina pubblicitaria (detta colonna Morris), caricatura pubblicata dal Père Duchêne illustré nel maggio 1871.
Verso la fine del decennio del 1860, Courbet dipinge una serie di opere a carattere soprattutto erotico, come Femme nue couchée. La serie ha il suo culmine con L'origine du monde (1866), che ritrae un organo genitale femminile e Les Dormeuses, che rappresenta due donne, nude, abbracciate a letto. Nonostante non fosse stata concessa l'autorizzazione ad esporle in pubblico, tali opere fecero ulteriormente aumentare la sua notorietà.
Il 14 aprile 1870 Courbet fonda la Federazione degli artisti (Fédération des artistes) per sostenere lo sviluppo delle arti libero e senza alcuna forma di censura. Tra i membri del gruppo vi sono André Gill, Honoré Daumier, Jean-Baptiste Camille Corot, Eugène Pottier, Jules Dalou, e Édouard Manet. Tra i suoi amici ed epigoni figura il pittore Cherubino Patà originario di Sonogno.
Il suo rifiuto di accettare l'onorificenza della Legion d'onore offertagli da Napoleone III lo rende enormemente popolare tra gli oppositori del regime e, nel 1871, durante il periodo di governo della Comune di Parigi, viene messo a capo di tutti i musei della città che salva dai saccheggi della folla in rivolta. A causa della sua insistenza nel voler attuare il decreto Comunale che prevedeva la distruzione della Colonna della Grande Armée di Place Vendôme, viene considerato responsabile dell'atto e il 2 settembre 1871 la corte marziale di Versailles lo condanna a sei mesi di carcere e al pagamento di una multa di 500 franchi.
Nel 1873 il neo eletto presidente Patrice de Mac-Mahon vuole ripristinare la colonna e decide che Courbet deve pagare le spese dei lavori. Il pittore fugge in Svizzera per evitare il disastro finanziario. Il 4 maggio 1877 viene finalmente stabilito l'ammontare della spesa: 323.091 franchi e 91 centesimi. A Courbet viene concesso di pagare la somma in rate annuali di 10.000 franchi l'una per i successivi trentatré anni, fino al compimento del suo novantunesimo anno di età.
Il 31 dicembre 1877, a cinquantotto anni, Courbet muore a La Tour-de-Peilz, in Svizzera, per le conseguenze della cirrosi epatica, aggravata dalla sua propensione al bere. Il giorno seguente avrebbe dovuto pagare la prima rata al governo francese. Viene sepolto ad Ornans; la sua tomba si trova pochi passi dopo il cancello d'entrata superiore del cimitero.

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