13.2.11

Leonardo David




Grande promessa dello sci italiano della fine degli anni settanta, Leonardo David era da molti considerato il possibile antagonista del fuoriclasse svedese Ingemar Stenmark e l'erede sportivo di Gustav Thöni.
Specialista delle discipline tecniche, pur avendo disputato poche gare in Coppa del Mondo riuscì a farsi notare sin dall'inizio, ottenendo podi sia in gigante (Schladming), che in speciale (Kranjska Gora e Jasná). Il 7 febbraio 1979 vinse la sua unica gara, lo slalom di Oslo, davanti a Stenmark e allo statunitense Phil Mahre.
Vinse la Coppa Europa nel 1978 e ai Campionati italiani conquistò la medaglia di bronzo in discesa libera nel 1977.

La sua carriera fu bruscamente interrotta dal grave incidente occorsogli nella discesa pre-olimpica disputata a Lake Placid il 3 marzo 1979, dove cadde nei pressi del traguardo procurandosi un trauma cranico con conseguente coma. Caduto alcune settimane prima, nel corso di una discesa libera svoltasi a Cortina d'Ampezzo, nelle settimane successive David «non riusciva ad allenarsi nemmeno in gigante perché le vibrazioni prodotte dagli sci sul ghiaccio gli facevano venire mal di testa», come ha scritto il suo compagno di squadra Paolo De Chiesa.

Ciò nonostante partecipò alla discesa di Lake Placid dove, in vista del traguardo, spigolò e cadde. Si rialzò, attraversò il traguardo e poi crollò tra le braccia di Piero Gros. Non avrebbe più ripreso conoscenza, nonostante il ricovero in ospedale e lunghe cure a Innsbruck.

Successivamente all'incidente seguirono polemiche circa l'opportunità di fargli disputare quella discesa libera; le contestazioni si fondavano sul fatto che David non fosse ancora pronto per affrontare quella disciplina, a maggior ragione vista la pregressa caduta dalla quale pareva non essersi ancora ripreso pienamente. In particolare quest'ultimo episodio poteva interpretarsi come un segnale premonitore cui non fu prestata la dovuta attenzione. La vicenda ebbe anche strascichi giudiziari

Il giovane sciatore non si riprese più fino alla morte, avvenuta sei anni dopo.

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